MotoGP | Le pagelle di Silverstone 2015 - Motori News 24
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MotoGP | Le pagelle di Silverstone 2015

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In perfetta coerenza con il meteo inglese, le nostre pagelle bagnate

Valentino Rossi 10 – In quasi vent’anni di Mondiale ha dimostrato controllo della moto, capacità di messa a punto ed aggressività nel corpo a corpo. Ma se inizia pure a controllare il meteo e fa appannare la visiera di Lorenzo entriamo nel soprannaturale. Inizia a spaventare sul serio tutti gli avversari in pista con questa sequenza di episodi concatenati. Di solito si definirebbe fortuna. In questo caso non è sufficiente scomodare le dorate chiappe del nove volte campione del mondo. Poltergeist.

Jorge Lorenzo 6 – Arriva in Inghilterra sicuro di vincere come Albano e Romina che partecipano ai provini di X – Factor. Dopo un venerdì da dominatore, già al sabato prende uno schiaffone da quel folletto di Marquez che intacca la fitta coltre di autostima di Giorgio. Poi la domenica mattina si sveglia e fuori piove. C’è chi nel paddock giura di averlo sentito urlare frasi irripetibili. Quando arriva ai box prima della partenza, Lin Jarvis gli spruzza uno spray nel casco rassicurandolo: “Con questo rimedio non si appannerà la visiera, tranquillo”. Quando Lorenzo si allontana dalla pit lane in sella alla sua M1, Lin Jarvis si toglie la maschera tipo Mission Impossible svelando il volto di Uccio. Parte la musichetta tipica del franchise. Hanno fregato El Martillo e Tom Cruise sta ancora applaudendo da casa. Quando finisce la gara, Jorge rientra ai box ed indica vistosamente la visiera talmente appannata che sembra ci abbia fumato dentro un pacchetto di sigarette. Da venti. Tutti sono concentrati sull’inquadratura e nessuno nota che Jorge ha pure sbagliato box. Talpa.

Marc Marquez 4 – E con questa siamo a quattro craniate in gara! Il suo stile di guida pulito e perfezionista mal si sposa con l’asfalto inondato di Silverstone. Nelle interviste sorride alle telecamere felice come un bambino che ha appena avuto le caramelle. Sembra essersi liberato da un peso mentre dice “Adesso che non posso vincere il Mondiale, cercherò di vincere quante più gare è possibile!”.Eh già, perché fino a questa gara hai guidato con la calcolatrice in mano, vero? Fantastico quando dice che nel momento in cui è caduto non stava facendo nulla di diverso rispetto agli altri giri. Aveva la moto di traverso e totalmente stesa a terra in una curva da duecento all’ora su asfalto bagnato. Difficile spiegarsi come sia stato possibile cadere. Le craniate iniziano a lasciare segni evidenti. Rintontito.

Danilo Petrucci 10 – In settimana firma il contratto con Ducati e Barbetta gli promette che se arriva ottavo nel mondiale l’anno prossimo gli toglie pure le rotelle alla Desmosedici. Ma in questa gara la sua GP14.111111 (periodico) è ancora evidentemente fornita di supporti anticaduta, vista la sicurezza con cui Danilo affronta le staccate e gli ingressi in curva su pista bagnata. Fa un vero miracolo arrivando secondo ed alla fine della gara dichiara di aver avuto paura di cadere portandosi dietro Dovizioso. In quel caso Barbetta avrebbe senza dubbio tolto le rotelle alla Desmosedici del ternano. Petrux teme di dover conoscere con personale e sommo dolore il luogo in cui sarebbero state accuratamente infilate le rotelle, quindi evita di fare macelli Desmodromici. Illibato.

Andrea Dovizioso 6 – Questa sua gara verrà ricordata negli annali e nella memoria degli appassionati per un motivo ben più pregno di significati di un podio comunque stupendo. Quando nel parco chiuso ci regala un “Bastardo!” in mondovisione all’indirizzo del collega ducatista Petrucci, ci consegna un magnifico momento di sport. La regia internazionale ha tagliato gli attimi successivi in cui i due si sono azzuffati mentre Petrucci cercava di rubare la GP15 di Dovizioso. Desmopodio.

Daniel Pedrosa 5 – In passato Daniel sull’acqua sembrava a proprio agio come un pesce pagliaccio nel suo acquario coccolato dal proprio anemone. Solo che nella vasca sono entrati svariati squali bianchi e si sta tutti stretti. Tira fuori la gambetta tremolante ad ogni curva con la paura che gli venga staccata da qualche altro feroce predatore presente in vasca. Naturale che gli venga il braccino alla Nemo. Da ricostruire.

Pol Espargaro 3 – Dopo aver incassato la fiducia di Yamaha ed aver firmato il contratto anche per il 2016 acquisisce quella sicurezza che gli mancava in pista. Ed ecco che dopo tre curve cerca di stendere con grandissima intraprendenza un certo Jorge Lorenzo, proprio uno a caso. Come dite? Ha anche lui una Yamaha e sta lottando per il mondiale? Se Pol lo avesse steso sul serio, mi sa che avremmo tutti assistito all’anteprima mondiale di Thor 3 – The Big Martillo , con Jorge che avrebbe impugnato l’arma tanto amata per colpire ripetutamente le zone intime di uno dei fratelli Espargaro, impedendo un eccessivo allargamento della stirpe in griglia. Con sommo sollievo di chi ancora non riconosce EsA da EsP nella classifica a lato dello schermo. Fortunato.

Yamaha 10 – Dopo essere stata bastonata senza ritegno dalla Honda negli ultimi due anni, ha rialzato la testa e quest’anno è tutta una festa ad Iwata. Dalla 8 Ore di Suzuka ad un Mondiale MotoGP ormai certo dopo il carpiato di Marquez, nella factory giapponese stanno consumando talmente tanto sakè da condizionare le scorte nazionali.

Honda 5 – A Nakamoto sta venendo un esaurimento nervoso. Tra il folletto che fa 25 punti oppure si spalma a terra ed il fantino che una volta era un grande nuotatore ed a Silverstone sta a galla si e no con i braccioli, verrebbe a chiunque un mal di testa formato Station Wagon. Da Tokyo sono arrivati improvvisi ed abbondanti ordini di analgesici per curare potenti emicranie nipponiche. Siamo tutti in trepidante attesa di vedere come la HRC, il reparto corse più incasinato della storia, gestirà questa situazione nelle prossime gare e quali novità porterà in pista. Qualcuno sospetta che dopo aver incassato il secco no di Stoner per rientrare ad aiutare, si siano rivolti a Doohan. Stanno per trovare l’accordo sul premio birra, ma fino a quel momento niente sakè per nessuno.

Ducati 8 – Una vecchia teoria enuncia che se non riesci a battere il tuo avversario, meglio imparare da lui mentre ti sconfigge. A Bologna però hanno puntato il radar verso Tokyo invece che verso Iwata, ed hanno preso tutto il peggio della HRC mixandolo sapientemente con una buona dose di casinismo tutto Emiliano. Così durante l’anno invece di andare avanti nello sviluppo della moto sono andati totalmente in pappa. Devono erigere una statua a Petrucci e soprattutto al responsabile della pioggia inglese. Senza acqua in pista, ieri le moto bolognesi si sarebbero spiaggiate senza ritegno in classifica.

Menzione speciale

Jack Miller 2 – Il rookie australiano, pupillo di Lucio Cecchinello, si trova davvero a suo agio sull’acqua. Quando al mattino vede la pista allagata esulta. Questa potrebbe essere la volta buona e si dirige verso la griglia con la sicurezza del pugile che sta per affrontare un avversario farlocco, utile solo a migliorare le statistiche. Lucio si avvicina in griglia, e gli dice di stare calmo che la gara è lunga e gli avversari sono tanti in pista. Ma a Jack bastano poche curve per scegliere l’avversario da puntare. Ha una moto stranamente simile alla sua. Forse la Givi sta sponsorizzando qualche altra moto in griglia? Mentre si pone queste domande si lancia al suolo coinvolgendo l’altro pilota reo di aver condiviso lo sponsor con il giovane australiano. Quando si rialza, Crutchlow sgrana i suoi occhi da Cocker e lo maledice in aramaico. Un Miller vistosamente in panico gli chiede: ”Ma la tua moto non era bianca con le scritte CWM?”. Incomprensioni sponsorizzatorie. Non è rientrato ai box della LCR e da ieri non si hanno più notizie di Jack. Cecchinello lo attende all’ingresso della Factory con una lupara.

Menzione Speciale 2

Johann Zarco 10 – Il francese, consapevole di avere la colpa di aver ucciso un Mondiale Moto2, cerca di rimediare dopo ogni gara. Il Mondo osserva con il fiato sospeso lo spericolato pilota che si lancia dopo ogni vittoria in un carpiato all’indietro dall’esecuzione degna del miglior Greg Luganis. Se dovesse sbagliare a prendere le misure stampandosi a terra probabilmente assisteremmo alla nascita del filmato Epic Fail più cliccato della storia di Youtube.

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