Formula 1

F1, una candela brucia definitivamente i sogni della Ferrari

Il ritiro di Suzuka cancella anche le ultime speranze di rimonta per Vettel. Queste ultime 4 gare serviranno per provare a tornare al successo e rilanciarsi in vista del 2018

E’ terminata anche la trasferta di Suzuka, l’ultima del trittico asiatico della Formula 1, prima di quello che sarà il gran finale di Abu Dhabi. Adesso il circus si sposterà nel continente americano per tre gare tra Stati Uniti, Messico e Brasile, che un mese fa si annunciavano come decisive nella corsa al titolo e che invece rischiano di diventare una sorta di marcia di incoronazione verso il 4° successo mondiale di Lewis Hamilton. Quella che doveva essere la riscossa Ferrari tra Singapore, Malesia e Giappone si è trasformato in un incubo lungo 3 settimane, che ha shockato i tifosi della rossa in tutto il mondo. Proprio quando la SF70H di Maranello pareva aver davvero superato la Mercedes a livello di prestazione, ecco che arrivano gli incidenti (Singapore) e i problemi tecnici (Sepang e Suzuka) a spianare la strada alle ‘frecce d’argento’, non più così veloci come gli anni scorsi, ma terribilmente affidabili. L’ultima occasione di rilancio per le speranze di Sebastian Vettel si è spenta nell’alba italiana, quando dall’altra parte del mondo si rompeva una candela sulla vettura numero 5 della Ferrari. Una componente minima nella tecnologia estrema delle moderne F1, una candela come quella che si è rotta sull’auto di Sebastian occupa circa lo 0,0005%  del budget di un team come la Ferrari, ma sufficiente per far sembrare ferma la ‘rossa’ al confronto con le auto avversarie sul rettilineo in discesa di Suzuka.

E’ inutile, adesso, aggrapparsi al precedente del 2007 e di quell’incredibile rimonta di Kimi Raikkonen: 59 punti ad Hamilton in 4 gare non sono recuperabili. Non tanto perché la Ferrari non sia veloce, anzi, dal punto di vista delle prestazioni l’auto italiana è al momento la migliore del lotto, ma perché alla Mercedes per vincere il titolo basteranno dei piazzamenti e la vettura tedesca sembra praticamente indistruttibile. Lo stesso Hamilton ieri ha riconosciuto come l’affidabilità della sua F1 W08 stia facendo la differenza nella corsa al titolo. L’unico obiettivo resta quello di tornare a vincere una gara il prima possibile e di ritardare la festa dei rivali. Questo mese tremendo però deve servire da motivazione e monito per il futuro: per il 2018 servirà migliorare la componentistica della macchina, prestando più attenzione ai fornitori e alla qualità dei pezzi, senza però buttare a mare quanto di buono è stato costruito quest’anno sul piano della velocità. La sfida è già lanciata, a Maurizio Arrivabene e ai suoi uomini il compito di trasformarla nella base per ripartire inseguendo quel titolo piloti che aMaranello manca ormai dal 2007.

Matteo Senatore

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