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Dazi, parte la vendetta della Cina: blocco di un export fondamentale

La Cina decide di rispondere con forza e impeto all’attacco commerciale degli Stati Uniti d’America: di cosa si tratta.

Se quella che sta avvenendo non è una guerra commerciale vera e propria, poco ci manca. Dopo i dazi imposti dagli Stati Uniti nei confronti di Unione Europea e soprattutto Cina, la geopolitica e i mercati internazionali hanno subito uno scossone di portata veramente notevole, e ci potevamo aspettare come minimo che avvenisse qualche risposta altrettanto piccata.

E infatti, a quanto pare, la Cina non si è fatta attendere particolarmente in questo senso. Il Paese orientale più importante in assoluto, almeno dal punto di vista economico, ha deciso di bloccare un export a dir poco fondamentale: è stato sospeso quello che porta a diversi materiali cruciali come metalli e magneti, ma anche terre rare varie. Questa mossa potrebbe avere conseguenze mastodontiche sull’industria bellica, elettronica, automobilistica, aerospaziale e dei semiconduttori, riguardando principalmente Europa e USA.

Trump colpisce, la Cina risponde: in cosa consiste e conseguenze

Secondo il New York Times, la Cina sta pensando a un sistema di regolamentazione interamente nuovo, che una volta implementato potrebbe agire da divieto permanente per la fornitura ad alcune aziende dei materiali sopracitati. Questa decisione non solo è preoccupante per quanto permane i dialoghi internazionali, ma mette per l’ennesima volta in evidenza la fragilità delle catene di approvvigionamento globali, specialmente in seguito ai dazi voluti fortemente dal Presidente americano Donald Trump.

Già lo scorso 4 aprile, comunque, la Cina ha imposto restrizioni all’importazione di sei metalli pesanti delle terre rare, raffinati esclusivamente in Cina, e dei magneti che ne derivano (il Paese copre circa il 90% della produzione globale). In poche parole, da qui in avanti le spedizioni all’estero possono avvenire solo attraverso licenze particolarmente speciali, per le quali il governo cinese sta iniziando a realizzare uno specifico sistema di rilascio.

La situazione viene resa ancora più critica dal notevole impiego di queste materie prime in alcune delle branchie del settore della tecnologia come i prodotti chimici per i motori a reazione, i laser, fari per auto e alcune candele, ma anche condensatori e componenti elettronici dei chip che si occupano di almentare i server dell’intelligenza artificiale e degli smartphone. Non si tratta di una scelta che favorisce esclusivamente la Cina, però, perché tra i metalli che verranno misurati da nuovi controlli c’è anche l’ossido di disprosio; si tratta di un materiale usato pure nei motori elettrici, oltre che nei sistemi di guida e nei componenti per la difesa.

Christian Camberini

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