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Valentino Rossi conquista la pole a Jerez

Sul tracciato spagnolo Rossi ha mostrato di avere anche il colpo da ko, segnando il riferimento della sessione di qualifiche. Vicinissimi Lorenzo e Marquez. Le Yamaha sembrano destinate al ruolo di lepre per la gara. Le Ducati soffrono gomme e tracciato

Non sono mancate le emozioni in questo sabato andaluso, con tre piloti che hanno dato spettacolo in pista a colpi di giri veloci. Che la pista fosse adatta alla Yamaha era stato messo in chiaro da Jorge Lorenzo e Valentino Rossi sin dalle libere del venerdì, ma erano in pochi a pensare che fosse l’italiano a poter avere la meglio sul plotone della MotoGP.

Il pilota di Tavullia ha iniziato il weekend con un buon venerdì, durante il quale ha messo in mostra un passo all’altezza del rivale più accreditato, vale a dire il futuro ex compagno di team Jorge Lorenzo. Il promesso sposo della Ducati, sembrava essere destinato alla pole sul tracciato spagnolo, ma ha trovato sulla sua strada un Valentino in forma eccezionale, che è riuscito a trovare anche la velocità oltre la costanza sul ritmo. Il tempo ottenuto in qualifica dall’italiano non è stato infatti un episodio isolato, ma il risultato di costanti miglioramenti che l’hanno portato prima ad avvicinarsi e poi a battere i riferimenti di Lorenzo.

La M1 è senza dubbio la miglior moto del lotto a Jerez. Questa considerazione è testimoniata dai passi gara messi in mostra dagli alfieri del team Factory, il cui dominio è stato interrotto solo saltuariamente dalle sortite di Marc Marquez. Il Cabroncito continua ad essere l’unico pilota Honda a tenere il passo dei migliori, mentre Dani Pedrosa si è dovuto accontentare della terza fila con il settimo tempo a quasi un secondo dal top. Eppure la sensazione è che il tempo segnato da Marquez sia frutto del classico giro a vita persa, perché sul passo lo spagnolo non è apparso in grado di competere con il duo Yamaha.

Anche la Ducati non è soddisfatta del responso ottenuto sul primo tracciato europeo affrontato in stagione. Secondo Andrea Dovizioso, quarto in griglia ma a quasi un secondo dai primi tre, il problema è nell’eccessivo spin che generano le Michelin sulla moto italiana in questa pista. Il venerdì era stato disastroso per gli uomini di Borgo Panigale, costretti anche ad osservare Barbera quarto con una moto di due anni fa. Nella giornata di oggi il box ha però lavorato bene, restituendo il grip perduto a Dovizioso e Iannone, ma è stato solo il primo a riuscire a salvare la qualifica con un buon tempo. Andrea Iannone invece è sprofondato in undicesima posizione a 1,3 secondi da Rossi, ed in grandissima difficoltà con la moto.

Alle spalle di Dovizioso, si sono collocate le due Suzuki a completare la seconda fila, con Vinàles quinto davanti al compagno Aleix Espargaro, sesto. Le moto di Hamamatsu continuano a crescere, e la competitività della GSX-RR potrebbe indurre Vinàles a restare dov’è anche per la prossima stagione. Lo spagnolo è infatti tentato di accettare la sfida lanciata da Brivio di provare a vincere con la Suzuki, e non è scontato il suo passaggio alla Yamaha, come invece appariva nelle scorse settimane.

Le qualifiche di Jerez ci hanno restituito un Rossi ipercompetitivo e finalmente capace di dettare legge anche sul giro secco, ma ci ha anche confermato che tra i primi tre della classe ed il resto della truppa c’è un abisso profondissimo. Valentino Rossi ha girato in 1.38’7, Jorge Lorenzo in 1.38’8 e Marc Marquez appena 5 centesimi più lento. Scorrendo i tempi, si scopre che la quarta casella della griglia, occupata da Dovizioso, ha incassato un distacco di ben 8 decimi abbondanti dalla vetta. Come dire che i primi tre fanno uno sport, e gli altri in griglia ne fanno un altro. Un vero peccato che manchi all’appello il quarto elemento dei Fantastic Four: il pensiero che Stoner sull’attuale Desmosedici avrebbe fatto ciò che fa Marquez sulla RCV, diventa un assillo quasi insopportabile.

Non resta che attendere lo spegnimento del semaforo domani, consapevoli che assisteremo ad un grandissimo duello tra gli uomini della Yamaha, con la variabile impazzita di un Marquez determinato ad arginare i problemi della Honda con tutto il proprio talento. Non gli basta averlo fatto per un giro solo, lui ha l’obiettivo di farlo per tutti e ventisette passaggi della gara.

Marco Caregnato

Nel 1984, da bambino, ho avuto il mio primo contatto con una moto. Mi sono ustionato la mano! Non ho più smesso di amarle...

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