
Bancarotta di un importante fornitore tedesco(www.MotoriNews24.com)
Il mercato dell’automobile continua a mostrare segnali di profonda difficoltà, con un quadro generale che si fa sempre più critico.
Dopo la pandemia, il settore dell’automotive si trova ad affrontare una crisi senza precedenti, che coinvolge non soltanto le grandi case produttrici ma anche l’intera filiera industriale, dai fornitori di componenti fino ai concessionari. Il caso recente della bancarotta di un importante fornitore tedesco, la Iwis Mechatronics, rappresenta un ulteriore campanello d’allarme per un comparto già fortemente provato.
Nel corso del 2024 e degli inizi del 2025, il settore automotive ha visto un calo costante delle vendite, accentuato dalla fine degli incentivi statali in diversi Paesi. Questo fenomeno ha colpito sia i veicoli a motore endotermico sia quelli elettrici, riflettendo una domanda meno vivace e un’offerta spesso percepita come troppo costosa rispetto alla qualità percepita.
A pagare il prezzo più alto non sono solo i grandi marchi come FIAT, Volkswagen, Audi o Alfa Romeo, ma anche l’indotto e le aziende fornitrici di componenti essenziali. Tra queste, la recente dichiarazione di fallimento della Iwis Mechatronics, azienda tedesca con sede a Schwaigern, ha scosso il mercato. Il tribunale distrettuale di Heilbronn ha decretato l’avvio della procedura di insolvenza e nominato un amministratore provvisorio per gestire l’amministrazione controllata dell’azienda, che impiega circa 1300 dipendenti e opera anche con filiali negli Stati Uniti e in Cina.
La crisi di Iwis Mechatronics si era già manifestata con l’annullamento improvviso di tirocini, segno evidente di difficoltà interne che si sono poi concretizzate con la bancarotta. Il presidente del comitato aziendale, Martin Stäbe, ha confermato le difficoltà e ha riferito di incontri con i dipendenti volti a discutere di una riduzione della forza lavoro. L’effetto domino causato dal calo delle vendite e dalla riduzione della produzione sta quindi colpendo pesantemente anche i fornitori, con ricadute occupazionali significative.
Le difficoltà dell’automotive in Europa e in Italia
La crisi non risparmia nemmeno i colossi europei. In Germania, oltre alla situazione critica di Iwis Mechatronics, si assiste a un ridimensionamento senza precedenti di gruppi storici come Volkswagen e Audi, costretti a ridurre la produzione e a programmare la chiusura di stabilimenti, un evento epocale che non si verificava da oltre ottant’anni. Anche BMW e Mercedes si trovano ad affrontare sfide simili, con forti rischi occupazionali.
In Italia, sotto l’ombrello di Stellantis, la situazione è delicata per marchi storici come FIAT e Alfa Romeo. Il gruppo ha dovuto procedere a riduzioni del personale e alla chiusura di stabilimenti, con uno scenario che richiede ristrutturazioni e nuove strategie per recuperare competitività. Le difficoltà di Alfa Romeo, in particolare, hanno avuto ripercussioni anche sui mercati esteri, come quello statunitense.
Il settore automotive italiano, pur mantenendo una forte tradizione e un’importanza storica nel panorama industriale nazionale, si trova oggi a dover fare i conti con una trasformazione radicale. La transizione verso la mobilità elettrica e sostenibile, seppur necessaria, sta imponendo investimenti elevati e cambiamenti organizzativi complessi, spesso in un contesto di domanda incerta e concorrenza internazionale agguerrita.

Fondata a Torino nel 1899, la FIAT rappresenta una delle pietre miliari dell’industria automobilistica italiana e mondiale. Nel corso del Novecento, la casa torinese è stata protagonista di una crescita esponenziale, affermandosi come il maggior gruppo industriale italiano e uno dei principali produttori europei di automobili.
Negli ultimi decenni, FIAT ha affrontato molte sfide, tra crisi economiche, cambiamenti di management e trasformazioni del mercato. Il 16 gennaio 2021, il gruppo è diventato parte integrante di Stellantis, nato dalla fusione tra Groupe PSA e FCA, dando vita al quarto costruttore automobilistico mondiale. Il nuovo gruppo ha una forte presenza globale, con un portafoglio marchi che include Peugeot, Citroën, Opel, Vauxhall, oltre a FIAT e Alfa Romeo.
La fusione ha segnato un passaggio cruciale per la strategia industriale, con l’obiettivo di consolidare le risorse e affrontare con maggior forza la transizione verso veicoli a basse emissioni e nuove tecnologie. Tuttavia, la complessità del mercato e le turbolenze economiche globali continuano a pesare sul settore, rendendo necessario il continuo adeguamento delle strategie produttive e commerciali.