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MotoGP, Tito Rabat e le due stagioni fallimentari in Marc VDS

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Dopo due stagioni deludenti nel Team Marc VDS in MotoGP, Tito Rabat si prepara a passare in Ducati Avintia. Il Team Manager Bartholemy cerca di spiegare le ragioni dietro queste due annate negative e la voglia di trattenerlo in Moto2 nel 2016

Ci sono determinati piloti che nella propria carriera hanno toccato vette di superiorità in una determinata categoria che poi non sono riusciti a replicare passando alla successiva. Pensiamo a Kenan Sofuoglu, che dopo aver tentato di saltare in SBK è tornato in Supersport dominando stagione dopo stagione. Oppure anche esempi assai più illustri, come il Max Biaggi dominatore in 250 con quattro titoli consecutivi e non in grado di vincere anche in 500 e poi in MotoGP, salvo poi rifarsi con gli interessi in SBK. Tito Rabat è un pilota perfetto per la Moto2. Lo spagnolo ha vinto il titolo nel 2014, dimostrando una superiorità a tratti imbarazzante per gli avversari ed un bottino a fine stagione di sette vittorie al suo attivo. L’accordo con Marc VDS l’ha proiettato in MotoGP per la stagione 2016, dopo che nel 2015 un infortunio ne ha tarpato le ali nella sua rincorsa alla conferma del titolo di re della categoria di mezzo.

E proprio di quell’accordo ha parlato Michael Bartholemy, che non ha confermato lo spagnolo per il 2018 raccontando così il percorso che l’ha condotto a questa decisione e rispondendo anche alle critiche del padre del pilota, che ha accusato la squadra di non aver messo Tito Rabat nelle migliori condizioni: «Tutti i nostri piloti sono nella stessa condizione tecnica, anche in Moto2. Sul piano umano, questa separazione è dolorosa. Credo di aver fatto molto per Tito. Ha corso con noi, abbiamo sempre pagato un buono stipendio e non abbiamo mai chiesto investimenti o sponsorizzazioni. Da quando ha saputo che non correrà più con noi nella prossima stagione, non mi parla più. E’ un peccato, perchè sono stati quattro grandi anni assieme. E’ diventato anche Campione del mondo per Marc VDS ed abbiamo lottato per il titolo anche la stagione successiva. Così gli ho dato la possibilità di correre in MotoGP, e non avrebbe potuto farlo in un’altra squadra o almeno non in questa condizione tecnica, con una moto Factory ed un buono stipendio. Ora sta soffrendo questa situazione e credo che quando andrà via non torneremo ad una relazione come quella di prima». 

Il Manager rivela di aver anche tentennato prima di portare Tito Rabat in MotoGP, proprio perchè lo riteneva perfetto per la Moto2: «Due anni fa gli dissi:”Dovresti rimanere in Moto2, la MotoGP è un campionato molto diverso dalla Moto2″. Ricordo spesso questa conservazione, e mi domando: perchè non restare cinque o sei anni in Moto2 e diventare una stella della categoria? E’ meglio che essere solo una presenza in MotoGP». 

 

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