Superbike

SBK, Stefan Bradl sempre più lontano dalla Honda

Il pilota tedesco, in rotta con il suo team, potrebbe cercare nuove strade anche in MotoGP magari ripartendo dal ruolo di test rider

Le strade di Stefan Bradl e della Honda in SBK sembrano ormai due percorsi distanti, destinati a non ritrovarsi più. A confermarlo, implicitamente, lo stesso pilota tedesco, attualmente infortunato, che ha spiegato al sito Speedweek come i contatti con la Honda per un eventuale rinnovo non siano stati ancora avviati, nonostante la presenza di una opzione per il 2018 sottoscritta nel 2016. Ieri è arrivato da parte del team l’annuncio di Leon Caimer, proveniente dalla MV Agusta, e la mancata conferma in contemporanea di un rinnovo con Bradl aveva fatto sospettare molti che ormai le fratture nel rapporto fossero insanabili. E’ quello che di fatto ha spiegato Bradl, parlando del suo prossimo futuro: «Al momento non ho contatti con Honda: prima c’è stato il mio infortunio e poi loro si sono concentrati sulla firma di Camier per cui con me non hanno ancora parlato. E’ normale che io mi stia guardando intorno».

Stefan Bradl è ai ferri corti col team da quando ha criticato tempo fa la moto e non è un mistero che il tedesco puntasse a rientrare in MotoGP, magari sempre in sella ad una Honda nel team Marc VDS. L’ufficializzazione della coppia Morbidelli-Luthi però ha giocoforza cambiato i suoi piani: «Come detto sto valutando varie opzioni: non è un segreto che fossi in contatto anche con KTM ma loro hanno voluto confermare i contratti che avevano in essere e sarebbe costoso e complicato trovare una soluzione ragionevole. Per questo non ho mai avuto grandi speranze». Se non dovesse rientrare in MotoGP dalla porta principale però, per Bradl ci potrebbe essere una soluzione diversa: «Rientrare come test rider potrebbe essere un’opzione. Lo abbiamo visto negli ultimi anni che i team, con stagioni così lunghe come sarà la prossima con 19 Gran Premi, hanno spesso bisogno di test rider e possibili sostituti. C’è l’esempio proprio con KTM di Kallio, ma anche di Pirro in Ducati o Aoyama con la Honda. Sia in SBK che in MotoGP collaudatori e sostituti sono sempre necessari».

Matteo Senatore

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