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MotoGP, Valentino Rossi e il suo legame speciale con il Giappone

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Da Rossifumi alla 8 Ore di Suzuka, dal duello con Biaggi al titolo 2008: nella carriera di Valentino il paese del Sol Levante ha avuto un ruolo speciale

Rossi e il Giappone, il Giappone e Rossi. Un legame particolare, quasi una storia d’amore verrebbe da definirla quella tra il pilota simbolo dell’era moderna del motociclismo e il paese patria di alcune delle principali case motociclistiche al mondo. Un rapporto complesso e articolato che è impossibile limitare alla pista e che nasce da quando Vale era solo un bambino appassionato di moto, che restava sveglio nel cuore della notte insieme all’amico Uccio per vedere in televisione le gare degli eroi delle due ruote. Uno più degli altri però lo colpiva, per lo stile, per il look, per la moto, perchè, semplicemente, sembrava un cartone animato trasportato nel mondo reale. L’eroe di colui il quale sarebbe diventato l’eroe di tutti era Norifumi Abe, talentuoso e spericolato campione del Sol Levante, che debuttò in 500 nel 1994 sfiorando un’incredibile vittoria nel Gran Premio di casa, allora corso a Suzuka, prima di volare a terra 3 giri dal termine. Rossi resterà per tantissimi anni legato alla figura di Abe, tanto da adottare ad inizio carriera il soprannome di Rossifumi, ispirato al nome del suo idolo, prima di diventare per tutti The Doctor. Nel 2008 però, ad un anno dalla tragica scomparsa di Abe in un incidente stradale, Rossi gli rende un toccante omaggio correndo il Gran Premio del Giappone, nel quale si laurea campione del mondo per l’8^ volta, con un adesivo che ricorda Norifumi e la sua Honda n. 56 e dedicandogli il titolo conquistato quel giorno.

La passione e il legame con il Giappone, nato da ragazzo, si sviluppa e cresce nel Rossi pilota. A Suzuka nel 2001 inaugura nel migliore dei modi la stagione che lo porterà al primo titolo mondiale nella classe regina vincendo la gara e regalando alla Honda il successo numero 500 nel Motomondiale. Quella fu anche la gara in cui esplose la rivalità in pista con Max Biaggi, con duello da brivido fatto di gomitate a 300 km/h (di Biaggi su Rossi) e dito medio in risposta di Valentino. Quel magico 2001 vide Rossi realizzare anche un altro sogno sportivo che cullava da sempre, anch’esso legato al Giappone: partecipare, e possibilmente vincere, la 8 ore di Suzuka, forse la gara di durata più famosa al mondo, sentitissima da tutte le case costruttrici nipponiche. Rossi aveva già preso parte alla gara nel 2000, ma senza fortuna e commettendo errori da principiante. Nel 2001 però Rossi, che pure avrebbe voluto saltare l’appuntamento e godersi le vacanze, è imbattibile e la coppia composta da lui e Colin Edwards non lascia nulla di intentato: la loro Honda numero 11 batte tutti gli avversari e Vale diventa così il primo italiano ad imporsi in questa gara, facendo così innamorare definitivamente di sè tutti i tifosi giapponesi, che già lo vedevano come un mito. Il feeling di Rossi col Giappone poi non è mai svanito neanche nel Motomondiale: 4 vittorie in carriera, 3 a Suzuka e 1 a Motegi dove come detto ha anche conquistato il suo penultimo titolo mondiale. Adesso, dopo l’infortunio e il rientro show di Aragon, Rossi è pronto per scrivere un’altra pagina della sua storia d’amore col paese asiatico. Il sogno sarebbe quello di tornare sul podio, magari persino di provare a vincere, per rilanciarsi ancora una volta e tenere vivo un legame infinito, tra Vale e il Giappone, tra Rossi e il motociclismo.

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