SUZUKI 2017
Trovarsi ad esultare per aver messo un pilota in Q2 poteva essere accettabile per Suzuki nella sua prima stagione di rientro in MotoGP, ovvero nel 2015 e non nel 2017. Dopo essere cresciuti fino a vincere una gara nel 2016 lottando costantemente per il podio, gli obiettivi per il 2017 erano decisamente diversi. Partito Maverick Vinales, è arrivato in squadra Andrea Iannone, che di certo è un pilota a cui la velocità pura non manca.
Solo che sulle spalle del pilota di Vasto è ricaduta anche la piena responsabilità dello sviluppo del progetto 2017, anche perchè Alex Rins, suo compagno di team, era un Rookie per la categoria ed in più si è infortunato proprio ad inizio stagione, non partecipando di fatto alla delibera della moto in configurazione completa. Secondo quanto riportato da Motorsport.com, l’errore sarebbe stato commesso da Andrea Iannone proprio in questa delicata fase di test, nel momento in cui si prendono decisioni che poi possono rivelarsi impossibili da correggere. Avendo vinto nel 2016, Suzuki ha infatti perso il vantaggio di poter sviluppare il motore durante la stagione, e il motore omologato ad inizio stagione deve restare lo stesso fino al termine dell’anno.
Nel momento in cui si doveva decidere tra due differenti motori, Iannone ha dunque provato un propulsore molto simile a quello utilizzato nel 2016, ed uno differente che all’epoca fu ritenuto dal pilota come quello preferibile ritenendo che ci fossero maggiori margini di sviluppo per questo. Purtroppo questa scelta si è rivelata sbagliata e la cartina di tornasole è arrivata quando durante la stagione la squadra ha fatto provare nei test ai due piloti un motore in versione molto simile a quello utilizzato nel 2016 ed entrambi l’hanno trovato migliore. Lo stesso Brivio ha confermato proprio alla testata Motorsport.com: «Nel test che abbiamo fatto dopo Brno, Alex ha provato un motore simile alla specifica 2016 ed era molto felice. Andrea l’aveva già provato e ci ha fornito gli stessi feedback. Il problema è che non possiamo utilizzarlo a causa delle regole».
A questo punto appare chiaro quale sia la strada da seguire per il futuro, ed i proclami di Iannone degli ultimi giorni, in cui affermava con forza che la moto del 2018 sarebbe stata molto migliore, trova fondamento in questa conferma di errore nella definizione della moto attuale. La Suzuki dovrà dunque tornare, seppure in maniera parziale, sui propri passi e riprendere nel 2018 la strada abbandonata a fine 2016 per un errore di valutazione pagato poi molto caro.
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