MotoGP

MotoGP, il motore è stato il vero problema di Suzuki

Il motore in versione 2017 era stato messo a punto per risolvere i problemi di trazione, ma ha finito per creare gravi difficoltà in altre aree

Una stagione da dimenticare quella della Suzuki targata 2017 e adesso iniziano le reali analisi su quelli che sono stati i cronici problemi che hanno afflitto la moto della casa di  Hamamatsu in quella che doveva essere la stagione del definitivo rilancio al vertice e che invece ha finito per trasformarsi in un lungo calvario. Chi attualmente sembra avere le idee più chiare su quello che è successo è il team manager della squadra, Davide Brivio che, come riportato dal sito Crash.net, ha puntato il dito sul motore: «Nel 2016 uno dei nostri punti deboli era la trazione, per cui abbiamo cercato di sviluppare un motore che riuscisse ad ovviare a questo problema ed effettivamente i primi riscontri sono stati positivi». L’ex uomo Yamaha ricorda come i primi test avessero effettivamente mostrato dei miglioramenti nelle aree che erano state critiche in passato, ma durante la stagione si sono palesati altri problemi: «Abbiamo portato questo motore a Jerez a novembre, Andrea lo ha testato e gli è piaciuto. Anche negli altri test a Sepang abbiamo avuto le stesse sensazioni e Andrea era soddisfatto. Durante la stagione però ci siamo accorti che c’erano altri problemi: abbiamo avuto difficoltà in entrata di curva e nel girare e questo ci ha penalizzato molto in alcune piste dove avere queste caratteristiche è fondamentale».

Il leggero miglioramento mostrato nelle ultime gare è arrivato dopo i test a seguito del GP di Aragon e questo ha ridato motivazioni e fiducia alla casa nipponica: «Nei nostri test ad Aragon abbiamo iniziato a provare alcune soluzioni per il 2018, ma soprattutto siamo riusciti a fare alcuni aggiustamenti alla moto che si sono poi rivelati efficaci. Da questo arriva il bel risultato di Motegi. I due piloti, Iannone soprattutto, adesso hanno più confidenza con la moto e sono anche più fiduciosi riguardo al futuro. Abbiamo visto alcune aree su cui possiamo migliorare il prossimo anno e abbiamo diverse idee, ma per capire se funzioneranno o no avremo bisogno di verificarle nei test».

Matteo Senatore

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