MotoGP

MotoGP, Stoner: «La Ducati non ha cambiato il suo carattere, ma ora segue i comandi»

A Sepang, l’australiano ha raccontato le sue sensazioni sui test, sulle Ducati e sui protagonisti nella passata stagione

Casey Stoner è impegnato nei test privati pre-mondiale in Malesia, con lo scopo di valutare e migliorare il nuovo prodotto della casa di Borgo Panigale in qualità di tester. Durante una pausa dalle prove, ha rilasciato una lunga intervista a Motorsport. Il primo e ultimo iridato con la Ducati nell’ormai lontano 2007, racconta come sia difficile preparare i muscoli per questi test dopo mesi senza allenamento dovuti anche alla nascita della sua seconda figlia (Caleya Maria) e a un virus che gli ha impedito di muoversi: «Non guidare per cinque o sei mesi e poi venire a fare questo test, rende le cose un po’ complicate. Sono arrivato un po’ impreparato a questi test in Malesia».

Nonostante queste problematiche, non si è perso d’animo, testando una moto con impostazione standard pian piano modificata tramite alcuni pezzi, per poi confrontarsi con i piloti cercando di trovare un equilibrio tra le diverse opinioni: «La Ducati non ha cambiato il suo carattere, ma se prima, a volte, dovevi, lottare con lei ora segue più facilmente i tuoi comandi. Cerchiamo un bilanciamento, poi cominciamo a provare nuove parti e a fare comparazioni. Cerchiamo di non seguire la direzione di un pilota, ma di comparare cose diverse: forcelloni, mappe del motore e cose di questo tipo. Io faccio molte comparazioni, ma l’ultima parola è sempre quella dei piloti, che devono dire cosa preferiscono».

Il due volte campione del mondo, ha dichiarato che ha seriamente avuto la possibilità di tornare al Motomondiale in alcuni tracciati, ma che le circostanze e le situazioni non erano quelle opportune: «Sarebbe stato possibile, ero pronto per correre due volte, ma le condizioni non erano buone. Ci sono state due gare in cui ero sicuro di poter correre. Ma poi non non ho avuto altre possibilità».

Il nativo di Southport, pensa che la versione 2017 della Desmosedici sia più completa e bilanciata rispetto a quella della sua prima corona iridata, ma che quella confezionata nel 2009 sia inarrivabile: «La moto del 2009 era davvero impressionante, nonostante non stessi lottando per il Mondiale perché non potevo. Ora le moto sono molto competitive. Diciamo che la nostra attuale è più equilibrata e che abbiamo più possibilità di fare risultato su ogni circuito».

Stoner ha poi espresso un giudizio sui due piloti Ducati che hanno corso lo scorso anno. Parole al miele, per Andrea Dovizioso, la rivelazione dello scorso anno: «Probabilmente ha iniziato la stagione senza aspettarsi di essere così competitivo. Detto questo, il suo atteggiamento, il metodo di lavoro e tutto il resto hanno funzionato molto bene l’anno scorso. E’ sempre stato molto attento nelle gare: sapeva quando gestire le gomme e quando spingere. Ha fatto una stagione fantastica e forse l’unico punto negativo è stato che quando non vinceva, normalmente era un po’ in difficoltà, troppo indietro. Ha perso tanti punti in queste situazioni».

Per quanto riguarda invece Jorge Lorenzo, Stoner si sarebbe aspettato prestazioni migliori rispetto a quelle mostrate, nonostante la poca affidabilità e costanza delle Michelin e lo scarso adattamento alla moto, dovuto a i nove anni precedenti con la Yamaha«Quest’anno potrà essere più spesso in lotta per il podio e per la vittoria. A Jorge piace guidare la moto in una maniera un po’ particolare ma, come avete visto, ha iniziato a sentirsi più a suo agio alla fine dell’anno scorso e le sue prestazioni sono diventate simili a quelle di Andrea».

Alla domanda sulle intenzioni future ha assicurato tutti per l’ennesima volta: «Anche se in tanti vorrebbero, non tornerò. Mi piace guidare e mi piacciono le gare, ma non tutto quello che gli ruota attorno». Le interviste, gli eventi con gli sponsor, tutto quello che fa parte della vita di un pilota quando scende dalla moto. Il circus della MotoGP è diventato così da tempo e a Stoner purtroppo pare che non sia mai andato giù.

Andrea Agosto

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