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Costa meno e vuole bene all’ambiente: qual è la nuova frontiera per il mercato del carburante in Italia.
Con l’aumento delle restrizioni sulle emissioni e la spinta verso la sostenibilità ambientale, il settore motociclistico italiano ed europeo si trova davanti a nuove sfide e opportunità. Tra queste, l’arrivo in Italia dell’E20, una benzina con il 20% di bioetanolo, rappresenta una possibile svolta nel panorama dei carburanti per veicoli endotermici. Questo carburante promette di ridurre l’impatto ambientale senza richiedere modifiche radicali ai motori, ma solleva anche questioni tecniche ed economiche che meritano approfondimento.
L’E20 è una miscela di benzina a 98 ottani che contiene il 20% di bioetanolo, un alcol ottenuto da fonti vegetali. Rispetto all’attuale standard europeo, l’E10, che include solo il 10% di bioetanolo, l’E20 raddoppia la quota di biocarburante. Il vantaggio principale del bioetanolo è la sua natura a impatto zero di CO₂: durante la crescita, le piante assorbono anidride carbonica, bilanciando così le emissioni generate dalla combustione del carburante.
Questo aspetto rende l’E20 un alleato importante per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici europei**, rispettando le normative più stringenti come l’Euro 5+ per le due ruote. La sua diffusione potrebbe contribuire a una significativa riduzione delle emissioni fossili, senza dover rinunciare completamente ai motori a combustione interna.
Posso metterla nel serbatoio della mia auto?
Nonostante le promesse, l’adozione dell’E20 non è priva di criticità. Uno dei principali problemi tecnici riguarda la natura igroscopica del bioetanolo, che tende ad assorbire l’umidità dall’aria. Ciò può portare alla formazione di acqua nel serbatoio e, di conseguenza, a bolle d’acqua che si depositano sul fondo, aumentando il rischio di corrosione. Questa problematica è particolarmente rilevante per le motociclette più datate, dotate di carburatori tradizionali, mentre i veicoli con sistemi di iniezione elettronica moderni mostrano una maggiore resistenza.
Inoltre, l’E20 ha una densità energetica inferiore rispetto alla benzina tradizionale, con un impatto diretto sui consumi. Gli esperti indicano un incremento approssimativo del 3% dei consumi per ogni 10% in più di bioetanolo: per l’E20, dunque, si prevede un aumento del 6% del consumo di carburante rispetto all’E5 (benzina con 5% di bioetanolo). Questo aspetto potrebbe tradursi in costi maggiori per gli utenti, a parità di chilometraggio.

Nonostante l’E20 non sia ancora stato introdotto su larga scala in Italia, diversi produttori di motociclette hanno già iniziato a certificare i propri modelli per essere compatibili con questa miscela. Alcune case costruttrici hanno sviluppato aggiornamenti software per le centraline elettroniche, consentendo una rapida riprogrammazione e ottimizzazione del motore in vista della diffusione del carburante.
Questa strategia dimostra come l’industria voglia anticipare i cambiamenti normativi e di mercato, evitando le difficoltà registrate in passato con l’adozione dell’E10. Inoltre, l’E20 potrebbe portare vantaggi economici per i motociclisti: essendo disponibile nella versione Super Plus a 98 ottani, potrebbe eliminare il sovrapprezzo attuale legato alla benzina ad alto numero di ottani. Inoltre, il bioetanolo non è soggetto alla tassa sulla CO₂, il che potrebbe tradursi in un costo inferiore rispetto all’E10 attualmente in uso.
In questo scenario, l’E20 si presenta come una soluzione intermedia, capace di coniugare sostenibilità ambientale e praticità d’uso, pur mantenendo alcune limitazioni tecniche e di consumo da considerare attentamente.