
Parcheggio auto, cosa c'è da sapere sui danni (www.motorinews24.com)
La questione della responsabilità per danni subiti in un parcheggio non custodito continua a generare dubbi per le aree di sosta private.
La questione della responsabilità per danni subiti in un parcheggio non custodito continua a generare dubbi tra automobilisti e gestori di aree di sosta private. Spesso, infatti, nei parcheggi a pagamento si incontrano cartelli che declinano ogni responsabilità per furti o danneggiamenti ai veicoli in sosta. Ma questi avvisi sono realmente validi e sufficiente a sollevare il gestore da ogni obbligo? La risposta, a partire dalla più recente giurisprudenza, è decisamente complessa e chiarisce aspetti importanti del rapporto contrattuale tra utente e gestore.
Cartelli di esonero di responsabilità: cosa prevede la legge
Nei parcheggi privati, soprattutto quelli a pagamento, è prassi comune trovare cartelli con diciture che segnalano la mancata custodia delle vetture e l’assenza di controllo. Tali scritte hanno l’obiettivo di informare l’utenza che la proprietà non si assume responsabilità per eventuali furti o danneggiamenti. Tuttavia, la presenza di un cartello non è di per sé sufficiente a liberare il gestore da ogni responsabilità.
La giurisprudenza italiana, infatti, ha spesso sottolineato che questi avvisi non possono rappresentare un’esclusione totale di responsabilità, soprattutto quando si tratta di parcheggi privati. Il semplice fatto di segnalare l’assenza di custodia non esime il proprietario o il gestore dall’obbligo di vigilanza minima e dalla tutela del bene affidato.
Visualizza questo post su Instagram
Un importante punto di riferimento è la sentenza n. 8601 del 2022 della Corte di Cassazione, che ha affrontato il caso di un furto avvenuto in un parcheggio privato a pagamento presso un aeroporto. All’ingresso dell’area di sosta, un cartello informava gli utenti che le auto non erano né sorvegliate né custodite. Nonostante ciò, il proprietario del veicolo sottratto ha citato in giudizio la società di gestione chiedendo il risarcimento del danno.
Il tribunale di primo grado aveva dato ragione all’automobilista, mentre in appello la società di gestione era stata ritenuta non responsabile. La Cassazione ha però ribaltato il verdetto, stabilendo che l’esclusione di responsabilità indicata con il cartello è valida soltanto nei parcheggi comunali o in quelli destinati a un servizio pubblico. Nel caso di parcheggi privati, come quelli aeroportuali, il gestore non può sottrarsi all’obbligo di custodire e sorvegliare il veicolo.
Il pagamento del biglietto d’ingresso in un parcheggio a pagamento crea un vero e proprio contratto di deposito tra il gestore e l’automobilista. Questo comporta che il gestore si assume l’obbligo di vigilanza e di custodia del veicolo parcheggiato. Di conseguenza, in caso di furti o danni, anche se il parcheggio è “non custodito” dal punto di vista pratico, il gestore può essere chiamato a risarcire i danni subiti dall’utente.