Superbike

SBK, emergenza Coronavirus, Rea: «La supereremo: non dovete perdere la calma»

Il Campione del mondo in carica SBK, Jonathan Rea, ha dispensato qualche prezioso consiglio per cercare di superare l’emergenza Coronavirus

A loro modo, sportivi e vip di tutto il mondo cercano di sensibilizzare pubblico e tifosi al rispetto sempre più rigoroso delle regole e dei divieti imposti dalle autorità, al fine di arginare il prima possibile questa terribile piaga. Questa volta è toccato al cinque volte Campione del mondo Superbike, Jonathan Rea, talento esperto nella vittoria e nella capacità di superare gli ostacoli anche più difficili. Dalla sua casa in Irlanda del Nord, Rea ha rilasciato un’intervista alla BBC nella quale ha parlato della situazione attuale, cercando di dispensare anche qualche utile consiglio: «Si tratta di una situazione terribilmente difficile, ma adesso la cosa più importante è l’aspetto mentale».

Una condizione che ha costretto tutti a sacrifici e a cambi di vita, anche radicali: «Ma proprio quando il momento è duro, è necessario non perdere la calma. Bisogna cercar di pensare a cose semplici, a ciò che rende felici, provando a raggiungerlo ogni giorno. Siamo tutti di fronte ad un cambiamento repentino di vita. Pensate a me: io sono abituato a vivere a 300 km/h e adesso sono qui immobile. Ma non bisogna andare nel panico… Per battere questa pandemia ci vuole la massima attenzione di tutti: lavarsi bene, stare alla larga dalle persone più anziane e vulnerabili. Se siamo forti e concentrati, la supereremo».

Infine, un pensiero sul ritorno in pista, ancora imprevisto ed imprevedibile:  «Sinceramente, del campionato in questo momento mi interessa poco. Ci sono stati tanti rinvii, ma il 18-19 aprile dovremmo correre ad Assen: nessuno ci ha detto che non si farà. Ma è chiaro che non potremo andare in Olanda. I viaggi in giro per il mondo ora sono impossibili, per cui necessariamente anche fare sport è impossibile. Bisogna capire che quello che ci riguarda più direttamente è solo un piccolo aspetto di un problema molto più grande. Per due-tre mesi, sarà ancora tutto incerto. Forse a luglio potremo pensare di nuovo ad un calendario. Se non riusciranno a farci correre i 13 round previsti, faremo quelli che è possibile fare».

Federico Beltrame

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