MotoGP

MotoGP, gli stili di Stoner e Lorenzo a confronto

Christian Gabarrini, ingegnere di pista di Jorge, intervistato da Motorsport.com ha confrontato lo stile del pilota spagnolo con quello di Casey, con cui nel 2007 vinse il titolo

Uno è stato, ed è ancora, l’idolo indiscusso di milioni di ducatisti nel mondo, l’uomo del sogno realizzato, il pilota che ha riportato la rossa sul tetto del mondo e che si è ritirato quando ancora avrebbe potuto vincere molto, moltissimo. L’altro è la grande speranza, delusa per il momento, ma a cui tutti in Ducati vogliono concedere un’altra chance, per l’esborso economico che ha comportato, certo, ma anche perché sanno che di piloti con il suo talento, in giro, non ce ne sono molti. Stiamo parlando, in ordine di descrizione, di Casey Stoner e Jorge Lorenzo: il passato ed il presente/futuro della Casa di Borgo Panigale. Jorge è sbarcato in Italia con l’intento di rinverdire l’epopea vincente dell’australiano, ma non ci è riuscito nel suo primo anno di apprendistato ducatista, vedendo invece il suo compagno di box Andrea Dovizioso sfiorare proprio quell’incredibile impresa.

@Ducati

Quello tra Stoner e Lorenzo però è un confronto affascinante: in MotoGP i percorsi dei due si sono incrociati solo dal 2008 al 2012, con il bilancio finale di due titoli per il maiorchino e uno per l’australiano. Il confronto nel microcosmo Ducati però è impietoso: titolo al primo anno nel 2007 per Casey, disintegrando letteralmente la concorrenza; 0 successi e 7° posto finale per Jorge, che ha passato metà stagione a remare faticosamente prima di iniziare a cogliere qualche frutto del suo lavoro in rosso. Chi conosce bene entrambi i piloti è l’attuale ingegnere di pista di LorenzoChristian Gabarrini, che in passato aveva lavorato anche con Stoner, proprio all’epoca del titolo iridato. E’ proprio lui che ha spiegato ai colleghi di Motorsport.com le differenze nello stile di guida e nell’approccio alla gara tra i due campioni: «Jorge è una persona molto buona, non è vero che lavorare con lui è difficile. Se gli si spiega cosa sta succedendo ragiona, anche se magari non è d’accordo. Tra i due Casey era il più istintivo: non faceva molti giri perché gli bastavano poche curve per capire la moto; Jorge invece si fida meno dell’istinto ed è più metodico, preciso e meticoloso, oltre che estremamente sensibile alle reazioni della moto. Quest’anno mi è anche capitato in alcuni momenti di sentire la pressione addosso, perché i risultati che tutti si aspettavano da lui non arrivavano, ma quello fa parte del nostro lavoro». Di certo il prossimo anno dovrà essere quello della rinascita per Jorge, se davvero vuole occupare nel cuore dei ducatisti quel posto speciale che per adesso appartiene solo a Casey.

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Matteo Senatore

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