Formula 1

F1, Zanardi applaude la Ferrari: «Con Leclerc, migliorerà anche a Vettel»

Pronto a correre la 24 ore di Daytona senza protesi, Zanardi ha voluto commentare l’ingaggio di Leclerc in Ferrari, scelta che farà bene soprattutto a Vettel

Accolto come una leggenda a Daytona, in Florida, Alex Zanardi è pronto, ancora una volta, a cimentarsi in una gara che, forse per uno come lui, non suona neanche più come un’impresa. Ad aspettarlo, infatti, sarà la 24 ore, la celebre corsa di resistenza di Daytona Beach, ispirata all’omonima di Le Mans e sponsorizzata da Rolex, che si disputa dal 1966, in programma il prossimo sabato. Il pilota bolognese, plurivincitore di prestigiosissime medaglie alle Paraolimpiadi di Londra e Rio de Janeiro, gareggerà senza protesi, condividendo il volante della Bmw M8 Gte con altri tre piloti: John Edwards, Jesse Krohn e Chaz Mostert. Nell’interessante intervista concessa al Corriere della SeraThe italian Legend ha commentato così la prova che lo attenderà: «Daytona è un vero e proprio tempio della velocità, qualcosa di enorme. Al solo vederlo, ti intimidisce. Il mio obiettivo è non sbagliare. Mi chiamano fenomeno, ma i fenomeni sono altri. Io voglio solo essere utile».

Lo stesso Zanardi ha, però, voluto dire la sua anche sul recente ingaggio del giovanissimo Leclerc in Ferrari, dopo quattro stagioni in cui era stato Raikkonen a “combattere” al fianco di Vettel: «La considero una scelta davvero positiva. Anche per dare una sveglia al tedesco, non che ne abbia bisogno ma serviva un intervento. Ben venga Leclerc, giovane dal talento cristallino ma spero che Vettel resti il leader. In questo modo, potremmo chiarire un dubbio, dimostrando che il problema della Ferrari non erano i piloti. Ora è necessario migliorare la macchina per riuscire a battere Hamilton che non sbaglia mai». Ma il bolognese ha anche un pensiero per il ritorno in Formula 1 di Robert Kubica con la Williams: «Ha un talento smisurato. Il suo fisico ha delle limitazioni che gli impediscono di fare tutto ciò che vorrebbe. Si chiama disabilità. Non esiste uomo che sappia volare, ma ci siamo grattati la testa, abbiamo avuto un’idea e oggi è diventato normale prendere un aereo».

Federico Beltrame

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