
L'Europa ha capito cosa fare - www.MotoriNews24.com
In Giappone le usano ormai da anni. Ma noi europei a certe soluzioni ci arriviamo sempre tardi!
La Commissione Europea ha annunciato l’intenzione di istituire una nuova categoria normativa dedicata ai veicoli elettrici di piccole dimensioni e a basso costo, ispirandosi al famoso modello asiatico che ha un nome ben specifico. Questa iniziativa nasce nell’ambito di un più ampio dialogo strategico con l’industria automobilistica europea, volto a sostenere la transizione verso la mobilità elettrica e a rafforzare la competitività del settore nel contesto globale.
Nel corso dell’ultimo incontro tra Bruxelles e i principali attori dell’industria automobilistica europea – tra cui Renault, Stellantis, Mercedes-Benz, BMW e Volkswagen – è stata confermata la creazione di una nuova categoria denominata “Small Affordable Cars”. Si tratta di veicoli elettrici compatti e accessibili economicamente, concepiti per rispondere alla crescente domanda di mobilità sostenibile senza rinunciare alla praticità e all’efficienza dei costi.
Il progetto, fortemente sostenuto dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, si ispira alle cosiddette Kei Car giapponesi, veicoli ultra-compatti e a basso impatto ambientale che da decenni rappresentano un segmento chiave nel mercato nipponico. L’iniziativa mira a introdurre un quadro normativo dedicato che riconosca specifici standard di emissioni di CO2 e incentivi la produzione e l’acquisto di questi modelli più piccoli.
L’idea ha trovato il sostegno di numerosi esponenti del settore, tra cui Antonio Filosa, il quale ha proposto l’adozione di “super incentivi” mirati per questa nuova categoria. Tuttavia, permangono alcune resistenze soprattutto tra i costruttori tedeschi, che chiedono una maggiore flessibilità normativa e il rispetto del principio di neutralità tecnologica.
Tutto parte del piano di sviluppo
Parallelamente a questo sviluppo, la Commissione ha annunciato un’accelerazione della revisione del regolamento che impone lo stop alla vendita di auto a combustione entro il 2035. La valutazione d’impatto è prevista entro ottobre, con l’obiettivo di presentare una revisione normativa che confermi il percorso deciso a marzo, ma con un possibile anticipo dei tempi.
Durante il confronto, i vertici dell’industria hanno discusso anche della possibilità di estendere l’uso di alimentazioni ibride, plug-in e range extender oltre il 2035. Tuttavia, Bruxelles ha mantenuto una posizione rigida, non aprendo a deroghe significative, in linea con l’impegno per una decarbonizzazione totale del settore.

Sul fronte finanziario, la Commissione ha confermato un investimento di 1,8 miliardi di euro destinato allo sviluppo e alla produzione di batterie per veicoli elettrici, una delle componenti chiave per la competitività europea nell’industria automobilistica.
Inoltre, è stata firmata una lettera d’intenti per promuovere un programma di ricerca e innovazione congiunto tra pubblico e privato, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo tecnologico e tutelare le produzioni europee di fronte alla concorrenza internazionale. Tra i temi affrontati anche la protezione delle filiere locali tramite il recente Industrial Accelerator Act, che prevede requisiti specifici per favorire la produzione interna.
La presidente von der Leyen ha sottolineato l’importanza di un futuro automobilistico “made in Europe”, evidenziando l’impegno a proteggere le imprese europee dalla concorrenza sleale, facilitare l’accesso alle materie prime essenziali e supportare la riqualificazione dei lavoratori in vista della trasformazione tecnologica e geopolitica in atto. Peccato che l’idea l’abbiamo rubata al Giappone, letteralmente.