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Una bufera si può abbattere sulla MotoGP: scandalo frodi sulle sponsorizzazioni

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Da una indagine che aveva al centro la gestione del circuito di Monza, si è giunti ad una vera bufera da 85 indagati e diversi arresti

L’indagine che riguardava la gestione purtroppo fallimentare del tracciato di Monza ha portato gli inquirenti ad aprire nuovi territori di indagine su altri argomenti. Alcune fatture di consulenza decisamente gonfiate ed improprie hanno infatti catturato l’attenzione degli inquirenti, che sono andati a fondo e si sono trovati a scavare in un torbido probabilmente molto più profondo di quanto potessero immaginare. Il fenomeno al centro delle indagini è quello delle false sponsorizzazioni. In realtà non si tratta di sponsorizzazioni false o inesistenti, bensì di uno strumento legale utilizzato per perseguire scopi illegali.

La dinamica della vicenda si svolge secondo una logica ben precisa, che riguarda un soggetto sponsor, un Team ed un intermediario. E’ proprio l’intermediario il centro delle indagini, ovvero il tessitore di una trama fitta e davvero intricata. Le modalità sono semplici e riguardano una semplice regola fiscale: tutte le sponsorizzazioni a squadre ed associazioni sportive in Italia abbattono l’imponibile fiscale. Non si deve essere dei Dottori Commercialisti per capire che abbattere l’imponibile significa risparmiare sulle tasse da pagare. Se invece di avere un’imponibile di un milione di euro, questo imponibile è di cinquecentomila euro, anche le tasse saranno commisurate. Il problema nasce in una seconda fase della vicenda e qui entra in gioco l’intermediario che è poi il principale accusato della vicenda.

L’opera di intermediazione consisteva infatti nel mettere in contatto sponsor e team, fornendo supporto anche amministrativo attraverso società di comodo. Una volta versata la sponsorizzazione al Team, l’intermediario emetteva fattura allo stesso team di importo anche superiore al 50% della stessa sponsorizzazione. Questi soldi, di fatto sottratti al Fisco, venivano poi girati nuovamente all’azienda sponsor attraverso un giro di conti offshore ed altre trovate tutte messe in piedi per eludere il regolare flusso fiscale.

La Guardia di Finanza ipotizza una frode pari a circa 75 milioni di euro, con oltre 80 aziende coinvolte ed un patrimonio degli incriminati, già sequestrato, pari ad oltre 10 milioni di euro tra proprietà immobiliari ed auto di lusso. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere alla frode fiscale, passando per il riciclaggio. Non si parla di certo di accuse leggere e sembra che in questo momento si sia solo grattando la superficie di un sistema molto ramificato e ben presente nelle competizioni sportive anche ad altissimo livello.

Per ora sono stati effettuati tre arresti, con un cittadino svizzero e due italiani coinvolti nella prima fase delle indagini. Non sono stati ovviamente resi noti altri nomi, ma con tante aziende coinvolte non è da escludere che lo scandalo possa anche colpire nomi di peso del Racing sia in ambito motociclistico che automobilistico. Il rischio è di compromettere in modo piuttosto serio la credibilità di un sistema forse molto più malato di quanto l’apparenza dorata possa suggerire. Non avendo ulteriori elementi, dobbiamo solo attendere e sperare che non si sia scoperchiato un vaso di Pandora fitto di demoni. Il motociclismo e gli appassionati di tutto il mondo non ne hanno bisogno.

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