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MotoGP, se Pedrosa è fuori dal Mondiale perchè Valentino Rossi no?

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Pedrosa, 14° a Misano per problemi col pneumatico posteriore da bagnato, è a -49 punti e si è proclamato fuori dal Mondiale. Valentino Rossi è a -42: ha senso tornare ad Aragon?

Misano è stato un Gran Premio trascorso con un occhio alla pista e ai risultati dei piloti in gara, ed un orecchio alle voci provenienti dalla vicinissima Tavullia per capire quanto sarà lungo il periodo di recupero di Valentino Rossi dall’infortunio. In molti infatti si erano lanciati, subito dopo la notizia del suo forfait e fino alla vigilia della corsa sul tracciato romagnolo, in complicati e immaginari conti in tasca agli avversari di Rossi al fine di capire tutti i possibili scenari di classifica che si sarebbe potuto trovare di fronte dopo un GP perso. Il risultato restituito dalla pista, quello più importante e veritiero, è stato il peggiore che il 9 volte Campione del Mondo si augurava: vittoria e +25 punti per il leader iridato Marquez, podio e +16 punti per Dovizioso che è secondo in graduatoria, e +13 per un Vinales in difficoltà ma che alla fine ha ottenuto il massimo possibile ed occupa la terza posizione nel Mondiale.

VALENTINO ROSSI ANCORA IN CORSA PER IL MONDIALE: PROPAGANDA PER I TIFOSI O REALTA’? – Poi arriva Rossi, ora a -42, e subito dopo di lui c’è ancora Pedrosa, che a Misano è arrivato addirittura 14°, recuperando pochissimo terreno dall’italiano. Dopo la bandiera a scacchi, lo spagnolo del team HRC ufficiale si è però clamorosamente auto-proclamato fuori dalla lotta, facendo un onorevole esercizio di sincerità e realismo. Ma a questo punto, se il secondo corridore più esperto dello schieramento della ‘top-class’ (proprio dietro a Valentino) come Pedrosa, arriva a fare una presa di coscienza così amara ma importante con soli 7 punti di svantaggio in più, la domanda che sorge spontanea dev’essere: possiamo veramente ancora definire Rossi in corsa per il Mondiale? Ha davvero senso sognare il ritorno anticipato rispetto ai tempi previsti, già fra 14 giorni ad Aragon, per restare in corsa per il campionato? O è solo propaganda per i tifosi, e per una MotoGP che in Italia, altrimenti, teme di perdere una gran fetta di pubblico con l’assenza del personaggio intorno al quale si muovono i canali televisivi interessati?

PEDROSA PENALIZZATO DAL FISICO PER L’ENNESIMA VOLTA – L’alfiere Honda in questa stagione è sempre stato il primo degli inseguitori, immediatamente dietro ai contendenti al titolo maggiormente accreditati nonché uno dei soli 5 (non casualmente, appunto quelli messi meglio in classifica) ad aver vinto almeno una gara nel 2017, esattamente quanto Rossi; ma, dopo una prestazione pesantemente negativa, Pedrosa si è detto molto pessimista riguardo i problemi riscontrati al pneumatico posteriore in condizioni da bagnato che sono proibitive per uno della sua costituzione fisica, e che già lo avevano penalizzato durante la stagione, sia a Le Mans che ad Assen in qualifica: «Non potevo fare niente sulla moto. Mi stavo quasi schiantando in ogni angolo. Non posso cambiare (la mia costituzione)! Con la moto puoi modificare tutto, abbiamo provato tutto ma è come dire che puoi fare tutto quello che vuoi: abbiamo messo peso sulla moto oggi, abbiamo aggiunto peso, per simulare che ero più pesante. Ma è necessario andare al minimo del pneumatico e questo è difficile da gestire. Lo stesso è successo a me a Le Mans, ma è stato il sabato e anche il venerdì pomeriggio, anche in Olanda tutto il sabato e oggi in gara. Mi sono schiantato questa mattina (domenica, ndr) e ho cercato di stare lì in gara ma stavo facendo 1’54”, perché avevo zero grip. L’unica differenza è che oggi è successo di domenica, e non sono riuscito a risolvere nulla nelle tre volte che ho avuto questo problema».

VELOCE SUL FINALE CON MENO ACQUA, E SAREBBE ANCORA IN CORSA PER IL MONDIALE – La gara di Misano per Pedrosa è stata un vero e proprio incubo, ed il rammarico per i punti persi aumenta se si guarda il notevole miglioramento nel cronologico dei tempi sul finale di corsa, quando il tracciato andava asciugandosi; a dimostrazione che sarebbe stato tra i protagonisti in condizioni meteo normali, e che si sarebbe potuto dire ancora in corsa per il Mondiale, contrariamente a quanto ha invece dichiarato: «Perché alla fine la pista si stava asciugando e alcuni piloti penso che avrebbero detto che era al limite, che non c’era abbastanza acqua, ma per me era il contrario. E’ stato quando ho cominciato ad avere aderenza. Questa è la differenza. Allora, appena alla fine della gara, quando smesso di piovere e c’era meno acqua, boom! Improvvisamente ho toccato il limite di pneumatico e ho iniziato ad avere la temperatura giusta e sono sceso di quasi sei secondi dal mio miglior giro. Ho finito girare in 1’49”, 1’48” alti invece di ’54».

NESSUNA COLPA DI MICHELIN – Pedrosa entra poi nel dettaglio, spiegando: «Sotto (la temperatura minima di esercizio) non si avvia la sostanza chimica nel pneumatico, quindi non funziona. Quando arrivi al minimo, cominci a lavorare con la sospensione, con il gas ed è come una reazione a catena. Ma se non si avvia, non si va. Quindi la temperatura degli pneumatici per me era sotto il limite, come ce l’avevo ad Assen. I piloti grossi hanno più feeling in questa situazione e si lamenteranno nell’altra faccia della medaglia. Ma certo oggi nessuno ti dirà “ah, Dani ha un vantaggio”. Puoi vedere che lo svantaggio è più grande del vantaggio». Un problema che non è però riconducibile al fornitore unico Michelin, lungamente criticato da tanti piloti: «Le Michelin non hanno bisogno di una guida aggressiva. Con le Michelin bisogna essere gentili, è solo una questione di temperatura».

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