SMITH MOTOGP
Ormai è da almeno tre anni che Bradley Smith non è più lo stesso. Si è involuto inspiegabilmente già nell’ultima stagione con la Tech3, poi con il passaggio con la KTM la sua parabola discendente è stata ancora più evidente. Il suo compagno (sin dai tempi della Yamaha) Pol Espargaro in questo biennio con la casa austriaca è sempre stato più performante del pilota britannico. Di conseguenza, da mesi la KTM ha rotto gli indugi silurando di fatto il buon Bradley, sostituendolo con Johann Zarco che affiancherà il più convincente Espargaro. Con il mercato frenetico di oggi, alla ricerca di giovani talenti da scoprire e far esplodere dalle categorie minori, un posto per il 27enne non è più disponibile. Ed è un peccato, perchè in questi dodici anni di Motomondiale, è sempre stato considerata una grande promessa non mantenuta. Ed è soprattutto molto triste sentire le sue umili dichiarazioni, in cui si pubblicizza per un ruolo come tester ufficiale. Forse, sarebbe stata più una giusta fine ritirarsi, come aveva dichiarato in precedenza.
Ecco le parole di Smith sul suo futuro: «C’è l’1% di possibilità che io sia in griglia in MotoGP nel 2019. Occorre dare un’occhiata a quali altre soluzioni ci sono ora, ma l’obiettivo è quello di tornare nel circuis nel 2020. Un ruolo da tester ufficiale potrebbe essere un’idea carina qui in KTM o altrove. Ad esempio, in Yamaha avrei l’onore di lavorare duramente con Maverick Vinales e Valentino Rossi. Sarebbe una grande soddisfazione. Per tutte le gare precedenti sentivo di poter raggiungere il risultato del Sachsenring, ma per qualche motivo qualcosa non andava mai per il verso giusto. Errori, incidenti o spinte o problemi di pneumatici. È bello che tutto sia finito prima della pausa estiva, per ricaricarmi serenamente. Ora posso permettermi di avere due settimane con la mente lucida senza pressione e motivati per iniziare la seconda parte della stagione».
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