
Erano tutte bugie - www.MotoriNews24.com
Esce fuori la verità su questo tema importantissimo: ci hanno nascosto molte cose.
Un nuovo studio internazionale ha finalmente fatto chiarezza sulla disinformazione che circonda le auto elettriche, un fenomeno ormai diffuso e radicato nell’opinione pubblica di diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Germania, Austria e Australia. La ricerca rivela come molte delle credenze errate più comuni sulle BEV – Battery Electric Vehicles -persistano nonostante numerosi dati scientifici le abbiano già smentite.
Secondo lo studio, la disinformazione che riguarda l’uso e le caratteristiche delle auto elettriche è sorprendentemente diffusa, con il 36% degli intervistati che si mostra convinto di falsi miti largamente smentiti. Tra questi, spiccano nove idee sbagliate che continuano a influenzare negativamente la percezione delle BEV. In particolare, due falsi miti dominano le risposte: la convinzione che le batterie delle auto elettriche siano soggette a un’obsolescenza programmata e che i veicoli elettrici abbiano un maggior rischio di incendio rispetto alle auto a combustione interna.
Il dato più allarmante riguarda proprio la sicurezza: il 56% degli intervistati crede infatti che le auto elettriche possano prendere fuoco più facilmente rispetto alle tradizionali auto a benzina o diesel. Tuttavia, i dati ufficiali dimostrano il contrario. Le batterie agli ioni di litio, utilizzate nelle BEV, sono progettate con sistemi di sicurezza avanzati e i casi di incendio risultano statisticamente inferiori rispetto ai combustibili fossili.
Miti sulle emissioni e campi elettromagnetici: cosa dice la scienza
Un altro aspetto frequentemente frainteso riguarda le emissioni inquinanti delle auto elettriche. Molti ritengono erroneamente che queste vetture siano meno ecologiche di quanto realmente siano, soprattutto considerando l’intero ciclo di vita, dalla produzione alla dismissione. Lo studio sottolinea che, nonostante l’impatto ambientale legato alla produzione delle batterie, le BEV garantiscono emissioni significativamente inferiori rispetto ai veicoli tradizionali nell’arco della loro vita utile.
Inoltre, si registra una forte preoccupazione riguardo ai campi elettromagnetici generati dalle batterie e dai motori elettrici. Anche in questo caso, ricerche scientifiche indipendenti hanno confermato che l’esposizione a tali campi è ben al di sotto delle soglie di rischio per la salute umana, smontando così un altro dei miti più persistenti.

Uno degli aspetti più interessanti emersi dalla ricerca riguarda il legame tra la propensione a credere nelle false informazioni e il rapporto personale con le istituzioni e le fonti ufficiali. Non è tanto il livello di istruzione o la conoscenza scientifica a determinare la credulità, quanto piuttosto la diffidenza verso gli esperti e la tendenza a credere in teorie complottiste.
Questo significa che per contrastare efficacemente la disinformazione sulle auto elettriche è necessario adottare strategie comunicative che aumentino la trasparenza e la credibilità delle fonti. La diffusione di dati rigorosi, chiari e accessibili anche a un pubblico scettico appare fondamentale. Alcuni esperti suggeriscono inoltre che intervenire con sanzioni nei confronti di chi diffonde intenzionalmente notizie false potrebbe essere un deterrente efficace, viste le conseguenze potenzialmente dannose di lungo termine sulla transizione verso una mobilità sostenibile.
L’emergere di questa verità scientifica, supportata da un ampio campione internazionale, rappresenta un passo importante per il settore automobilistico e per l’ambiente, aprendo la strada a un dibattito più consapevole sul futuro della mobilità elettrica.