Formula 1

F1, Hamilton contro il limite dei 3 motori per il 2018

La regola che limita l’utilizzo delle power unit si farà ancora più restrittiva il prossimo anno e non piace a nessuno: i piloti non possono spingere al 100% e per i team non c’è un risparmio nei costi

La stagione 2017 di Formula 1 è ormai quasi conclusa, con entrambi i titoli assegnati e un solo GP da disputare, e il pensiero è già rivolto a quello che sarà il campionato del 2018, con la Mercedes e Lewis Hamilton a caccia dell’ennesimo titolo e Ferrari e Red Bull all’inseguimento, con l’obiettivo di battere finalmente le Frecce d’Argento. Il circus però è sempre in movimento anche dal punto di vista regolamentare e uno dei temi che già sta creando molta discussione in vista della prossima annata è quello delle limitazioni ai motori. Da quando nel 2014 è entrato in vigore il sistema delle power unit sono stati introdotti dei vincoli al numero di componenti utilizzabili, con l’obiettivo di evitare ai team spese eccessive durante l’annata. Questa idea in realtà era stata criticata sin da subito da piloti ed appassionati, che contestavano il fatto che il pilota fosse costretto a diventare una sorta ‘gestore’ invece di poter dare sfogo a tutto il suo talento in pista. La FIA però ha portato avanti questa linea, nonostante si sia visto come in questi anni le scuderie siano state comunque costrette a spendere enormi quantità di denaro per cercare di rendere il più affidabili possibili le varie componenti, in modo da evitare di incorrere nelle ormai famigerate posizioni di penalità in griglia di partenza, o di sopperire ad una inaffidabilità presente a priori sfornando a ciclo continuo nuove componenti per sostituire quelle che andavano puntualmente a rompersi (la situazione della Honda non vi dice niente?).

Si è di fatto creato un sistema che ‘castra’ la prestazione pura e che non aiuta nemmeno a contenere i costi. Un disastro. Non a caso Liberty Media sta lavorando per modificare i regolamenti a partire dal 2021, riducendo la complessità di questi motori e congiuntamente anche le spese che i costruttori devono sostenere per svilupparli, con la speranza di attirare sempre più Case in F1. Fino a quell’anno però restano in vigore le limitazioni attuali: questo vuol dire che nel 2018 si potranno utilizzare solo 3 motori, una ulteriore restrizione rispetto ai 4 del 2017. Chi si è pesantemente scagliato contro la direzione che da questo punto di vista sta prendendo la Formula 1 è stato il campione del mondo Lewis Hamilton che ha manifestato tutto il suo disappunto in vista del 2018:  «Non è una grande cosa il fatto che potremo avere solo 3 power unit l’anno prossimo. Ormai per mantenere l’affidabilità non possiamo più spingere al massimo, bisogna gestire la potenza, ma questa non è più F1». Il quattro volte iridato ha spiegato anche come per lui sia stato speciale poter utilizzare a pieno regime il suo motore nella recente gara brasiliana, visto che era stato sostituito dopo il suo incidente nelle qualifiche e soprattutto poiché dovrà durare solo per un’altra gara: «E’ stata la prima volta che ho potuto davvero sfruttare al massimo il motore da quando mi è capitata la rottura della power unit lo scorso anno nel Gran Premio di Malesia: da allora non avevo più voluto spingere oltre il necessario, anche quando il team mi diceva che era possibile farlo. Chi era davanti a me, nelle prime posizioni, doveva gestire le varie componenti come al solito e non era nella mia stessa situazione. Queste sono cose che si dovrebbero tenere a mente quando si parla di regole per il futuro». Un regolamento evidentemente sbagliato che però purtroppo non sarà possibile modificare ancora qualche stagione, sperando che a partire dal 2021 le cose possano cambiare.

Matteo Senatore

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