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L’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola è uno dei circuiti più spettacolari che abbiamo in Italia. Si inizia con il rettilineo dell’arrivo (1) abbastanza semplice, che si percorre leggermente in piega per arrivare alla staccata molto importante e ricca di sorpassi in gara, il Tamburello (4): è una curva molto bella in accelerazione. Si entra nella prima parte del Tamburello (3) abbastanza lenti in seconda marcia, poi si cambia direzione, si butta la terza e si cerca di uscire il più velocemente possibile per arrivare al rettilineo che ci porta alla Villeneuve (5): curva molto bella e molto spettacolare da vedere e soprattutto importante per noi piloti perché proprio all’uscita del Tamburello c’è la statua dedicata ad Ayrton Senna, il grande campione della Formula 1 che nel 1994 perse qui la vita.
La pista continua con la curva Villeneuve (6), anche questa molto difficile perché bisogna sacrificare l’ingresso che sembra molto ampio e veloce però poi non si riesce a cambiare direzione per la seconda. Attenzione quindi a questa curva. Si sale poi sul cordolo in uscita, si sfrutta tutta la pista e giù gas fino ad arrivare alla Tosa (7): curva in salita, si sale su in seconda marcia, si tocca terra col gomito e ci si lancia sulla scalata che porta alla Piratella. Una salita molto difficile con una pendenza incredibile e da qui sembra di entrare nella parte della pista che è un vero e proprio ottovolante.
Si sale su in cima, arrivati alla staccata della Piratella (8) le ruote si alzano quasi da terra per il cambio di pendenza, perché da salita diventa una leggera discesa, si frena e si entra dentro la Piratella e giù in discesa con una grandissima pendenza verso le Acque Minerali (9). Si arriva di traverso scendendo giù dalla Piratella in questa curva, molto tecnica dove il pilota riesce a fare la differenza perché si entra nella prima e si arriva molto piegati. Si scala poi la marcia per entrare nella seconda parte delle Acque Minerali (10).
Si salta sul cordolo violentemente e giù gas a manetta fino ad arrivare alla staccata della Variante Alta (11). Staccata difficilissima dov’è complicato trovare il punto giusto per staccare: è una variante molto lenta. Si esce dalla variante e dalla prima si arriva in quinta marcia alla staccata della Rivazza (13): a questo punto ci sono due curve abbastanza semplici (14-15), molto belle perché ricordano la storica staccata tra Bayliss e Edwards, sorpassi indimenticabili della Superbike.
Si esce dalla Rivazza e si arriva alla Variante Bassa (16-17), dove si gioca la gara, si salta su tutti e due i cordoli interni, cosa unica nel panorama del Mondiale Superbike, si esce, gas a manetta e giù i cavalli nel modo migliore possibile per arrivare sul traguardo!
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