Ernesto Marinelli: entusiasmo in Ducati per Melandri - Motori News 24
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Ernesto Marinelli: entusiasmo in Ducati per Melandri

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Ernesto Marinelli è il responsabile del programma Superbike Ducati. Una lunga intervista per parlare di Marco Melandri, dello sviluppo della Panigale e della voglia di vincere con Davide Giugliano prima di salutarsi

L’ing. Ernesto Marinelli è un profondo conoscitore dell’universo Ducati. Conosce benissimo gli uomini, la passione e tutto il mondo che gira attorno al microcosmo di Borgo Panigale. Tanto entusiasmo per l’arrivo di Marco Melandri e la soddisfazione di sapere che si sta facendo un buon lavoro di sviluppo con la Panigale in SBK, una moto che ancora ha dei grandi margini di crescita.

E’ appena esplosa la bomba Marco Melandri. Una notizia che era nell’aria, ma che ha ricevuto ufficialità solo da poco. Qual è il tuo saluto per Davide Giugliano dopo tre anni di collaborazione vissuti tra alti e bassi?

Lasciare andare Davide non è stata una scelta facile, per me in particolar modo. Ci conosciamo da tanto tempo, abbiamo passato tanti bei momenti assieme. Ovviamente ci sono stati anche momenti difficili, ma di certo non averlo più in squadra mi mancherà. Detto questo, siamo amici e lo rimarremo per tanto tempo. Non vedo questo come un addio, piuttosto come un arrivederci perché da un pilota come Davide, che ha tanto talento, mi aspetto che sia in grado di mostrarlo sempre di più. Quindi chissà che le nostre strade non si incrocino nuovamente in un futuro non troppo lontano. Ma ora bisogna pensare a finire la stagione e cercare di vincere qualche gara con Davide, che è un traguardo che ancora ci manca. Mi piacerebbe lasciarci con qualche vittoria alle spalle, e faremo il possibile in Ducati perché questo accada.

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Hai avuto già modo di parlare con Marco Melandri del suo ingresso in squadra e del lavoro da fare sulla moto per adattarla al suo stile di guida?

Conosco bene Marco, anche se ha corso con altre squadre in SBK e con noi in MotoGP. Ho avuto modo di parlarci in diverse occasioni, ed ovviamente ultimamente ci ho parlato un pò più spesso. Credo che ci siano delle ottime basi per cominciare questa avventura assieme, lui è molto entusiasta ed anche noi lo siamo da parte nostra. Marco è un pilota molto esigente per l’anteriore ed è uno che fa della frenata una delle sue armi migliori. Per fortuna questi due aspetti sono un pò le caratteristiche principali, i punti forti della Panigale. Sono confidente che Marco si troverà bene con la moto appena avremo modo di scendere in pista, e poi da lì ovviamente ci sarà da lavorare. E’ un po’ di tempo che non sale su una SBK e bisognerà procedere un pò alla volta, ma sicuramente un pilota dalla grande esperienza come Marco mi aspetto che, nonostante l’anno sabbatico, non abbia perso quegli automatismi che servono. Mi aspetto invece che in un tempo abbastanza breve ritrovi quel livello di confidenza che gli consenta di essere subito ad un buon livello.

Quando pensi che possa avvenire il primo test con Melandri in sella alla moto SBK? Lui ha dichiarato che proverà una Panigale R di serie per allenarsi.

Anche se è stato lontano dalle corse, Marco si è comunque tenuto in forte attività, girando in pista ed allenandosi in modo costante. Si, avrà una Panigale R per allenarsi nei “tempi morti”. L’obiettivo è metterlo in moto quanto prima dopo le vacanze estive, con il normale timing dei test di sviluppo.

In Germania avete girato a lungo al Lausitzring, ed i piloti si sono un pò lamentati della presenza di buche sull’asfalto del tracciato tedesco. Che impressione ne hai ricavato?

Il Lausitrzing è una pista che Davide conosceva appena e Chaz non conosceva per nulla. Io la conoscevo un pò di più perché negli scorsi anni abbiamo fatto delle gare con l’IDM, ed infatti Xavi Fores la conosce molto bene. E’ una pista dove girano molte auto, ed anche se l’hanno riasfaltata da poco ci sono parecchie buche. Specialmente nel punto di frenata, quindi si avverte subito. E’ stato utile provare lì prima della gara, soprattutto perché è una pista su cui non si va per il mondiale da diversi anni e Chaz non ci aveva mai girato. Questi due giorni ci hanno fatto capire cosa servirà, anche perché quest’anno con le prove concentrate al venerdì è difficile. Poi quella è una zona molto piovosa e ci correremo in un periodo in cui potrebbe piovere, per cui potrebbe non esserci molto tempo per mettere a posto la moto. Siamo stati abbastanza fortunati col meteo, perché avevano previsto due giorni di acqua piena, ed invece siamo riusciti a fare tanto lavoro in entrambi i giorni.

Ti strappiamo un ricordo Amarcord, visto che stiamo parlando di questo tracciato che ha regalato un emozione particolare. Anno 2005: Lanzi sale sulla Ducati 999 ufficiale. Cosa succede?

Bei ricordi! Al Lausitzring abbiamo sempre fatto delle belle gare, ma il ricordo di quella gara è speciale. Lorenzo ebbe l’opportunità di salire sulla 999 ufficiale e fece un week end da urlo, con pole e vittoria in gara 2. Peccato per gara 1, perchè senza l’errore in partenza sarebbe stata probabilmente una doppietta. Ma nella seconda Lorenzo ha vinto e si è rifatto alla grande, regalandoci un’emozione incredibile battendo Vermeulen e Haga. La pista secondo me è divertente e potrebbe regalarci due belle gare, molto combattute e belle da guardare. Mi aspetto che sia un bel week end, e speriamo di non beccare due giorni di pioggia visto che, come dicevo prima, è un punto molto piovoso della Germania.

Cosa è successo a Chaz Davies dopo il dominio di Aragon ed Imola? Si è rotto qualche meccanismo, forse ha forzato troppo il limite per tenere il passo delle Kawasaki?

Secondo me c’è stata un po’ di sfortuna, qualche mancata occasione ed alcuni week end un pò altalenanti. Sapevamo che Donington sarebbe stata una pista difficile, perché lì Sykes e Rea vanno fortissimo. Ci stavamo anche difendendo bene, e poi purtroppo questa caduta, che dopo è anche raddoppiata, è stato un pò troppo. Almeno in gara due ci siamo difesi. Poi a Misano è stata una gara abbastanza sfortunata, perché effettivamente il potenziale per fare bene l’avevamo. In gara 1, se non ci fosse stata quella collisione al primo giro per Chaz, sarebbe andate diversamente. Al primo giro ha chiuso ad undici secondi dal primo, e poi ha finito la gara a cinque secondi dal vincitore. Questo vuol dire che il potenziale per fare una bella gara e giocarsi la vittoria c’era tutto. Le qualifiche ci hanno messo un po’ fuori strada a Misano, perché con la gomma da qualifica la moto è cambiata un po’ tanto. Questo è un aspetto un po’ critico quest’anno, visto che la gomma da qualifica è solo una e viene data solo per la SP2. La si monta e bisogna fare il giro. Ci sono piloti che riescono a sfruttarla ed altri meno, e ci sono anche alcune moto che le digeriscono meglio di altre. A Misano abbiamo sbagliato la qualifica e siamo partiti indietro, che su quella pista è un problema. Poi c’è stata la caduta di gara 2 che è avvenuta sull’anteriore come quelle di Laguna, e che ci hanno un pò preoccupato. Da lì abbiamo iniziato a lavorare di più sull’assetto per consentire al pilota di percepire meglio il limite, sia a Laguna che nei test del Lausitzring. Sembra che abbiamo trovato una strada interessante ed anche i tempi sono stati buoni. Ora tocca lavorare per raccogliere il massimo dalle prossime gare e chiudere al meglio il mondiale.

@DUCATI PRESS

Matematicamente il mondiale non è ancora chiuso, ma la matematica non dice tutto.

Quando hai cento punti da recuperare con duecento da assegnare sono tanti. Però è vero che le gare sono un pò imprevedibili, quindi non è mai detta l’ultima parola. Il mondiale si vince solo quando c’è la matematica che lo conferma, quindi noi ci proveremo fino alla fine.

Appare chiaro che non vi siate mai fermate con lo sviluppo della Panigale. Per Ernesto Marinelli quanto margine di crescita ha ancora questa moto?

L’evoluzione è continua, e non penso che siamo arrivati al limite di questa moto. Poi lo sviluppo va avanti non solo sulla moto e sul motore, ma anche sulle gomme, che influenzano la crescita della moto determinando le variazioni di assetto che si fanno per cercare di sfruttarle al massimo. Lo sviluppo non si ferma mai e credo che abbiamo ancora qualche asso che potremo tirare fuori nei prossimi anni per continuare a difenderci. Quest’anno purtroppo abbiamo avuto quattro cadute che in un campionato dal livello così alto pesano. Jonathan Rea non è mai caduto, ed ha avuto solo un stop meccanico a Laguna. Le nostre cadute quindi hanno pesato tanto sulla classifica, ma ci conforta il fatto che siamo praticamente sempre saliti sul podio e siamo costantemente al top. Ovviamente dobbiamo cercare di concretizzare un po’ di più il potenziale ed andremo avanti cercando di migliorare sempre di più il pacchetto a disposizione.

Hai partecipato di persona a qualche evento del BSB in questa stagione che Shane Byrne sta portando avanti alla grande?

Si, sono stato al round di Knockhill in Scozia, ed è stato davvero molto piacevole. Siamo molto contenti della collaborazione che abbiamo adesso in Inghilterra con il PBM che sta facendo un ottimo lavoro. Abbiamo un nostro ingegnere, Giovanni Cruppi, che segue il team direttamente in Inghilterra e stanno raccogliendo degli ottimi risultati. Il lavoro che si fa lì è anche molto interessante per lo sviluppo della moto, essendo un campionato in cui l’elettronica è pari a zero. Questo ci permette di avere dei feedback interessanti dai componenti di ciclistica e motore.

@BSB MCE CHAMPIONSHIP

Forse il fatto che manchi l’elettronica vi permette di mettere alla frusta in maniera diversa la ciclistica ed il motore?

Nelle gare si cerca costantemente il limite e si spinge sempre al 150%. La moto se vogliamo è simile a quella dello scorso anno, ma i setup continuano ad evolversi dando sempre maggiori informazioni ed andando sempre in una direzione abbastanza lineare. Ora vedremo anche se con il contributo di Marco Melandri se gli piace la direzione impressa oppure se con lui dovremo cambiare qualcosa. Per fortuna la moto è versatile e ci consente di sistemare facilmente tutte le caratteristiche principali che dovrebbero permetterci di adattare la moto allo stile di guida di un pilota piuttosto che un altro.

Hai di certo notato a Knockhill che la presenza di pubblico in pista è massiccia, diversamente da quanto accade in alcune gare del mondiale SBK. Quale pensi sia la chiave di questo successo della BSB?

Penso che in generale gli inglesi abbiano una passione per la moto davvero innata, anche perché andare in moto tutti i giorni con il loro meteo “avverso” richiede un’enorme passione! Parallelamente a questo, nel BSB c’è una buona organizzazione che riesce a far vivere un week end al pubblico in maniera molto attiva. E’ stato interessante vedere che organizzano molti eventi nell’evento, per intrattenere il pubblico. Basta pensare che ci sono attività dedicate ai bambini, che consentono anche alla famiglia di vivere il week end di gara senza problemi. Poi si corre in tracciati molto particolari, e spesso le moto si vedono da molto vicino. Hanno il podio aperto al pubblico, ed effettivamente ci sono tante cose che sono davvero interessanti.

Questi elementi potrebbero essere di ispirazione per la SBK per riavvicinare il grande pubblico alle gare?

In questo momento riportare tanta gente alle gare è uno dei focus della Dorna. Ne abbiamo parlato in diverse occasioni e si stanno attivando su questo aspetto. Sono già state fatte diverse riflessioni su come portare maggiore affluenza in pista per le gare del mondiale.

Quest’anno hai vissuto un altro grandissimo WDW, con quasi 80.000 persone in pista nel week end di Misano. Hai notato anche tu che la folla acclamava in modo particolare Casey Stoner?

Nel legame tra tifosi e Stoner c’è probabilmente un componente di nostalgia. Ovviamente i piloti come Casey Stoner e Troy Bayliss, che sono entrati nel cuore di tutti i ducatisti, costituiscono una grande emozione per il pubblico di un evento come il WDW. Chiunque ha la Ducati nel cuore prova queste sensazioni. Il Wdw è un evento talmente potente che fa anche capire a chi lavora in Ducati perché lavora in Ducati. E’ una cosa davanti alla quale non si può rimanere indifferenti, che ti accende una lampadina che ti fa trattare il lavoro in maniera diversa. Ti fa capire che non lavoriamo solo per la prestazione, ma lavoriamo per tutta una folla, il popolo Ducati. Sappiamo che ci guardano tutti i week end di gara, e questo costituisce una ulteriore spinta a dare sempre il 200% in quello che si fa. Al WDW c’erano tutti i piloti, quelli di oggi quelli di ieri. Magari i piloti di oggi devono ancora entrare nel cuore dei tifosi. E’ chiaro che con i traguardi che hanno raggiunto piloti come Casey o come Troy, è naturale che i tifosi li adorino e che ogni tanto venga fuori l’ovazione per loro. Troy poi è anche riuscito a fare un high side (fortunatamente senza conseguenze) davanti ad una tribuna gremita di persone durante il WDW, il che dimostra che i nostri piloti riescono a fare di più che semplicemente correre!

L’ultima domanda è una provocazione. Questo nuovo motore Ducati V4, sta girando al banco?

Ci sono tanti motori nuovi che girano al banco in Ducati per il futuro, quindi forse anche quello! Comunque di 4 cilindri in Ducati che girano ce ne sono tanti, e sono quelli della Motogp. Per la stradale abbiamo il bicilindrico della Panigale 1299 che ha delle caratteristiche di coppia e guidabilità che sono fantastiche e per ora continuiamo ad usare quello.

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