andrea iannone motogp assen box 2017
Zero podi, 13° posto nella classifica piloti e appena 70 punti conquistati: il 2° peggior risultato di sempre dopo la stagione d’esordio in MotoGP, No, decisamente quella del 2017 non è stata un’annata da ricordare per Andrea Iannone, che ha faticato molto ad adattarsi al passaggio da Ducati a Suzuki e non è riuscito a centrare gli obiettivi che si era prefissato quando aveva scelto la moto di Hamamatsu che, non più tardi del 2016, Maverick Vinales aveva riportato a vincere. Il peggio però sembra alle spalle e si sa, nello sport come nella vita, superare le difficoltà aiuta a diventare più forti: sembra essere questo il Iannone-pensiero, che il 28enne pilota italiano ha voluto esprimere in un lunga chiacchierata sul blog ufficiale della Suzuki.
«Il 2017 è stata una stagione non facile, si è rivelata molto più dura di quanto ci aspettassimo». Esordisce così Andrea, che torna con la mente ai primi test di Valencia, quando sembrava che la GSX-RR fosse realmente competitiva: «Le mie sensazioni erano buone e con l’intera squadra eravamo convinti di poter raggiungere grandi risultati quest’anno, ma purtroppo non è andata così. Nonostante al debutto in Qatar la moto si fosse rivelata competitiva, nelle gare successive abbiamo iniziato a soffrire e io ho impiegato molto tempo per riuscire ad abituarmi alle caratteristiche del mezzo». La svolta della stagione è arrivata tardi, di fatto subito prima del trittico asiatico: «A Brno e ad Aragon alcune nuove soluzioni tecniche ci hanno ridato fiducia. Insieme alla squadra abbiamo capito dove avevamo sbagliato e adesso per il 2018 sono più fiducioso». Iannone poi ha ricordato il lavoro svolto durante l’anno dal suo compagno di squadra Rins e l’importanza del suo rientro in pista dopo l’infortunio, che ha permesso al team di raccogliere più informazioni possibili. Il numero 29 di casa Suzuki poi ha voluto anche citare il ruolo importante avuto da Guintoli e dal collaudatore Tsuda. L’anno passato però non è stato del tutto sprecato secondo The Maniac: «Abbiamo avuto fiducia l’uno nell’altro e abbiamo lavorato duramente insieme per uscire da un momento difficile, è questa la lezione principale che mi porto dietro dal mio primo anno con Suzuki». Una semina faticosa durata un anno intero quella di Andrea, con la speranza che nel 2018 appena cominciato si possano finalmente raccogliere i frutti in termini di risultati in pista.
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