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Perché le gomme Michelin esplodono

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Le gomme Michelin continuano a far paura. Al ritorno in MotoGP nel ruolo di fornitore unico la casa di pneumatici francese ha trovato insidie inaspettate. L’incidente di Baz a Sepang è stato il primo segnale ma i guai di Redding in Argentina hanno davvero fatto scattare l’allarme

Uno dei grandi spot delle gomme Michelin parlava di quanto gli pneumatici francesi facciano consumare meno carburante, di quanto siano affidabili in condizioni estreme e di quanti km possano fare in totale sicurezza. Pochi secondi in Tv per trasmettere un messaggio di sicurezza, affidabilità. Ma se è vero che per farsi un nome ci vogliono anni e anni di duro lavoro, bastano pochi secondi per distruggere l’ottimo lavoro svolto dal marketing e far venire mal di testa fortissimi a qualsiasi ingegnere. Quando in Malesia la gomma posteriore della Ducati di Loris Baz è esplosa in pieno rettilineo a quasi 300 km/h si è subito pensato al rischio insito nelle corse e nella sperimentazione. Nel caldo torrido di Sepang qualche decimale di pressione sbagliato è stato identificato come la causa principale della brutta disavventura capitata allo spilungone francese. Sono cose che possono accadere soprattutto durante i test, quando si sperimentano mescole nuove e si porta in pista qualche soluzione innovativa.

Ma ciò che è accaduto a Rio Hondo ha davvero delle dimensioni molto più importanti. Il desciappaggio di cui è stato vittima Scott Redding ha lasciato dei brutti segni sulla sua schiena, letteralmente frustata dalla cintura di gomma staccata dalla carcassa del pneumatico. Ma il danno più grave è stato ovviamente inferto alla stessa Michelin e forse anche all’intera MotoGP. Il paddock del mondiale è sbarcato in Argentina, dove ha trovato un tracciato in condizioni semplicemente pietose. Poi c’è stato l’episodio di Redding e il conseguente caos gomme Michelin. Si potrebbe anche far notare una circostanza alquanto strana al riguardo. Per tutto il fine settimana i piloti non hanno mai girato su tempi simili a quelli dell’anno scorso, restando anche 2/3 secondi lontani dai riferimenti del 2015. Di solito le gomme vanno in crisi in situazioni di stress meccanico particolari, come ad esempio a Phillip Island nel 2013. All’epoca le Bridgestone si sgretolavano sulla spalla sinistra sotto i colpi dei velocissimi curvoni dello splendido tracciato australiano.

Invece nel weekend argentino la pista sembrava tutto tranne che gripposa. Eppure le gomme Michelin sono andate in crisi come già accaduto in passato ma non in MotoGP. In tanti si ricorderanno la scena davvero triste che gli appassionati furono costretti a vivere ad Indianapolis in F1 nel 2005. In quella circostanza la griglia di partenza era divisa tra monoposto gommate Bridgestone e altre gommate Michelin. Proprio le 14 auto gommate dalla casa francese presero parte ad una farsa da consegnare ad una delle pagine più tristi della storia della F1, rientrando nei box dopo aver effettuato il giro di ricognizione. Troppo rischi sul banking di Indianapolis e la Michelin obbligò le auto a fermarsi, per evitare incidenti potenzialmente molto pericolosi.

Evidentemente la Michelin non ha saputo fare tesoro di quella esperienza e forse i test portati avanti per tutto il 2015 non sono bastati a prevedere circostanze di questo tipo. Di fatto quanto accaduto in Argentina getta un’ombra lunghissima sul fornitore francese, che arriva fino al Texas, dove questo weekend si corre la terza gara della stagione. Il tracciato di Austin sulla carta non presenta condizioni che possano essere temibili per le gomme, ma la paura che si possa assistere ad un altro can can di gomme è tutt’altro che remota.

La Michelin ha fatto sfoggio di muscoli nella serata di sabato, quando ha dichiarato che avrebbe costruito una gomma specifica per correre domenica. Ma anche questa ipotesi non è stata affatto gradita dai piloti GP che avevano lavorato sulla messa a punto della moto in funzione delle mescole già disponibili. Al momento non sono previste contromisure particolari per quanto accaduto a Redding e l’unico reale intervento sarà quello di portare gomme con mescole sensibilmente più dure negli USA, nella speranza che non ci siano sorprese. In Texas le gomme Michelin saranno chiamate ad affrontare un rodeo piuttosto difficoltoso. Speriamo restino in sella per tutto il GP.

L’esplosione delle gomme Michelin di Scott Redding [VIDEO]

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