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Nissan, conti in rosso totale: l’estremo gesto per non morire

Il colosso automobilistico giapponese ha annunciato un piano di ristrutturazione radicale, denominato “Re:Nissan”. Ecco di cosa si tratta

L’estrema risposta a una perdita netta di 671 miliardi di yen (circa 4,5 miliardi di dollari) registrata nell’ultimo anno fiscale. Il nuovo CEO, Ivan Espinosa, subentrato ad aprile 2025, ha delineato una strategia che prevede tagli significativi alla forza lavoro e una riduzione delle strutture produttive, con l’obiettivo di riportare l’azienda alla redditività entro il 2026.

La ristrutturazione arriva in un momento in cui Nissan affronta sfide significative nei mercati globali, con vendite in calo in Cina, Giappone ed Europa. La concorrenza nel settore dei veicoli elettrici è intensificata da produttori cinesi come BYD, Chery e Geely, mentre Nissan fatica a mantenere la sua posizione nonostante il successo iniziale della Leaf. Ecco, allora, le strategie per evitare un vero e proprio crac. 

Il piano di Nissan per non morire

Il piano prevede la riduzione di 20.000 posti di lavoro, pari al 15% della forza lavoro globale di Nissan, che conta circa 133.000 dipendenti. Questi tagli includono 9.000 licenziamenti già annunciati, con 6.000 posti a rischio nello stabilimento di Sunderland, nel Regno Unito. Inoltre, l’azienda intende ridurre il numero di impianti produttivi da 17 a 10 entro il 2027, concentrandosi su mercati chiave e abbandonando piani di espansione, come la costruzione di una fabbrica di batterie in Giappone.

Il piano di Nissan per contenere le enormi perdite – (motorinews24.com)

Nissan mira a risparmiare 500 miliardi di yen (circa 3,38 miliardi di dollari) nei prossimi due anni attraverso una serie di misure, tra cui l’espansione dei servizi condivisi e la riduzione del 20% dei costi della forza lavoro oraria. L’azienda intende anche ridurre la complessità delle componenti del 70% e il numero di piattaforme da 13 a 7, accelerando i tempi di sviluppo di nuovi modelli come la Nissan Skyline e una nuova SUV compatta per il marchio Infiniti.

Le tariffe del 25% imposte dagli Stati Uniti sui veicoli importati dal Giappone e dal Messico complicano ulteriormente i piani di ripresa di Nissan, con un impatto stimato di 450 miliardi di yen (circa 3 miliardi di dollari) nel 2025. Per mitigare questi effetti, l’azienda prevede di riorientare la produzione verso gli Stati Uniti e di spostare alcuni modelli in mercati meno colpiti dalle tariffe.

Nonostante le difficoltà, il CEO Ivan Espinosa ha espresso fiducia nella capacità di Nissan di superare la crisi attraverso una ristrutturazione profonda e mirata. L’azienda prevede di raggiungere un flusso di cassa positivo e una redditività operativa entro l’anno fiscale 2026, concentrandosi su mercati strategici e su un’offerta di prodotti più competitiva.

Claudio Rossi

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