MotoGP

MotoGP, il Fan Club di Valentino Rossi si dissocia dai fischi a Marquez

Il Fan Club di Valentino Rossi, accusato dei fischi a Marquez a Misano, non ci sta e si dissocia: «Sono la minoranza, non possiamo controllarli tutti. Anche i tifosi di Marquez li fanno»

In MotoGP sembra essersi riaccesa la tensione agonistica, ai limiti dell’odio, tra le tifoserie spagnole e italiane, in particolare quelle al seguito dei due rivali Valentino Rossi e Marc Marquez. Accecati dalla delusione e dalla frustrazione per un campionato che pare essersi irrimediabilmente complicato per il loro idolo, a causa di 25 punti di vantaggio guadagnati da Marquez, i seguaci di Rossi si sono sfogati a fine gara sotto il podio mostrando tutto il loro disappunto con dei fischi sonori verso il trionfatore. Interpellati al riguardo, sia lo spagnolo della Honda che Andrea Dovizioso hanno criticato l’accaduto, riferendosi implicitamente al “popolo giallo” raccolto dal 9 volte Campione del Mondo. Il Fan Club ufficiale però non ci sta a ricevere passivamente questa pubblicità negativa e si dissocia: «Questo sport è importante perché tutti i piloti sono importanti. E tutti devono essere applauditi. Siamo francamente dispiaciuti di ciò che è successo a Misano. Questo non dovrebbe mai accadere» esordisce il vice-presidente Flavio Fratesi.

IL FAN CLUB SI GIUSTIFICA – «Dobbiamo rispettare tutti, tutti i piloti sono importanti. Queste persone non meritano di essere in un club di fan, ma non meritano nemmeno di essere considerati appassionati di moto – dice il portavoce del Fan Club di Valentino Rossi, ma poi giustifica –  negli stand, siamo sui 20.000. È come uno stadio di calcio. Tra queste persone, ci sono alcuni che non hanno fibre sportive. Sono la minoranza, ma non possiamo controllarli tutti. È impossibile». Fratesi conferma quanto detto da Marquez, e cioè che le colpe sono da dividere equamente tra tifoseria spagnola e italiana: «Questo non è un fenomeno limitato all’Italia, ma accade anche in Spagna, dove anche i tifosi di Marquez fischiano. Ognuno sta correndo ed è malsano sentire fischietti alla fine». L’assenza per infortunio di Rossi nella gara di casa, che aveva mobilitato come di consuetudine una infinità di supporter del numero 46 sulle tribune del “Marco Simoncelli World Circuit”, e la concomitante vittoria del numero 93 ai danni di due italiani, ha forse indirizzato il tifo del pubblico più contro il rivale straniero che non a favore dei beniamini nostrani (seppur mossi da motivazioni importanti come la lotta per il titolo per quanto riguarda Dovizioso).

A MISANO SI E’ RIACCESA LA TENSIONE TRA LE TIFOSERIE DI ROSSI E MARQUEZ – E’ dai tempi dei fatti di fine campionato 2015, quando i piloti ebbero il famigerato scontro verbale e fisico (in pista) a Sepang che costò la penalità fatale per la corsa al Mondiale del pesarese, che le due frange hanno raggiunto livelli di insopportazione reciproca preoccupanti, sfociati in gesti ed episodi privi di qualsiasi segno di rispetto e sportività. Il mondo del Motor sport, storicamente avverso a questo tipo di faziosità che non premiano e non riconoscono i meriti all’avversario, e che non ha mai conosciuto tanta dietrologia come quella palesatasi dietro alla inimicizia tra Marquez e Rossi, si era da subito compattato sulla questione grazie ai corridori neutrali, facendo fronte unito per condannare i fischi e le minacce che aleggiavano prima di ogni Gran Premio a inizio 2016. A più di un anno di distanza, il clima sembrava essersi rasserenato, anche e soprattutto grazie alla stretta di mano tra i due protagonisti andata in scena a Barcellona dopo la tragica morte di Luis Salom che aveva scosso entrambi, salvo tornare a preoccupanti livelli proprio durante l’ultimo week end di Misano.  «Accogliamo Marquez, non merita di essere fischiato» è il motto del Fan Club di Valentino Rossi per quando la MotoGP tornerà in Italia in futuro.

Luca Agnelli

Mi piace il giornalismo e studio Scienze della Comunicazione, ma sono timido: allora scrivo. Il mio cognome fa parte del mondo dei motori da prima che lo decidessi io. Da piccolo spegnevo la tv a mio papà che guardava le corse perché volevo giocasse con me. Poi ho iniziato a seguirle insieme a lui. Adesso guai a chi me le toglie.

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