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Box 46: Dedicato a chi pensa che il decimo sia solo utopia

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Perché è facile attaccare quando sbagli, quando non vinci e quando un deb sulla tua stessa moto va più forte di te. Ma dopo Assen, in tanti farebbero meglio a star zitti

Il cuore che batte a più non posso nel petto, l’affondo di Zarco che colpisce la moto di Valentino rischiando la frittata della giornata (leggi qui: Chi ha ragione tra Valentino Rossi e Johann Zarco?). Poi la pioggia, quella bandiera bianca che sventola e che ti fa tornare in mente la gara del 2016. L’asfalto che si bagna, diventa umido e può tradirti. E poi arriva il sorpasso su Petrucci, una staccata furibonda su asfalto umido all’ingresso dell’ultima variante di Assen, nel punto che ha regalato una buona parte delle 10 vittorie in Olanda. Tutto questo è il GP di Assen 2017, condensato in poche righe che avrebbero scritto un elettrocardiogramma da far impazzire chiunque.

Perché non è possibile non impazzire davanti a questa leggenda dello sport, non è possibile restare indifferenti davanti ad un pilota che non ha nulla da dimostrare eppure resta in pista, turno dopo turno, gara dopo gara, ed è in piena lotta per il mondiale. Un pilota che non ha paura di cadere, ma attacca sempre e comunque anche se l’asfalto non è asciutto e rischi di perdere tutto in pochi secondi. Un pilota ancora in grado di indicare la direzione tecnica da seguire, grazie alla sua immensa sensibilità e ad una esperienza senza pari.

Valentino Rossi ad Assen ha dato l’ennesima lezione di classe a tutti, vincendo per la decima volta su un tracciato conosciuto come “Università della Moto”. Non è un caso, non lo è mai. Una gara costruita tutta nel venerdì, unica giornata in cui la pioggia non ha funestato il tracciato olandese durante l’ottava tappa del mondiale. Il nuovo telaio ha risposto bene, e Valentino ha scelto subito di continuare con questo perché gli restituiva maggior feeling. Poi la scelta di affrontare la gara con una posteriore dura, che con la pioggia nei giri finali avrebbe potuto anche non essere la miglior scelta possibile, ed invece ha pagato. Ed ovviamente l’infinita rabbia agonistica, la voglia di battere tutti e tornare sul primo gradino del podio dopo Barcellona 2016. Un digiuno troppo lungo, reso ancora più intollerabile dalla caduta di Le Mans, con una gara quasi vinta e letteralmente buttata via.

Adesso Valentino è attaccato in classifica a Dovizioso e Vinales, e sente il fiato sul collo di Marc Marquez. Un mondiale tra questi magnifici quattro contendenti che vedrà prevalere il più costante, il pilota che commetterà meno errori da qui a fine stagione. Il campionato 2017 è senza dubbio uno dei più spettacolari degli ultimi anni, con quattro piloti racchiusi in 11 punti dopo otto gare. Un equilibrio incredibile tra moto e piloti, che promette di offrire altro spettacolo. Valentino è pronto a vincere ancora, soprattutto adesso che ha a disposizione una moto con cui si trova completamente a proprio agio. Non resta che attendere il Sachsenring, e prepararsi all’ennesimo infarto di una stagione decisamente sconsigliata ai cardiopatici. Il decimo è una utopia? Secondo noi è una possibilità molto concreta.

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