
Toyota, ecco il motore ad acqua (www.motorinews24.com)
Toyota, ecco il primo motore ad acqua. Potrebbe essere un’autentica rivoluzione per l’intero settore automobilsitico.
Toyota è un’azienda che nel corso della sua lunga storia ha ampiamente dimostrato non soltanto di poter essere tranquillamente fra i giganti dell’automobilismo, ma anche di venire incontro ai suoi clienti, più o meno fidati che questi fossero. E infatti, le auto di questa società sono famose da sempre per l’affidabilità, la reisstenza e i costi tutto sommato non esagerati.
Il marchio giapponese è noto anche per il lavoro che ha svolto nel corso della propria storia per innovare e dare al mercato automobilistico alternative che rappresentassero anche dei veri e propri step in ambito tecnologico e meccanico.
Ecco perché, all’interno di questo articolo, abbiamo scelto di parlarvi dell’ultima idea realizzata dalla società di cui vi stiamo parlando. Facciamo riferimento al primo motore ad acqua, destinato a fare rumore in vista dei prossimi nani di sviluppo.
Motore ad acqua targato Toyota: i dettagli di una invenzione importante
Come riportato da Daniele Bianchi, su Italianoenduro, il giornalista ha parlato delle sua esperienza all’interno di uno showroom Toyota, in particolar modo ha osservato il motore ad acqua targato Toyota. Ma come funziona? Il processo si occupa di estrarre idrogeno mediante elettrolisi e di trasformarlo in elettricità pulita attraverso le pile a combustibile. In poche parole, quanto adottato da Toyota produce esclusivamente vapore acqueo come scarto e prometterebbe emissioni zero.
Visualizza questo post su Instagram
Il passo in avanti è netto, e dimostra quanto ci tenga il brand giapponese a regalare a milioni di automobilisti una seria e concreta alternativa alla tecnologia elettrica. Oltre all’importante risultato di zero impatto ambientale, da tenere in considerazione anche l’efficienza di conversione energetica superiore a quella dei motori termici, il che garantirebbe anche un’autonomia paragonabile ai modelli a benzina. C’è però un ‘ma’ grande quanto la storia di Toyota; questo ‘ma’ è relativo alle infrastrutture di rifornimento, che sono poche.
Inoltre, è cruciale che la stessa elettricità provenga sostanzialmente da fonti rinnovabili, altrimenti il beneficio ambientale perde automaticamente valore. Per dare il via a una transizione come si deve, entro il 2030 le pompe di rifornimento dovranno essere diffuse in maniera più sostanziale. E non solo, perché oltre alle stazioni di rifornimento e a infrastrutture nuove di zecca, ci dovranno essere partnership fra costruttori e governi, un po’ come avviene con la tecnologia elettrica da qualche anno. Il motore ad acqua può essere una valida alternativa, ma per funzionare ha bisogno di investimenti, e questi ultimi non devono essere marginali.