
Addio anche a questo marchio! - www.MotoriNews24.com
Dopo Maserati un altro marchio di Stellantis finisce nell’occhio del ciclone. L’azienda passa di mano.
Nel panorama industriale italiano si registra un nuovo e significativo sviluppo che coinvolge un marchio storico, produttore nazionale di camion e autobus. La holding Exor, controllata dalla famiglia Agnelli, ha ufficialmente avviato trattative per la cessione di una quota rilevante di questo famoso brand, sollevando grande attenzione e diverse preoccupazioni sul futuro del settore automotive italiano.
Secondo quanto riportato da fonti ANSA, tra i principali interessati all’acquisto di questa realtà figura il gruppo indiano Tata Motors, già proprietario di marchi prestigiosi come Jaguar Land Rover. La notizia ha generato subito un impatto positivo sui mercati finanziari: il titolo del marchio ha registrato un rialzo superiore al 9%, attestandosi a 16,6 euro per azione. Nonostante ciò, sia Exor sia il brand in questione hanno mantenuto un rigoroso silenzio ufficiale, non confermando né smentendo le indiscrezioni.
Non si tratta di un primo tentativo di vendita: in passato infatti si erano ipotizzate trattative con il colosso cinese Faw, senza però giungere a un accordo definitivo. Il legame tra la famiglia Agnelli-Elkann e i Tata è storico e fondato su rapporti personali e collaborazioni industriali. Ratan Tata, figura di spicco del gruppo indiano, è stato ospite d’onore alla Bocconi nel 2013, condividendo un evento accademico con John Elkann. Nel settore automotive le sinergie tra Fiat e Tata erano già emerse con lo sviluppo congiunto di motori diesel multijet destinati al mercato indiano, suggerendo un possibile clima favorevole a un’operazione di questo tipo.
Opzione cessione per Iveco: allarme per i lavoratori
La prospettiva di una cessione dello storico brand di Stellantis Iveco ha immediatamente sollevato allarme tra i sindacati italiani. La Fiom ha espresso una netta contrarietà, invitando il governo a intervenire con fermezza per evitare che venga compromesso il futuro occupazionale e produttivo degli stabilimenti. “La proprietà sta smontando pezzo dopo pezzo l’industria dell’automotive del nostro Paese”, ha dichiarato il sindacato, sottolineando la necessità di tutelare i 14.000 lavoratori coinvolti.
Anche la Uilm ha manifestato preoccupazione, evidenziando l’aggravarsi della situazione in un contesto in cui, oltre alle sfide di mercato, si aggiungono le pressioni derivanti dalle sanzioni europee contro le emissioni dei veicoli commerciali. La sigla ha sottolineato la complessità del quadro industriale e la vulnerabilità del comparto.

Infine, la sigla Ugl Metalmeccanici ha richiesto formalmente una convocazione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy al fine di avviare un confronto istituzionale che possa chiarire le prospettive di Iveco e garantire la salvaguardia del tessuto produttivo nazionale.
L’eventuale passaggio di Iveco sotto il controllo di Tata rappresenterebbe un cambio di paradigma importante per uno dei simboli dell’industria italiana, e potrebbe avere ripercussioni significative sull’intera filiera. Il silenzio ufficiale dei protagonisti lascia spazio a numerose ipotesi e attese, mentre la partita industriale si fa sempre più complessa e delicata.