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Superbike, Ducati conferma l’arrivo della Panigale V4 dal 2019

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Il CEO di Ducati Claudio Domenicali ha confermato che dal 2019 esordirà in Superbike la nuova Panigale V4: secondo Marco Melandri garantirà «Maggiori margini di sviluppo»

Non è ufficiale, ma ufficioso: il 2018 sarà l’ultimo anno della storica Panigale bicilindrica. La nuova moto con motore a 4 cilindri a V esordirà a partire dal 2019 nel Campionato Mondiale delle derivate di serie, lo ha confermato il CEO di Ducati Claudio Domenicali. La casa italiana è pronta dunque a salutare il V2 dopo 31 anni di successi in Superbike; la necessità nasce probabilmente dal bisogno di innovarsi per restare al passo dell’agguerrita concorrenza rappresentata da Kawasaki e Aprilia, due costruttori che, dall’anno dell’ultimo titolo Ducati in SBK firmato Carlos Checa nel 2011, hanno vinto più dei bolognesi: sono rispettivamente 66 e 31 i successi raccolti negli ultimi sei campionati dai piloti avversari, contro i 28 totali dei ducatisti.

MELANDRI FAVOREVOLE AL V4 – Secondo Marco Melandri, attualmente in sella alla ‘Rossa’ nel team Aruba e in procinto di rinnovare per un altro anno, «La tanta coppia in basso, classica di ogni motore bicilindrico, rende la nostra moto violenta; ora io, Davies e Fores dobbiamo cambiare marce più volte rispetto alle 4 cilindri e trovare il giusto equilibrio nella erogazione della potenza. Ho ancora molto da scoprire su questa moto, però, credo che se in azienda abbiano studiato e realizzato un motore V4, lo hanno fatto perché ci vedono un miglior margine di sviluppo. Intanto, penso a finire al meglio questa stagione». Il numero 33 sta vivendo una stagione interlocutoria, fatta di ottime prestazioni alternate a gran premi in cui si attesta molto distante dai primi, che non fanno capire il suo reale livello e quello della Panigale.

«La Panigale ha una ‘finestra’ di set up molto piccola; quando ci sei dentro, va tutto molto bene, ma quando la temperatura varia, la moto si rivela molto sensibile ad ogni modifica. Io devo ancora trovare la formula giusta per rimanere sempre dento alla ‘finestra’ come dovrei- spiega il ravennate per giustificare i due 4° posti a 17 secondi dal primo ottenuti a Laguna Seca è stata una trasferta americana molto difficile per me. Oltre ad un caldo imprevisto, ho dovuto lottare con la mia moto; nella mattinata, con la temperatura fresca, ero veloce sul giro singolo e sul passo gara ma, nel pomeriggio, con 20 gradi di asfalto in più mi mancava grip davanti ma anche al posteriore della moto, e non riuscivo a farle fare ciò che volevo». Melandri osserva i punti di forza delle Kawasaki e si dice preoccupato dal «salto in avanti impressionante che hanno fatto. A parte la bellissima partenza, le Kawasaki ufficiali hanno dimostrato come siano superiori nella fase in cui passano da moto dritta a completamente inclinata in un battibaleno, con una semplicità sbalorditiva».

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