Formula 1

F1, Mario Andretti spara a zero contro la Haas

L’icona dell’automobilismo USA contro il team principal del team statunitense Günther Steiner che aveva parlato di piloti americani inadeguati alla Formula 1

Nella tranquillità dell’inverno, la stagione in cui di solito in Formula 1 si parla poco e si lavora molto per preparare la nuova stagione, sta prendendo corpo una polemica sempre più grande che infiamma gli animi del motorsport a stelle e strisce in una sorta di guerra civile (sempre in ambito sportivo, si intende) tra l’unico team statunitense in F1 e la principale icona delle gare a ruote scoperte made in USA.

Tutto ha preso il via con la secca dichiarazione del team principal della Haas Günther Steiner che al sito Autosport, alla domanda se fosse una priorità del team riportare a tempo pieno in Formula 1 un pilota statunitense, ha risposto in maniera inequivocabile dicendo che: «Al momento nessuno di loro è ancora pronto per il grande salto». Steiner ha anche ‘stroncato’ i due piloti più quotati al momento negli States, Alexander Rossi, vincitore ad Indianapolis nel 2016 e autore di 5 GP in F1 nel 2015, e Josef Newgarden, campione Indycar 2017.

Le reazioni, piccate, non si sono fatte attendere, una su tutti quella di Mario Andretti, campione del mondo di Formula 1 nel 1978 con la Lotus e vera e propria leggenda dell’automobilismo americano e mondiale: «Wrong and arrogant» il suo ‘cinguettio’ pubblicato su Twitter a riguardo della questione: «Avete torto e siete arroganti!!». Una presa di posizione importante da parte di un uomo che è il simbolo stesso dell’automobilismo negli States.

Ma la voce di ‘piedone’ non è stata l’unica ad alzarsi in difesa dei driver a stelle e strisce. Sempre sui social network si sono espressi molto duramente verso il team Haas anche due piloti attualmente protagonisti della Indycar: Conor Daly e Graham Rahal«Se davvero pensate che siamo così scarsi, perchè non ci mettete alla prova chiamando qualcuno di noi?» la provocazione di Rahal nei confronti del team, che poi è continuata sempre su Twitter: «Sempre divertente la mentalità del team Haas: i piloti americani non sono abbastanza bravi, ma non ci hanno dato neanche un’occasione». Infine una chiusura pro Indycar: «I piloti americani sono dannatamente forti, ci sono un sacco di talenti qui. Restate in Indycar, è molto più competitiva». A rincarare la dose è poi arrivato Conor Daly: «Come puoi pensare di definirti una squadra americana e sottostimare completamente tutti i tuoi piloti di casa?». Sulla questione si è espresso anche l’ex pilota Indycar Gil de Ferran, che ha spiegato come a suo modo di vedere ci siano molti piloti americani di talento, che magari intraprendono carriere diverse da quella di pilota di F1. Tra i migliori secondo lui al momento ci sono proprio Rossi e Newgarden. De Ferran ha anche spiegato che ci sono molte differenze tra F1 e Indycar e che può capitare che piloti europei deludano nella serie americana, e viceversa: «Dipende dal talento di ogni pilota: Montoya e Villeneuve in passato hanno vinto negli USA e poi anche in F1, così come Mansell è venuto qui dopo aver vinto in Formula 1 e ha battuto tutti». La sensazione è che la discussione rimarrà infuocata anche nei prossimi giorni.

Matteo Senatore

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