MotoGP

Box 46: come fare podio alla gara n°350? Basta essere Valentino Rossi

Valentino Rossi ha conquistato un podio incredibile in Argentina, dimostrando ancora una volta di essere un vero Racer. Vinales vola alto in classifica, ma Rossi resta in scia

Chissà cosa avrebbe detto quel ragazzino biondo, con la faccia e lo sguardo di chi è pronto a incasinare tutto, qualora gli avessero riferito che 21 anni dopo il suo debutto in 125, avrebbe raccolto ancora dei podi. Dopo due decenni di gare. Dopo 9 titoli mondiali. Dopo 350 partenze in un GP. Una via spesa in pista, spesa a dare gas e controllare derapate. Probabilmente quel ragazzino che allora come oggi risponde al nome di Valentino Rossi avrebbe tirato fuori un sorrisone, ed avrebbe anche esclamato: «Ma va là Patacca!».

Eppure Valentino Rossi, 350 GP e 21 anni dopo il suo debutto, è salito davvero sul podio. E non di una categoria promozionale, nè di un rally corso per passione. E’ salito sul secondo gradino del podio di una gara MotoGP, appena alle spalle del vincitore. Ci piace sottolineare questo risultato, perchè dal nostro punto di vista è incredibile. E’ incredibile osservare questo magnifico pilota che a 38 anni suonati mette in pista tutto il suo arsenale. Non perde la pazienza quando in prova le cose vanno male, ma continua a lavorare duro per sistemare la moto. Non esagera quando capisce che chi è davanti ha un altro passo, ma si limita a conquistare 20 punti importantissimi per il mondiale. Ha un determinato potenziale, ed ha acquisito la capacità di sfruttarlo al 100%.

@YAMAHA

Probabilmente non ha più la velocità di un ragazzino, ma non commette errori come quello di Marquez in Argentina. Non ha l’istinto del killer di Vinales, ma è riuscito a cuocere a fuoco lento un mastino come Cal Crutchlow e si è preso un secondo posto che vale oro. Siamo solo alla seconda gara della stagione, ma è palese che Rossi farà della regolarità una grandissima arma, in un campionato in cui un fenomeno come Marquez ha già tanto da recuperare al primo in classifica, ed il casino è sempre dietro l’angolo.

Perchè ad inizio stagione si diceva proprio questo, e cioè che Valentino potrebbe diventare il terzo incomodo per la lotta mondiale anche approfittando dei problemi che potrebbero causarsi a vicenda Marquez e Vinales. Il campione del mondo in carica a questo punto del cammino deve già recuperare 37 punti al rivale designato, e un vero duello all’arma bianca in gara tra i due non è ancora avvenuto. Plausibile che Valentino possa approfittare delle scaramucce tra i due, e restare agganciato alla vetta della classifica fino a quando non riuscirà a risolvere gli ultimi dettagli di setup sulla M1.

Se poi la Michelin permetterà l’utilizzo della famosa copertura “70”, questo potrebbe rappresentare il punto da cui partire per costruire una base competitiva su ogni pista. In Argentina la Safety Commission non ha dato il nulla osta per utilizzare questa copertura, più rigida. In tanti hanno accusato Valentino Rossi di aver fatto pressioni sulla Michelin per avere questa gomma a disposizione. Poi in gara sono caduti Marquez, Pedrosa e Espargarò, che sono tre piloti che avevano lamentato una eccessiva morbidezza della gomma Michelin in Qatar. Se questo doveva essere un modo per ostacolare Rossi, diremmo che questi piloti hanno sbagliato tattica.

Il risultato è che dopo due gran premi Valentino Rossi ha più punti della scorsa stagione, e la prossima gara si corre ad Austin. Nella passata stagione Valentino ebbe un problema alla frizione in partenza, e nella foga di recuperare fu protagonista di una caduta. Un vero peccato, perchè Rossi aveva dimostrato di avere lo stesso passo di Marquez, mattatore da sempre in Texas. Ad Austin Valentino potrà confermare di aver trovato il feeling perduto con la M1 e soprattutto potrebbe essere la prima occasione per assestare un jab potente al volto dei due avversari spagnoli. Il pugile italiano non sarà più agile come un tempo, ma sa incassare benissimo e soprattutto sa fare una cosa che probabilmente difetta ai rivali: Valentino sa aspettare. Il momento per attaccare arriverà, e lui si farà trovare pronto.

Marco Caregnato

Nel 1984, da bambino, ho avuto il mio primo contatto con una moto. Mi sono ustionato la mano! Non ho più smesso di amarle...

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