MotoGP

MotoGP, Ducati: questa è la migliore Desmosedici di sempre

Dopo la sontuosa vittoria al Montmelo, Jorge Lorenzo ha definito questa come la Ducati più completa di sempre

La moto che da brutto anatroccolo divenne magnifico cigno. Ecco cosa è oggi la Ducati Desmosedici per i propri piloti. Una moto che è mutata nel corso degli anni, passando dall’essere belva indomabile e indomita nelle mani di Loris Capirossi nel 2003 a perfetta compagna di pieghe al limite con Jorge Lorenzo nel 2018. Ci sono voluti oltre quindici anni di continui sviluppi, di importanti cambiamenti e la costruzione di un know how immenso per arrivare a quello che oggi sembra palese: questa è la migliore Desmosedici di sempre.

C’è da ammettere che lo spagnolo Jorge Lorenzo l’aveva detto dopo i test in Malesia, quando, fiero di aver ottenuto il miglior tempo, affermò con sicurezza: «Questa Ducati è un capolavoro». Se avesse vinto in Qatar, forse sarebbe giusta la conferma di queste parole. Ma in Qatar ha vinto Dovizioso, che invece non sembrava altrettanto entusiasta dei passi in avanti compiuti a Borgo Panigale in inverno, per cui si pensò ad una percezione errata da parte di Lorenzo. Forse però il maiorchino aveva letto il reale potenziale della moto, solo che non riusciva ancora ad esprimerlo sulla distanza di gara, mentre il suo compagno di box non aveva completamente percepito il livello raggiunto dalla moto.

Le prestazioni messe in mostra tra Mugello e Barcellona, restano a testimoniare con forza che questa Desmosedici ha compiuto dei passi in avanti grandissimi e forse fa ancora più impressione notare quello che stavano facendo sia Lorenzo che Dovizioso anche a Jerez e Le Mans. Soprattutto nella prima tappa in Spagna, sembrava plausibile un doppio podio per Ducati, su un tracciato storicamente ostico per le Rosse. Una fiera dimostrazione di adattabilità e la prova certa che con questa moto è giusto avere ambizioni di alto livello.

Chi ha notato questo aspetto e l’ha sottolineato è stato Marc Marquez, con una frase sibillina che ha lasciato campo aperto a mille interpretazioni: «Meno male che l’anno prossimo io e Lorenzo saremo a parità di moto». Cosa voleva dire il Cabroncito con questa frase? In pista, si percepisce meglio che in qualsiasi altro posto quale sia il reale livello delle moto. Probabilmente Marquez ha compreso che il reale potenziale della moto e sa che in questo momento questo potenziale è superiore a quello della Honda. A Barcellona ha rinunciato a seguire Lorenzo dopo aver ammesso candidamente che facendolo, sarebbe probabilmente caduto.  Una gara da ragioniere, da chi sa di avere un grande vantaggio di punti ma due rivali molto fieri da sfidare.

Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso lottano per lo stesso obiettivo, che è ovviamente il titolo iridato. Se nelle prossime gare dovessero riuscire a confermare il livello altissimo della Desmosedici, potrebbero continuare a rosicchiare punti e sperare in un errore da parte di Marquez che possa realmente riaprire i giochi. Con entrambi a 66 punti contro i 115 del pilota Honda, serve molto ottimismo per continuare a sperare. Però le cose in MotoGP cambiano velocemente, e mancano troppe gare per issare bandiera bianca. Sarebbe un vero peccato rinunciare alla lotta adesso che la Ducati ha a disposizione la migliore Desmosedici di sempre.

Bruno Neri

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