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Formula 1

Ferrari F1, il punto della stagione

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Il progetto Ferrari F1 è da ricostruire e ha un futuro incerto. Dopo Budapest, Vettel e Raikkonen sono ancora a quota zero vittorie. Il direttore tecnico James Allison lascia la squadra

Il Gran Premio d’Ungheria, disputato domenica scorsa sul circuito di Budapest, ha confermato una Mercedes assolutamente al top e inarrivabile per gli avversari, grazie all’ennesima doppietta portata a casa dalle due frecce d’argento con un Hamilton lanciatissimo verso il suo quarto titolo iridato che con la quinta vittoria stagionale balza per la prima volta quest’anno in testa alla classifica piloti, a scapito del compagno di squadra Nico Rosberg. L’inglese, nonostante la mancata pole position della giornata di sabato, è riuscito finalmente ad ottenere una bella partenza e a sopravanzare al via la vettura gemella per involarsi verso la vittoria. Sul podio è finito Daniel Ricciardo, davanti a Vettel, Verstappen e Raikkonen. Risultato che conferma tutte le difficoltà della Scuderia Ferrari F1.

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E pensare che lo scorso anno il team Ferrari F1, in una stagione senza ambizioni elevatissime, proprio su questa pista otteneva la seconda vittoria stagionale con Sebastian Vettel, dopo una partenza straordinaria dei due piloti che al via si erano portati in prima e seconda posizione con un passo insostenibile anche per le Mercedes. Quest’anno ci si aspettava un altro passo avanti, quello decisivo per poter tornare a lottare per il titolo, ma purtroppo finora le cose non hanno funzionato come ci si aspettava, e nonostante i proclami vittoriosi di inizio anno da parte del presidente Sergio Marchionne, nei primi undici appuntamenti di vittorie per la Rossa non ne sono arrivate.

Va detto che dopo la batosta di Silverstone la Ferrari ha comunque fatto un passo avanti in Ungheria. Su una pista ideale per esaltare le doti aerodinamiche della Red Bull, che è vicinissima ad insidiare il secondo posto a Maranello nel mondiale costruttori, la SF16-H è stata, almeno in gara, più veloce della rivale, ma vista la difficoltà di sorpasso sul circuito magiaro Vettel e Raikkonen sono rimasti rispettivamente alle spalle di Ricciardo e Verstappen e la Rossa si è ritrovata per la seconda gara consecutiva fuori dal podio.

Particolarmente positiva è stata la prestazione di Kimi Raikkonen, che ha infiammato gli appassionati con la sua bella rimonta e il gran duello con il giovane Max Verstappen, e che è stato l’unico in gara a mettere in mostra un ritmo paragonabile a quello delle Mercedes. Purtroppo il finlandese è stato costretto a partire dalle retrovie, dopo un sabato sfortunato che sotto la pioggia battente lo ha visto fuori dalla Q3 a causa del timing sbagliato per scendere in pista.

Il ferrarista è stato costretto così a partire dalla quattordicesima posizione, ma è riuscito a rimontare fino al sesto posto per ritrovarsi alle spalle di Verstappen e ingaggiare con lui una lotta furiosa. Kimi Raikkonen ha provato più volte a sorpassare il giovanissimo fenomeno olandese, che però così come accaduto con Nico Rosberg in Canada, non si è lasciato sopraffare. A differenza di Montreal, però, qui le manovre di Verstappen sono state davvero al limite, con doppi cambi di direzione che hanno causato anche il contatto tra i due, e con Raikkonen che ha così danneggiato la sua ala anteriore.

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La competizione tra i due ha diviso gli appassionati, tra chi ha chiesto a gran voce una penalità per il pilota della Red Bull e chi invece ritiene le sue manovre al limite ma non da sanzionare. In tutto questo, però, la direzione gara, solitamente fin troppo eccessiva nell’elargire penalità talvolta discutibili, non ha intrapreso alcuna azione nei confronti di Verstappen, nemmeno un’investigazione. La stessa direzione gara ha però penalizzato Jenson Button per la comunicazione radio con il suo team, non considerando che era in gioco la sicurezza visto che l’inglese si è ritrovato senza freni, per non parlare delle qualifiche di sabato, quando la pole position è stata assegnata a Nico Rosberg nonostante il tedesco l’abbia ottenuta in regime di bandiere gialle. Insomma da parte dei giudici di gara sembra mancare assolutamente una linea di pensiero univoca e un’equità nel trattare le diverse situazioni, in particolare nei confronti di Mercedes e Red Bull. Anche da questo punto di vista “politico” in casa Ferrari bisognerà recuperare il peso di un tempo, che Maranello sembra ormai non avere più.

Se questa stagione per la Ferrari F1 è stata finora al di sotto delle aspettative, non si può essere troppo ottimisti neanche per il futuro. E’ stata appena data l’ufficialità, infatti, dell’addio al team da parte del direttore tecnico James Allison, sul quale Maranello aveva riposto grandi speranze. Notizia che comunque non coglie di sorpresa e che fa seguito ai rumor che si sono susseguiti in questi giorni, con il tecnico inglese che dopo la scomparsa della moglie nel mese di marzo era apparso sempre meno nei weekend in pista, scegliendo infine di lasciare la squadra e venendo sostituito da Mattia Binotto.

Resta difficile a questo punto stabilire quali possano essere le speranze da riporre sulla vettura 2017, che avrà l’arduo compito di interpretare il nuovo regolamento tecnico in vigore dal prossimo anno con l’aerodinamica che tornerà ad avere un ruolo di primo piano. La Ferrari F1 a questo punto avrà bisogno di una forte campagna acquisti nel comparto tecnico, al quale serviranno nuovi ed importanti innesti per affrontare le sfide della prossima stagione e tornare a lottare per il titolo iridato che a Maranello manca ormai da nove anni.

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