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Endurance FIM EWC, Experimental e Supertwin: lotta di classe

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Nel Mondiale Endurance FIM EWC futuro tutto in divenire per alcune delle classi al via, tra queste la Supertwin e la Experimental

Di esperimenti, più o meno riusciti, in ambito Endurance se ne sono visti di ogni genere e tipo nell’ultimo triennio. L’impronta del promoter Eurosport Events nell’organizzazione del FIM EWC ha offerto una rivisitazione dei regolamenti, calendari, premi e rimborsi per le squadre, ma anche l’istituzione e, quasi contestualmente, l’abrogazione di classi preziose funzionali non soltanto a rimpolpare lo schieramento di partenza, bensì volte a conservare immutato ciò che effettivamente dovrebbero rappresentare le corse di durata.

Accanto alla top class EWC (rimasta a grandi linee immutata) e la Superstock (che sta vivendo una nuova giovinezza), la Open ha per certi versi fatto la storia della specialità. Progetti come la Metiss, più volte nella top-10 assoluta a Le Mans e Bol d’Or nella seconda metà degli anni Duemila, sono stati accolti con curiosità e profondo rispetto da parte degli appassionati e addetti ai lavori, veicolando nel contempo l’immagine di una “sfida nella sfida” in ambito Endurance.

Tra alti e bassi, la classe Open ha vissuto un periodo di cambiamenti, con annessa nuova denominazione: Experimental, adottando un regolamento tanto permissivo quanto, per certi versi, confusionario. Oggi la EXP (sigla) prevede addirittura quattro sotto-classi: due con motori “tradizionali” (Superstock la prima, modificati rispetto alla fiche d’omologazione la seconda), la “Hybrid” per moto con propulsori ibridi (a combustione interna dalla cilindrata massima di 400cc), la “Electric/Other” addirittura spalancando le porte alle moto elettriche. Tutto molto bello, un po’ meno il riscontro da parte delle piccole engineering e delle case costruttrici, tesi testimoniata dal (preoccupante) numero di zero (!) iscritti di categoria al Bol d’Or dello scorso mese di settembre.

Quattro sotto-classi che non hanno sortito gli effetti sperati, perdendo persino di vista un’opportunità come poteva essere la Supertwin. Istituita nel 2016 dopo prolungate valutazione al riguardo da parte dell’Endurance Working Group della Federazione Motociclistica Internazionale, la classe riservata alle migliori bicilindriche offriva a tante squadre sparse per l’Europa l’opportunità di correre nel FIM EWC, oltretutto ben figurando sotto il profilo dei risultati. Un palcoscenico congeniale per accogliere tutta la generazione di Ducati bicilindriche fuori concorso in ottica 2019 nel Mondiale Superbike (ed in svariati campionati nazionali), rimpolpando lo schieramento di partenza nelle 8 ore limitato a 30 partenti o poco più.

Una classe, con ogni probabilità, tardivamente integrata nel contesto del FIM EWC, ma altrettanto frettolosamente messa alla porta. Da quest’anno, dopo una deroga concessa alle squadre per il Bol d’Or, la Supertwin non rientra più tra le classi elette del Mondiale Endurance. Da parte del promoter e federazione un’occasione mancata, considerando che in poco tempo la categoria delle “Twins” si è ritagliato uno spazio nell’elite del campionato, offrendo storie ed imprese da raccontare. Tra tutte la vittoria di categoria alla 24 ore di Le Mans 2017 dello Special Team Ducati by Z Racing di Jacopo Zizza, al via con una 1299 Panigale affidata anche a Margaux Wanham (prima motociclista a vincere una gara internazionale in una competizione non-dedicata) e nelle prove a Daniele Barbero, pilota disabile che, con la sua dedizione alla causa e forza d’animo, ha ulteriormente impreziosito e reso ancor più “storica” un’affermazione memorabile (e tutta italiana!) nel contesto della classe Supertwin.

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