
Queste auto sono proprio brutte - www.MotoriNews24.com
Non sempre “nuovo” significa “migliore”: queste auto, secondo i clienti, sono peggiorate parecchio, quando sono state rinnovate.
Roma, 29 settembre 2025 – Nel mondo dell’automobilismo, un restyling dovrebbe rinvigorire un modello, ma spesso si trasforma in un boomerang che sminuisce l’identità e il fascino originari dei veicoli. Le auto che sono peggiorate dopo un restyling non sono poche, e tra queste spiccano due esempi italiani che hanno fatto arrabbiare i puristi.
Il restyling, o facelift, è una pratica comune per mantenere un modello fresco sul mercato, ma se fatto male può risultare disastroso. Vediamo quali sono stati i peggiori casi recenti e perché hanno deluso fan e addetti ai lavori. Ma lanciamoci subito nel vivo della lista che include pure famosi modelli italiani!
Sono diventate più brutte
L’Alfa Romeo 166 è stata un’icona di eleganza senza tempo nel segmento delle berline di lusso. La versione originale, con i suoi piccoli fari e le linee sinuose, rappresentava perfettamente la classicità e la sportività del marchio milanese. La combinazione di dettagli raffinati come le modanature laterali e il motore Busso V6 creavano un equilibrio estetico raro.
Con il restyling, però, Alfa Romeo ha preso una decisione che ha fatto storcere il naso a molti: l’aggiornamento ha reso la 166 troppo convenzionale, quasi banale. La parte frontale, in particolare, è apparsa vecchia, quasi come un passo indietro rispetto alla versione precedente, perdendo quel carattere distintivo che aveva fatto innamorare i clienti. Nonostante l’aggiornamento, le vendite non hanno beneficiato: la 166 è rimasta un modello di nicchia, poco appetibile sul mercato.
La Fiat Multipla è uno di quei casi in cui il coraggio estetico ha diviso l’opinione pubblica. La sua forma, considerata da molti “brutta”, è in realtà parte del suo fascino unico, rendendo l’auto immediatamente riconoscibile e funzionale, soprattutto per la visibilità anteriore che pochi MPV avevano all’epoca.
Tuttavia, la necessità di migliorare le vendite ha spinto Fiat a realizzare un restyling drastico. Il risultato? Una Multipla che ha perso tutta la sua identità, con un frontale piatto e anonimo preso dalla Fiat Idea, un modello completamente diverso. La trasformazione ha tolto quel tocco di personalità che aveva reso la Multipla un’auto cult, trasformandola in una vettura qualunque, incapace di attirare nuovi clienti.

Non sono solo i modelli italiani a soffrire di facelift disastrosi. Anche brand internazionali hanno vissuto momenti difficili. La Hyundai Coupé degli anni ’90, con il suo restyling mal riuscito, ha trasformato un modello promettente in un’auto dal design esagerato e poco coerente, con un interno peggiorato e una guida che non migliorava affatto.
La Saab 9-5 ha subito un restyling “di necessità” che ha portato a un frontale goffo e fuori luogo, in contraddizione con la linea elegante e l’anzianità del modello. Nel frattempo, la cancellazione dei motori a sei cilindri ha privato la vettura di una delle sue caratteristiche più apprezzate.
Anche la Mercedes SL ha visto un’evoluzione controversa, con un restyling del 2007 che ha spezzato l’armonia stilistica della coupé cabriolet, soprattutto nelle versioni AMG, rovinando l’impatto visivo e diluendo la sua esclusività.
Restyling che allontanano i clienti
L’esempio della Volkswagen Phaeton è emblematico: con un design originale e raffinato, il restyling del 2010 ha introdotto un frontale più anonimo, che molti hanno scambiato per una Passat. La perdita di motori potenti come il V10 TDI ha ulteriormente ridotto il fascino di una berlina di lusso che voleva competere con i migliori.
La BMW X7, invece, ha voluto stupire con un facelift audace, ma l’adozione della griglia e dei fari ispirati alla nuova Serie 7 ha diviso l’opinione pubblica. Il risultato è un SUV che non passa inosservato, ma non sempre per motivi positivi, sacrificando la sobrietà a favore di un look aggressivo e controverso. Pur non facendo registrare un calo di vendite importante è innegabile che anche la nuova mascherina della BMW Serie 3, specie in versione M, abbia lasciato molti clienti delusi e confusi.

Infine, la Chevrolet Camaro ha subito un restyling che ha suscitato critiche per la scelta di un frontale quasi interamente nero con il logo Chevrolet sospeso, un dettaglio estetico poco apprezzato che ha richiesto un rapido intervento correttivo da parte della casa americana, anche se le vendite non ne hanno beneficiato.
Questi esempi dimostrano come un restyling, se non studiato con attenzione, possa diventare un boomerang per i produttori. Non è solo questione di estetica, ma di rispetto per l’eredità e l’identità di un modello che i fan hanno imparato ad amare. Quando il restyling tradisce questa essenza, il risultato è spesso un flop commerciale e una perdita di credibilità per il marchio.