
Parla Horacio Pagani foto: Facebook @Horacio Pagani - (motorinews24.com)
“Un’auto deve parlare all’anima, non solo rispondere a una normativa. Deve essere poesia, non solo ingegneria”
Durante una lunga e affascinante intervista al podcast BSMT, condotto da Gianluca Gazzoli, il fondatore della Pagani Automobili, Horacio Pagani, ha rilasciato dichiarazioni che hanno fatto discutere il mondo dell’automotive. Dalla sua visione critica sulle auto elettriche, fino ai ricordi degli inizi in Lamborghini, Pagani ha tracciato una riflessione ampia, che va ben oltre la semplice ingegneria meccanica.
Pagani ha ripercorso i suoi inizi nel mondo dell’auto, ricordando con emozione gli anni trascorsi in Lamborghini e il sogno, coltivato fin da ragazzo in Argentina, di costruire “l’auto più bella del mondo”. Le sue ispirazioni? Leonardo da Vinci e l’orologeria svizzera: precisione, equilibrio e bellezza funzionale.
Nel corso dell’intervista, Pagani ha condiviso anche un pensiero curioso sul futuro di Lewis Hamilton, campione del mondo di Formula 1. “Mi piacerebbe vederlo su una bella Ferrari con un motore V12. Sarebbe il connubio perfetto tra talento e tradizione meccanica italiana.”
Questo riferimento non è solo sportivo, ma anche simbolico: per Pagani, l’esperienza di guida deve essere totale, multisensoriale, come quella offerta da un potente motore aspirato.
La profezia di Horacio Pagani
Pagani non usa mezzi termini: il mercato delle supercar elettriche, secondo lui, è destinato a fallire. Dopo anni di ricerca e sviluppo, cominciati nel 2018, la sua azienda ha valutato a lungo la possibilità di introdurre una hypercar a batterie. Tuttavia, la risposta del mercato è stata chiara: i clienti non sono interessati.

“Abbiamo realizzato prototipi elettrici, ma chi compra una Pagani vuole emozione, rumore, leggerezza. Tutto ciò che, al momento, una vettura elettrica non può offrire”, ha affermato. Il problema principale, secondo lui, è il peso: un’auto elettrica ad alte prestazioni peserebbe centinaia di chili in più rispetto alle attuali Pagani, alterando in modo radicale la dinamica di guida.
Pagani ha anche espresso una visione critica sulla spinta istituzionale verso l’elettrificazione. A suo avviso, l’industria sta correndo troppo, influenzata più da logiche politiche che da reali necessità o benefici per l’utente finale. “Mancano ancora le infrastrutture, le batterie sono costose e difficili da produrre. La sostenibilità non può basarsi solo su una transizione tecnologica imposta”, ha detto.
E aggiunge: “Se il cliente non è entusiasta, allora non ha senso forzare un cambiamento. Bisogna ascoltare chi guida davvero queste auto”.
Nonostante la posizione netta sull’elettrico, Pagani non è chiuso all’innovazione. Ha dichiarato che la sua azienda continuerà a investire nella ricerca, ma con l’obiettivo di realizzare un’auto elettrica che mantenga l’essenza Pagani: leggerezza, arte e prestazioni emozionali. “Non si tratta solo di velocità. Una Pagani è come un’opera d’arte, un orologio di precisione, un oggetto che deve ispirare. L’elettrico può essere il futuro, ma solo se saprà conservare queste qualità.”