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Ducati in SBK parlerà francese, inglese o tedesco?

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Arriva Laguna Seca e si parla di mercato SBK: Stefan Bradl potrebbe essere la mossa giusta di Ducati per il 2017, con una spinta Audi. Guintoli e Laverty le alternative

Il calendario della SBK prevede una lunghissima pausa in questo periodo, che divide il round di Laguna Seca con il successivo, che si disputerà a metà settembre sul tracciato di Lausitzring in Germania. Questo periodo sarà probabilmente sfruttato dai Team per definire gli equipaggi da schierare in gara e chiudere il mercato SBK 2017.

Anche in SBK è diventata prassi comune quella di definire contratti e passaggi di scuderia con largo anticipo, come già si fa da anni in MotoGP. Probabilmente dipende dal sempre maggiore peso di sponsor ed anche di Dorna in queste trattative.

Tre pezzi pregiatissimi del mercato SBK sono già abbondantemente accasati, e stiamo parlando di colore che stanno dominando il mondiale da più di un anno. I britannici Jonathan Rea, Tom Sykes e Chaz Davies, sono i veri mattatori del mondiale riservato alle derivate di serie, ed è normale che fossero i nomi attorno cui si concentrassero le attenzioni di tutti i top team.

Mentre per il campione ed il vicecampione del mondo sembrava difficile ipotizzare cambi di casacca, è stata la conferma per due anni in Kawasaki di Tom Sykes a stupire. Si erano interessati al velocissimo Mr Superpole sia Ducati che Yamaha, entrambe determinate a mettersi in casa un fuoriclasse del calibro di Sykes. Non è stata d’accordo la Kawasaki, che ha confermato la coppia attuale per altri due anni e tagliando le gambe alla concorrenza in cerca di rinforzi.

Per Yamaha il futuro appare piuttosto nebuloso, mentre è la Ducati a puntare forte sul mercato SBK piloti, con l’intenzione di trovare il compagno perfetto per Chaz Davies, destinato a recitare il ruolo di anti-Rea anche per il futuro. I nomi attorno a cui si focalizzano tutte le attenzioni di Borgo Panigale sono tre, e sono quelli di un francese, un tedesco ed un irlandese.

Non si tratta di una barzelletta, ma di tre nomi molto pesanti del paddock. In ordine casuale si tratta di Sylvain Guintoli, Eugene Laverty e Stefan Bradl. Il francese campione del mondo SBK 2014 con Aprilia, potrebbe lasciare Yamaha a fine stagione. L’infortunio ed una moto non all’altezza delle aspettative potrebbero aver spento l’entusiasmo di Guintoli, amatissimo dallo sponsor Pata che però è anch’esso in odore di addio con Yamaha. L’esperienza di un pilota come Sylvain Guintoli potrebbe fare molto comodo alla Ducati, in cerca di un pilota concreto e capace di mettere fieno in cascina in tutte le circostanze in cui è possibile farlo. Risultato purtroppo raramente conseguito da Davide Giugliano nei tre anni da ufficiali passati in sella alla Panigale.

Passando al secondo candidato si scopre che Stefan Bradl costituisce davvero un’ottima opportunità per Ducati in questo mercato SBK 2017. La Audi ovviamente spinge fortissimo per avere un tedesco in sella alla Panigale, e creare l’alternativa al binomio tutto tedesco composto da Markus Reiterberger e la BMW S1000 rr gestita da Althea. Anche la Dorna, che inizialmente aveva spinto Aleix Espargarò verso la SBK, vuole un pilota dal passaporto tedesco su una delle moto top, per ovvie esigenze di marketing e televisive.

Se da un lato c’è l’esperienza di Sylvain Guintoli, dall’altro troviamo il passaporto e la freschezza di Stefan Bradl. Ma al centro tra le due possibilità c’è una delle meno quotate eppure molto affascinanti. Eugene Laverty ha dimostrato di essere un vero fuoriclasse in SBK, quando ha avuto tra le mani la Aprilia RSV4. Un inizio di stagione sottotono l’ha probabilmente privato di un titolo ampiamente alla sua portata nel 2013. Poi il passaggio in Suzuki, sulla vetusta GSX-R del team Crescent, ed il successivo sbarco in MotoGP non gli hanno concesso molto spazio per fare bene.

Eppure Eugene Laverty è stimatissimo all’interno di Ducati, ed ha già un piede a Borgo Panigale visto che porta in gara la GP14.2 del Team Aspar in MotoGP. Non è forse la miglior scelta possibile in termini di marketing, avendo già in casa il britannico Chaz Davies.

Qualunque sia la scelta di Ducati, da questi nomi che girano attorno alla SBK emerge un fattore che appare sempre più chiaro. I piloti della MotoGP, vedono come alternativa possibile una moto al top in SBK per continuare la propria carriera da professionisti. Il primo top rider MotoGP a sbarcare in SBK facendo molto scalpore fu Max Biaggi, che saltò in sella alla Suzuki Alstare nel 2007. Sono passati quasi dieci anni da allora, e sempre più spesso si assiste al travaso di piloti tra queste categorie al top del racing in ambito motociclistico.

Una buona parte del merito è sicuramente di Dorna, che deve vendere lo show alle TV in giro per il mondo. Per questo devono esserci un inglese, un francese ed un tedesco a fare compagnia agli italiani ed agli spagnoli. La Gran Bretagna sarà anche uscita dalla UE. La Dorna vuole essere certa che nessun passaporto manchi all’appello nè in MotoGP nè in SBK.

Chiedetelo ai tantissimi bravi piloti che hanno un solo, insormontabile problema che li tiene lontani dalle moto che contano, quelle vincenti. Hanno il talento giusto. E’ il loro passaporto ad essere sbagliato.

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