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Valencia test, inizia la nuova era della MotoGP

A Valencia le due giornate di test: inizia così la stagione di MotoGP 2016. Ecco i cambiamenti di regolamento e le novità tecniche

Con sole 24 ore di pausa dopo la contestatissima gara di Valencia tutto il circus della MotoGP è obbligato a cambiare pagina per entrare nei nuovi regolamenti che entreranno in vigore nel 2016. Due giorni di test serrati per provare i nuovi pneumatici Michelin al posto delle Bridgestone e le nuove centraline che dovranno fornire lo stesso software a tutte le case. Ma andiamo ad analizzare questo ennesimo cambiamento regolamentare di una MotoGP che dal punto di vista tecnico ha sempre offerto il fianco a numerose critiche. Nessuno ha mai voluto spiegare con chiarezza che la MotoGP nelle ultime stagioni è stata caratterizzata da un insieme caotico e difficilmente comprensibile di regole e regolamenti che di fatto hanno permesso per la prima volta nella storia del motociclismo a ben quattro o cinque categorie diverse di motociclette di correre tutte insieme sotto la stessa denominazione di MotoGP. Moto talmente diverse tra loro da creare un divario tecnico impossibile da colmare e assolutamente visibile nelle classifiche di arrivo di ogni singola gara.

Nessuno ha mai voluto ammettere apertamente che la vera MotoGP è formata da sole quattro motociclette. Infatti sono sempre e solo queste quattro moto che arrivano nelle prime quattro posizioni di ogni gara tranne in casi eccezionali o in situazioni di pista bagnata. È la triste realtà voluta fortemente dall’organizzatore ma la MotoGP è formata solo dalle due Repsol Honda e dalle due Yamaha ufficiali. Il resto è un’altra cosa. Anche difficile da spiegare. Ora proviamo a riepilogare tutto il caos regolamentare che vede solo quattro MotoGP Factory.

Categoria 1 – MotoGP Factory

Honda Repsol e Yamaha Movistar.

Categoria 2 – MotoGP Factory con deroghe OPEN

Qui troviamo le cosiddette “Factory Open” come Ducati e Suzuki che hanno corso con un numero di motori, litri e gomme completamente differente rispetto alle Factory vere. E incredibilmente Ducati e Suzuki hanno potuto effettuare test e sviluppo negati alle quattro MotoGP vere.

Categoria 3 – MotoGP FactoryReplica

Ovvero le copie delle vere Factory prestate a costosissimi Leasing (3 milioni di Euro) a team privati come Cecchinello, MarcVDS o Yamaha Tech3 di Poncharal. Moto dell’anno prima che mai avranno le stesse prestazioni delle vere Factory.

Categoria 4 – MotoGP OPEN

Telaio e motore fornite da Honda e Yamaha ai clienti come Forward o Aspar. Anche queste avevano una dotazione completamente differente di motori e gomme e litri.

Categoria 5 – CRT

Ma come se non bastasse in griglia di partenza abbiamo avuto anche delle meravigliose CRT. Credo la ART. Ovvero delle vere Superbike travestite da GP che andavano però più piano delle Superbike dalle quali derivano.

Tutto questo inspiegabile caos regolamentare è sempre stato proposto come unico rimedio ai mostruosi costi necessari per allestire una moto da gran premio di 1000 cm³ a quattro tempi. Anche perché dopo aver provato a portarla 800 cm³ per poi riportarla 1000 si sono tristemente accorti che rimanevano con cinque o sei moto solamente in griglia di partenza. Invece di studiare una formula ed un regolamento tecnico in grado di abbassare i costi e permettere a tutti di partecipare con le stesse possibilità di successo finale si è pensato che era meglio mischiare quattro tipi di motociclette diverse ben sapendo che solamente quattro sarebbero state in grado di lottare per il podio ad ogni gara.

Da questo guazzabuglio assolutamente incomprensibile con i test di Valencia andiamo a semplificare i regolamenti che vedono per la prima volta sparire le ridicole CRT. Inoltre tutte le moto avranno lo stesso numero di litri nel serbatoio che dal 2016 saranno 22. Prosegue la limitazione dei motori che da oggi saranno sette a disposizione per tutta una stagione. Anche il peso viene omologato per tutti a 157 chili. Rimane invece il permesso di effettuare test e sviluppo per Suzuki e Ducati.

Detto tutto questo il cambiamento più eclatante e visibile riguarda quello dei pneumatici che da oggi saranno i francesi Michelin montati su cerchi da 17 pollici al posto di quelli da 16 a mezzo adottati fino a ieri. Meno visibile ma non meno importante è il passaggio ad una elettronica condivisa tramite una centralina Magneti Marelli e un software uguale per tutti. I dettagli dell’applicazione di questo sistema sono talmente ridicoli complicati che evito di provare a spiegarli visto che ci sono sensori uguali per tutti tranne uno e la possibilità di variare il software durante la stagione solo nel caso in cui Ducati, Yamaha e Honda si trovassero improvvisamente d’accordo sulle modifiche da apportare.

Io confermo tutto il mio scetticismo su una MotoGP fatta di limitazioni di ogni genere dove nonostante tutti questi trucchi regolamentare i costi rimangono elevatissimi. Per me questi regolamenti vanno bene per l’Endourance o le gare di 24 Ore ma una vera MotoGP deve essere il frutto della massima ricerca delle prestazioni e della performance lasciando libero spazio alla genialità dei progettisti con le uniche limitazioni riguardanti i materiali che devono rimanere uguali a quelli adottati sulle moto di serie. A me una MotoGP dove non si possono sviluppare i motori durante la stagione perché sono sigillati mi sembra un controsenso vero e proprio. Ma anche l’obbligo di dover addomesticare 250 cavalli tramite ridicoli accorgimenti elettronici mi sembra un altro nonsense frutto di questa categoria inspiegabilmente portata voluta e mantenuta a 1000 cc.

Giovanni Di Pillo

Giornalista e telecronista sportivo, grande appassionato di moto, ha avuto importanti esperienze televisive a TMC/La7. Dal 2013 è tornato a commentare la SBK per Eurosport.

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