
Sono i peggiori di sempre! - www.MotoriNews24.com
Quando l’abilità non basta e la tecnica scarseggia! Questi piloti non hanno sicuramente un record invidiabile.
Nel mondo ad alta velocità della Formula 1, dove ogni frazione di secondo può decidere tra gloria e disfatta, c’è un primato che nessun pilota vorrebbe mai conquistare: quello di essere il più “incidentato” della storia. Mentre gli appassionati ammirano le gesta dei campioni, altri piloti sono rimasti impressi più per le loro cadute che per i loro trionfi. Scopriamo insieme i cinque piloti di F1 più inclini agli incidenti, vere icone di una sportività al limite tra talento e sfortuna.
Il venezuelano Pastor Maldonado incarna perfettamente la figura del pilota dalla guida “esuberante” e spesso autodistruttiva. Già nelle categorie minori il suo nome compariva nelle cronache per incidenti clamorosi, come quello a Monaco nel 2005 dove investì un commissario di pista, episodio che gli costò una squalifica e un divieto a vita di correre nel Principato (poi revocato). In F1, Maldonado non ha mai nascosto un certo “magnetismo” verso le barriere: tra contatti con Lewis Hamilton, Sergio Perez, e numerosi altri colleghi, la sua carriera è stata una sequenza di crash e penalità. Il culmine? La vittoria al GP di Spagna 2012, che sembrò quasi una parentesi felice in una stagione altrimenti dominata da incidenti ripetuti. Con Lotus nel 2014, la sua fama di “tamponatore” non fece che aumentare, culminando in sanzioni pesanti e una serie infinita di collisioni che hanno macchiato la sua carriera.
Se Maldonado è il simbolo della sfortuna moderna, Andrea de Cesaris rappresenta il mito dell’incidente continuo negli anni ’80. Soprannominato “de Crasheris” per i suoi numerosi incidenti, soprattutto in virtù di un impressionante numero di ritiri -148 su 208 gare! – il romano era un pilota veloce ma estremamente “distratto”. Con un record incredibile di 18 ritiri consecutivi e una carriera costellata da incidenti che coinvolgevano anche compagni di squadra, de Cesaris è entrato nella leggenda come uno dei piloti più sfortunati e meno affidabili della storia. Il suo stile “al limite” gli valse anche qualche pole position e piazzamenti di rilievo, ma la sua fama rimane quella di un pilota eternamente sul filo del rasoio. De Cesaris è tragicamente scomparso nel 2014, compianto da chi ha avuto modo di lavorare con lui durante la sua carriera.
Piloti distruttivi e poco attenti!
Il britannico James Hunt non è forse il più frequente tra gli incidentati, ma entra di diritto in questa lista per il suo stile di guida aggressivo e per le sue collisioni memorabili. “Hunt the Shunt” era un pilota che, se cadeva, lo faceva con stile e spettacolarità. La sua carriera è segnata da episodi controversi, come la collisione con Dave Morgan nel 1970 che sfociò in una lite furiosa in pista. Hunt incarna quell’atteggiamento “o vinco o rompo tutto” che ha fatto la storia della F1, spingendo sempre al limite la propria vettura e la propria fortuna. Anche Hunt, purtroppo, si è spento nel 1993 per un malore, come si vede nel film Rush dedicato alla sua grande rivalità con Niki Lauda.

Non potevano mancare nella lista due piloti giapponesi che più che per la velocità si sono distinti per la loro incredibile sfortuna e incidenti quasi surreali. Taki Inoue è famoso per essere stato vittima di incidenti “strani”, come quello nel 1995 a Monaco, quando venne investito dalla Safety Car durante il recupero della sua vettura. Il suo debutto in F1 fu segnato da una serie di spin e collisioni che lo resero uno dei piloti più sfortunati della sua epoca, quasi un “bersaglio” del destino in pista.
Diversa, ma altrettanto drammatica, la carriera di Yuji Ide. Entrato in F1 a 31 anni con il team Super Aguri, Ide è stato il primo pilota a perdere la Super Licenza FIA per guida pericolosa. In soli quattro Gran Premi, il nipponico accumulò incidenti e ritiri, culminati in un grave incidente a Imola che convinse i commissari a escluderlo dalla competizione. Prima di approdare in F1, Ide aveva raccolto successi in kart e nelle serie minori giapponesi, ma la massima serie si rivelò un terreno troppo insidioso per le sue capacità.
Questi cinque piloti mostrano un lato meno celebrato ma altrettanto vitale della Formula 1: la fragilità umana dietro al casco e al volante e la linea sottile che separa il genio dal disastro. Tra errori fatali, incidenti incredibili e una dose non indifferente di sfortuna, la loro storia è un monito per chiunque pensi che la F1 sia solo pura velocità e trionfi senza macchia.