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Jorge Lorenzo domina nei test in Qatar

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Jorge Lorenzo svetta nella prima tornata degli ultimi test che precedono l’inizio del mondiale MotoGP edizione 2016. La Yamaha si conferma la moto più in forma mentre continuano i problemi in casa Honda

C’è un’accoppiata in pista che più di ogni altra dimostra di aver trovato la formula perfetta per far funzionare le gomme e la nuova elettronica amalgamando il tutto con una guida di fino che spaventa gli avversari in pista. Stiamo parlando ovviamente della Yamaha M1 con il n°99 stampato sul cupolino e del campione del mondo in carica Jorge Lorenzo, che sembra sempre di più l’uomo da battere. Si potrebbe pensare che questa considerazione sia superficiale e fatta esclusivamente osservando il miglior tempo della sessione. Invece di prove a sostegno di questa teoria ce ne sono ben di più di un semplice giro secco. Con un giro secco anche Marquez era andato forte a Phillip Island, e persino la Ducati GP 14.2 di Baz si era mostrata velocissima in Australia. Ma stiamo sempre parlando di un singolo giro, fatto con gomme adatte e con il pilota alla ricerca del limite per quel minuto e mezzo e basta.

La prova sostanziale che mette Lorenzo in cima alla lista è proprio il fatto che Jorge riesca a girare più forte degli altri con una semplicità disarmante. Scende in pista e dopo pochi passaggi ha già un ritmo da riferimento. Se il suo giro più veloce stacca Vinàles e Rossi di mezzo secondo, è sul passo messo in mostra nei pur brevi long run a fare davvero tremare. Il tutto condito da una costante pulizia di guida, da una tranquillità a tratti disarmante. Che la chiave per la stagione 2016 fosse la costruzione di un buon feeling con le Michelin era chiaro, ma non si era compreso subito che il pilota più a suo agio con queste gomme fosse proprio il maiorchino.

Le buone notizie per la Yamaha continuano sul fronte Valentino Rossi. Dopo qualche difficoltà nei primi test a Valencia, il pilota di Tavullia ha migliorato sempre di più il proprio feeling con le gomme ed è stato il principale artefice della scelta in Yamaha di proseguire con la moto in versione “tappo sul serbatoio”. La versione aggiornata, con il serbatoio spostato ancora di più sul posteriore e con il “tappo sul codino” non ha convinto il Dottore, che ha preferito restare sulla vecchia ciclistica per lavorare con una variabile in meno sul piatto. Rossi ha chiuso la prima giornata a mezzo secondo da Lorenzo sul singolo giro, ma il gap tra i due piloti scende ad un paio di decimi se si analizzano le sequenze di giri ed il passo. Sappiamo bene che Valentino riesce a dare il meglio di sé in gara, da vero racer qual è. Quindi non c’è che da essere ottimisti dalle parte di Iwata.

Non è più una sorpresa trovare invece Maverick Vinàles stabilmente nelle prime posizioni con la sua Suzuki che appare davvero in forma alla sua seconda stagione in pista. C’è chi aveva criticato la scelta di Suzuki di entrare in MotoGP proprio nell’ultima anno dell’era Bridgestone, con il rischio di mettere a punto una moto che poi non si sarebbe adattata bene ad altre gomme. Come accade invece per la Yamaha, pare che anche per le moto di Hamamatsu le gomme francesi non risultino indigeste. Aggiungendo poi un motore con qualche cavallo in più ed un cambio completamente seamless, ecco che la ricetta di Davide Brivio è servita. Il talento di Vinàles è esploso durante la scorsa stagione, rendendolo di fatto l’uomo più ricercato del mercato piloti. Vedremo se nei prossimi due giorni Maverick saprà confermare le sue attitudini da Top Gun.

In Honda le facce sono decisamente più scure rispetto ai cugini giapponesi di Yamaha e Suzuki. Non c’è il passo e qui in Qatar manca anche la performance velocistica. Marquez si è beccato più di un secondo da Lorenzo e Pedrosa addirittura un secondo e mezzo. A Tokyo sembrano seriamente in difficoltà con una geometria che non restituisce feeling all’anteriore ai piloti. A questo si aggiunge un motore esplosivo che non è più imbrigliato in un’elettronica dedicata e che sembra creare non pochi problemi ai piloti nel momento in cui devono riprendere in mano il gas in uscita di curva. I test di Phillip Island sembravano mostrare una certa crescita delle moto, ma questa prima giornata in Qatar rappresenta invece una incredibile battuta di arresto che può diventare preoccupante se non si dovesse trovare il bandolo della matassa nei prossimi giorni.

Passando alle due moto italiane in pista, c’è da registrare il debutto assieme alle colleghe della prima vera MotoGP Aprilia. I ragazzi di Noale sono orgogliosi della propria creatura che nasce da un progetto completamente interno relativo alla MotoGP. La RS3 Cube era costruita con ampie collaborazioni esterne di Cosworth e la RS GP del 2015 non era altro che la RSV4 SBK con alcune modifiche. L’attuale progetto è invece frutto del lavoro di sviluppo portato avanti da Romano Albesiano e dal proprio team di ingegneri, e porta in pista tutto il meglio di Aprilia Racing, la punta di diamante di uno dei reparti corse più vincenti della storia. Al momento non si ricerca la prestazione, ma solo l’affidabilità e la costanza. La moto tuttavia sembra nata bene, e gira già più forte della RS GP dell’anno scorso. Qualche problemino di gioventù c’è, ovviamente, ma la strada sembra buona.

Dopo Noale si arriva direttamente a Bologna, con l’A-Team composto da Iannone e Dovizioso che iniziano ad andare forte con la Desmosedici GP 2016. Iannone ha girato spesso sotto il minuto e 57 che un riferimento ottimo per il passo gara, ed anche Dovizioso è migliorato sempre di più durante la giornata, fino ad arrivare ad mettere assieme quattro giri non distanti dal ritmo di Rossi. Di lavoro da fare ce n’è ancora tanto, perché per quanto in Ducati si parli di evoluzione e non di rivoluzione, la moto nuova ha molti punti che la differenziano dalla GP15. Sembra che finalmente stia venendo fuori tutto il potenziale della nuova moto, che sembra davvero elevato. Nei prossimi due giorni si cercherà anche la performance velocistica e vedremo con che tipo di riferimenti dovrà confrontarsi Casey Stoner nel test che sosterrà sulla stessa pista la settimana prossima sulla moto 2016.

In Ducati possono anche essere soddisfatti di aver portato un talento come Scott Redding in Pramac. L’inglese fa volare la GP15 e l’unico cruccio è quello di non poter contare ancora sui servigi di Danilo Petrucci, che si sta riprendendo dall’operazione alla mano e farà il possibile per esserci nel primo round del mondiale.

 

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