
Addio Maserati (www.motorinews24.com)
Il contesto industriale si inserisce in uno scenario più ampio, segnato dalle recenti difficoltà di Stellantis sul mercato finanziario.
Con l’uscita dall’impianto di Mirafiori dell’ultimo esemplare della Maserati GranTurismo, si chiude un capitolo importante per la produzione automobilistica torinese. La storica sede, simbolo del made in Italy nel settore dell’auto sportiva di lusso, lascia ora spazio a un futuro incerto, segnato dalla transizione verso nuovi modelli e da un contesto industriale in profonda trasformazione.
La fine della produzione Maserati a Mirafiori
Il 1° agosto 2025 rappresenta una data storica per Mirafiori: l’azienda ha terminato la produzione delle Maserati GranTurismo e GranCabrio, trasferendo definitivamente le attività a Modena, sede storica del marchio. Un passaggio che sancisce la fine di un ciclo produttivo iniziato nel 2019 con il trasferimento da Grugliasco e che ha visto coinvolti circa 250 lavoratori.
Gli addetti, ora supportati da incentivi economici fino a 110.000 euro e da misure di accompagnamento alla pensione, hanno salutato l’ultima vettura prodotta con un momento di orgoglio collettivo, consapevoli di aver scritto una pagina significativa della storia automobilistica torinese. La progressiva dismissione della linea produttiva, sostituita temporaneamente da una modalità a “isole”, ha anticipato il definitivo spostamento delle attività previsto per ottobre.
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Con l’addio alle Maserati, il futuro dello stabilimento di Mirafiori si concentra sulla produzione della Fiat 500 Hybrid e della Fiat 500 elettrica, modelli cardine della strategia di Stellantis per rilanciare la competitività dell’impianto torinese. Il debutto della 500 Hybrid è atteso per l’autunno 2025, rappresentando una scommessa cruciale in un mercato sempre più orientato verso la sostenibilità e la mobilità elettrica.
Tuttavia, le difficoltà non mancano: la recente sospensione della produzione della 500e a causa di una domanda in calo e la crescente concorrenza dei produttori cinesi pongono seri interrogativi sulle possibilità di successo di questa transizione. La pressione competitiva si accompagna a un contesto economico generale complesso, che vede lo stabilimento affrontare una fase di riorganizzazione con 610 uscite previste entro l’autunno, di cui 250 già volontarie.
Lo stabilimento osserverà inoltre una pausa estiva di cinque settimane, riaprendo a settembre con l’obiettivo di rilanciare la produzione e affrontare le sfide della transizione energetica e tecnologica.
Il contesto industriale di Mirafiori si inserisce in uno scenario più ampio, segnato dalle recenti difficoltà di Stellantis sul mercato finanziario. Il valore azionario del gruppo è sceso del 3,7%, mentre il CEO europeo Uwe Hochgeschurtz ha annunciato “decisioni difficili ma necessarie” per garantire la competitività futura del gruppo.
A questa situazione si aggiunge la possibile cessione di Iveco al gruppo indiano Tata, un’operazione che potrebbe ulteriormente indebolire la presenza industriale nel territorio piemontese. La combinazione di questi fattori alimenta un clima di incertezza che coinvolge lavoratori, istituzioni e cittadini, tutti in attesa di segnali concreti per un rilancio solido e duraturo.