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In memory of Claudio Castiglioni

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Claudio Castiglioni è stato il padre della Cagiva. Un uomo, un team manager amato e apprezzato nel suo mondo, soprattutto dai piloti

La storia della moto, a differenza delle auto e di tanti altri settori dell’industria moderna è caratterizzata da personaggi geniali e coraggiosi che ne hanno influenzato la storia in modo irreversibile. Geni assoluti dotati di una forza incredibile e soprattutto di una capacità di sognare che li ha portati a lottare con tutte le loro forze per riuscire ad inseguire e realizzare questi sogni. Sogni diventati meravigliose motociclette che hanno poi segnato e cambiato la storia delle due ruote. Da Soichiro Hondaa Taglioni, il conte Agusta, Carlo e Giuseppe Guzzi, Harley e Davidson, Giuseppe Gilera, Bob Shelley fondatore della Norton, Francesco Laverda e tantissimi altri che nel passato hanno fatto moto stupende e quindi la storia.

Oggi, il processo industriale, diventato una guerra globale e durissima, ha limitato in modo drastico il proliferare di questi “sognatori geniali” impossibilitati a mettere su una catena di montaggio soluzioni originali estreme e difficilissime da industrializzare. Però per fortuna qualcuno è rimasto e con immense difficoltà ha cercato di perseguire sogni diventati moto spaziali che hanno fatto impazzire i bikers di tutto il mondo. I nomi sono ormai 4 o 5 e la lista è abbastanza semplice perché tutte le case adottano ormai superteam di ingegneri e progettisti dove il gruppo ha sempre la meglio sul singolo Genio vecchia maniera.

Herbert Diess, ovvero il folle che ha stravolto la storia della BMW cambiandone in modo irreversibile la vocazione da casa di moto da turismo in mega SBK e moto sportivissime come le HP o la Spaziale S1000RR. Ivano Beggio, l’uomo che ha creato dal nulla la meravigliosa storia della Aprilia che da Noale ha bastonato tutte le case giapponesi nei mondiali 125 e 250. L’incredibile è che per battere gli uomini di Noale i giapponesi hanno dovuto cancellare proprio la 125 e la 250 perché non ce la facevano a batterle. Ma questo pezzo è l’omaggio e il tributo al più grande artefice della storia delle due ruote moderne. L’uomo che con il suo folle coraggio ha inventato e prodotto almeno dieci delle più belle moto del mondo. Claudio Castiglioni.

Tutte le volte che ripenso a Claudio Castiglioni mi tornano in mente i mille episodi che ho avuto la fortuna e il privilegio di condividere con questo pirotecnico personaggio che spessissimo mi chiamava per presentare moto, conferenze e piloti. Ma soprattutto le incredibili moto scaturite dalla sua passione e se ci riflettiamo attentamente nella lista delle venti più belle moto della storia moderna, almeno sette sono figlie di Claudio. Iniziamo dalla Cagiva 125 Mito che ha fatto impazzire generazioni di sedicenni. Per passare alla Cagiva WMX 125 che ci ha fatto capire la reale portata del genio di Castiglioni, perchè pochi sanno che la prima vittoria di una manche mondiale nel Cross da parte di un italiano risale a Renato Zocchi, che guidava proprio la primissima WMX125, che poi è diventata la prima moto non giapponese della storia del mondiale 125 a vincere due titoli nell’85 e 86 con Strijbos e Vhekkonen.

La leggendaria Cagiva Elephant Vincitrice di due Parigi Dakar e mezzo. Due con Orioli e una quasi vinta con Auriol fratturato all’ultimo. Rimanendo nelle moto Racing il capolavoro è stato fatto con la Cagiva 500 che ha sfidato raggiunto e alla fine battuto i giapponesi proprio nel loro difficilissimo territorio, ovvero il motomondiale della classe 500 due tempi. E le Cagiva 500 C593, C594 e C595 sono state le 500 più belle geniali originali della storia. Con la Cagiva 500 da GP è iniziato il matrimonio con Tamburini e questo connubio ha prodotto alcune opere d’arte paragonabili solo a capolavori come Guernica o la Gioconda.

Mi riferisco alla Ducati Paso e soprattutto alla moto del secolo ovvero la Ducati 916. Oltre alla prima meravigliosa MV F4. E non dimentichiamoci la prima nuda della storia moderna ovvero la Ducati Monster e la più bella nuda del mondo ovvero la MV Brutale. Ma Claudio non era il più grande solo per le stupende moto che aveva inventato. Era il più grande per come affrontava la vita, gli amici le avventure e le gare. Viveva con grande eleganza, ironia, coraggio e ottimismo che riusciva a trasmettere e a contagiare chiunque gli si avvicinasse. Era un seduttore che incantava chi lo ascoltava per l’entusiasmo e la passione che animava ogni suo gesto e avventura. Io potrei raccontare centinaia di avventure che ho vissuto con Castiglioni. Episodi fantastici che però non renderebbero appieno la sua grandezza ma solo una parte della sua poliedrica personalità sminuendo il resto. Però un aspetto su tutti va assolutamente rimarcato e ricordato.

Claudio creava moto magiche e meravigliose e molte di queste creature erano moto da gran premio che dovevano essere portate in gare durissime solo da piloti professionisti. Ebbene il legame che si creava tra Castiglioni e i suoi piloti era una cosa assolutamente unica e straordinaria nel panorama delle competizioni. Non era mai un semplice rapporto di lavoro tra un imprenditore e un dipendente ma qualcosa di unico personale e molto coinvolgente. Lui affidava le sue moto solo a piloti che stimava e riteneva in grado e all’altezza di portare in gara le sue creature. Claudio trattava i piloti delle sue moto come veri figli, gli coccolava, li viziava e non li abbandonava mai. Ma questo per davvero!

Ci sono mille episodi che testimoniano questo incredibile generosissimo aspetto della grande umanità di Castiglioni team manager. Si inizia da Roche che ebbe un terribile incidente per colpa di un cretino di pilota giapponese che non vide la bandiera a scacchi e lo centrò a 300 all’ora mandandolo all’ospedale per mesi. Claudio lo seguì per tutta la degenza e appena si ristabilì anche se non aveva nessuna responsabilità, aspettò che fosse in grado di risalire in sella e lo mise sulla Ducati SBK con la quale poi il francese vinse il mondiale. Finito di correre lo mise come manager della SBK.

Così anche per Lucchinelli e Ferrari che corsero con la 500 ma poi furono assunti come manager delle squadre SBK. Proprio sotto Castiglioni, Lucchinelli finì nei guai con la giustizia ma Claudio non lo mollò mai. E con Ferrari Manager, Giancarlo Falappa ebbe il terribile incidente di Albacete che lo spedì in coma e gli segò la carriera. Castiglioni pagò un aereo ambulanza per riportarlo in Italia e poi gli dette un vero vitalizio come uomo immagine della Ducati. A Kocinski regalò una macchina per la leggendaria vittoria di Laguna e se parlate di Castiglioni a Spencer o Lawson si commuovono per come sono stati trattati in Ducati e Cagiva. Amava le sue moto ma rispettava tantissimo chi le portava in gara ben oltre il normale rapporto di lavoro. Falappa ma anche il compianto papà che ebbe un brutto incidente al Mugello con la 500 non sono stati abbandonati a se stessi ma seguiti anche dopo la sfortuna da un generoso Castiglioni, che esprimeva così il suo amore per questo magico mondo che ora è davvero più solo per l’assenza del più grande.

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