
Si potevano evitare tutti - www.MotoriNews24.com
I danni fatti dallo scandalo Dieselgate sono ben più gravi di quanto pensavamo. A oltre 124.000 ha portato via tutto, vita compresa.
A dieci anni dallo scoppio dello scandalo Dieselgate, emergono dati sconvolgenti che rivelano l’impatto devastante di quella frode sull’intera popolazione europea. Uno studio recente, pubblicato dal Center for Research on Energy and Clean Air o CREA e commissionato dall’organizzazione ambientalista ClientEarth, ha quantificato in ben 124.000 i morti prematuri causati dalle emissioni eccessive di gas tossici generate da veicoli diesel manipolati tra il 2009 e il 2024 nell’Unione Europea e nel Regno Unito.
Le cifre emerse dal report sono agghiaccianti: oltre alle vite stroncate, si contano 98.000 nuovi casi di asma tra i bambini, 25.000 anni vissuti con broncopneumopatia cronica ostruttiva e un totale di 15 milioni di giorni di assenza dal lavoro a causa di malattie respiratorie correlate. Questi effetti sanitari hanno un costo economico stimato intorno ai 760 miliardi di euro nell’arco di quindici anni.
Ma la tragedia non si ferma qui: se non si interviene rapidamente per rimuovere i dispositivi di manipolazione vietati ancora montati su molte auto, si prevedono altri 81.000 decessi prematuri e un impatto economico di ulteriori 430 miliardi di euro tra il 2025 e il 2040. Un’eredità tossica che continuerà a pesare sulle nostre società se non si spezza il circolo vizioso dell’inquinamento diesel.
Una frode costata carissimo
Il cuore della frode è il cosiddetto “dispositivo di manipolazione”, una tecnologia software progettata per alterare i dati delle emissioni durante i test ufficiali di omologazione. In pratica, i motori diesel venivano tarati per ridurre temporaneamente le emissioni tossiche solo sotto le condizioni standard del laboratorio, mentre su strada i veicoli emettevano quantità molto più elevate di sostanze nocive.
Il Crea spiega che questo sistema non si limitava a intervenire solo durante i test, ma sfrutta una vasta gamma di strategie che modificano il funzionamento dei sistemi di controllo delle emissioni in base a diversi parametri come temperatura, velocità e regime del motore, alterando così la reale performance ambientale dei veicoli.

Nonostante le prove schiaccianti e la crescente evidenza del fenomeno, le autorità dell’Unione Europea e del Regno Unito sono state finora inefficaci nel combattere il problema. Il rapporto denuncia che le istituzioni hanno fatto “ben poco” per obbligare i produttori a fornire soluzioni efficaci o per rimuovere dal mercato i veicoli più inquinanti.
Il risultato? I consumatori sono stati lasciati soli a inseguire risarcimenti in tribunale, mentre le strade continuano a essere invase da automobili che emettono livelli pericolosi di inquinanti. Proprio in questi giorni, il tribunale tedesco ha inflitto pene detentive a quattro ex dirigenti Volkswagen, ma la questione resta lontana dall’essere risolta a livello europeo.
Lo studio del Crea lancia un appello urgente: le autorità nazionali e la Commissione Europea devono indagare attivamente sull’uso illegale di dispositivi di manipolazione, costringendo i produttori a intervenire concretamente. Simili obblighi sono stati ribaditi anche nel Regno Unito, ma la posta in gioco è alta: continuare a ignorare il problema significa condannare milioni di persone a patire le conseguenze di un’inquinamento evitabile e criminale. Solo un intervento deciso e coordinato può spezzare questo ciclo di sofferenza e responsabilità negate, restituendo dignità a chi ha pagato con la vita e alla salute di chi verrà.