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MotoGP

Luis Salom, un vuoto incolmabile

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La morte di Luis Salom a Barcellona lascia un dolore indelebile. Ecco il ricordo della sua prima vittoria nel motomondiale, a Indianapolis 2012, dopo una volata contro Vinàles e Cortese

Luis Salom era appena uscito dai box durante la FP2 del venerdì sulla sua Kalex. Rientrato per modificare il setup nel tentativo di avvicinarsi ai primi, lo sfortunato pilota ha imboccato la pista con la solita determinazione. La caduta alla curva 12 del tracciato del Montmelò lo ha fatto finire a velocità troppo alta contro le barriere all’esterno della via di fuga. Dalle immagini sfocate riprese con le telecamere interne, sembra che il pilota sia scivolato lungo la via di fuga seguendo la moto, per poi impattare con la sua stessa moto in uno scontro purtroppo fatale.

Le informazioni rilevate dalla telemetria della moto e messe a disposizione dalla Dorna hanno chiarito la dinamica dell’incidente: una staccata troppo ritardata che ha portato Luis Salom a mettere le gomme su una buca particolarmente pronunciata lungo la curva che ha tradito il grip degli pneumatici. Dopo lunghi tentativi di rianimazione, i medici si sono dovuti arrendere. Il decesso di Luis Salom è stato dichiarato all’ospedale di Barcellona, pochi minuti dopo il suo arrivo in ospedale.

La storia e la passione per le moto di Luis Salom hanno origini nella concessionaria di famiglia. Se il tuo gioco preferito è saltare da una moto all’altra tra quelle in esposizione, prima o poi finisci per volerle portare in pista quelle moto. Magari non è andata esattamente così ma è probabile che quegli scatoloni di legno da cui di volta in volta uscivano delle fiammanti moto abbiano in qualche modo fatto innamorare Luis Salom.

E l’amore è apparso corrisposto da subito, con Luis Salom capace di mettersi in mostra da subito iniziando la propria carriera nel CEV per poi sbarcare nel mondiale con le prime wild card già nel 2009. Si mette in mostra anche nella Red Bull KTM Rookies Cup. Le 125 erano gli ultimi esempi del mondo a due tempi che una volta dominava la scena, ma erano destinate a finire inesorabilmente sul patibolo per far spazio alla Moto3, la neonata categoria voluta da Dorna per diventare la nuova entry class del mondiale GP.

Questo cambiamento fu ovviamente epocale per tutti ma fu accolto da alcuni piloti meglio che da altri. Evidentemente con una guida così diversa e un feeling tutto da costruire sarebbe emerso il talento e la capacità di adattamento dei migliori piloti prima che degli altri. Luis Salom era proprio uno di questi: uno dei migliori piloti del momento nel 2012 quando salì sulla Kalex- KTM Moto3 gestita dal team RW-Racing, andando a formare un binomio fortissimo con la promessa sudafricana Brad Binder che gli fa da compagno di team.

L’esordio nel mondiale Moto3 fu subito col botto, con due podi nelle prime tre gare e la consapevolezza di poter lottare per le posizioni che contano. Ma il capolavoro, il momento in cui davvero la carriera cambia direzione, arriva verso metà stagione. In particolare quando il motomondiale sbarca a Indianapolis, il grande tempio della velocità americano, per l’undicesimo round del campionato.

Il bottino di Luis Salom è interessante fino a quel momento ed è composto da ben quattro podi e diversi arrivi in top six. Lo spagnolo di Palma di Maiorca è veloce e concreto e sembra finalmente aver trovato la giusta moto per esprimere il proprio talento. In quella prima edizione del mondiale Moto3, in griglia ci sono parecchi nomi pesanti. Si passa da un giovanissimo Maverick Vinàles a Alex Rins, senza dimenticare Jonas Folger, Brad Binder e Danny Kent. Vinàles ha già vinto cinque gare, divertendosi la scena con Sandro Cortese che ne ha vinte due ed ha messo assieme anche altri sei arrivi sul podio.

Ad Indianapolis se si tratta di puntare su qualcuno per la vittoria, si fanno i nomi di questi due ragazzi senza dar troppo peso agli altri. I bookmakers sbagliano clamorosamente, perché a Luis Salom quella pista piace, la interpreta benissimo ed in qualifica si piazza quarto, alle spalle dei soliti noti che monopolizzano le prime posizioni. Sembra che possa essere la volta buona, ed allo start della gara questa sensazione prende forma con ancora maggiore convinzione.

Lo scatto buono lo fa Danny Kent, che dalla seconda casella passa il compagno di team e poleman Cortese e va in testa. Luis Salom parte benissimo dalla seconda fila e all’ingresso della prima curva è già secondo, alle spalle dell’inglese. Il gruppo selvaggio della Moto3 ci mette qualche giro a sgranarsi e solo verso l’undicesimo passaggio inizia ad apparire chiaro che a giocarsi la vittoria saranno Sandro Cortese, Maverick Vinàles e Luis Salom, che passa Khairiddun e si invola assieme agli altri due in una fuga.

Vinàles e Cortese si scambiano spesso la prima posizione, mentre Luis Salom resta un po’ più indietro, osservando lo spettacolo e studiando gli avversari. Potrebbe sembrare che non ne abbia ma in realtà Luis Salom sta solo studiando i due per trovarne punti deboli da sfruttare qualche giro più avanti. Il gioco tra i due in testa è duro e i continui sorpassi stressano le gomme, mentre Luis le preserva, facendosi trainare in rettilineo e cercando di restare pulito in ogni staccata.

Proprio grazie alla sua pazienza, Luis Salom si fa trovare nel posto giusto al momento giusto. Nell’ultimo giro, Vinàles attacca Cortese e va largo, portando con sé il rivale tedesco fuori traiettoria. Salom è pulito in ingresso e dopo tanta attesa è in testa. Il futuro pilota della MotoGP Maverick non ci sta e tenta un impossibile attacco all’esterno di una staccata a moto piegata. Il risultato di questa manovra piuttosto avventata è una chiusura di sterzo impossibile da evitare, con conseguente caduta e discreta facciata al suolo. Fuori uno, a Luis non resta che resistere a Sandro Cortese, con il traguardo vicinissimo.

E lo spagnolo lo fa benissimo, chiudendo ogni microscopico varco e guidando con una maturità che non ci si aspetterebbe da chi si sta giocando la prima vittoria in Moto3. Luis Salom tiene Cortese alle sue spalle all’ingresso dell’ultimo rettilineo e lo percorre schiacciato sul serbatoio, diventando tutt’uno con la piccola Kalex-KTM. L’impresa gli riesce, la prima vittoria nel mondiale è sua! Sul traguardo stacca Cortese di soli 5 centesimi di secondo, ma gli bastano per vincere.

Dopo la gara, Luis Salom afferma: “Quando Vinàles ha fatto andare largo Cortese, ho capito che quella era la mia porta” . La felicità è immensa, il viso è quello di un ragazzo che ha coronato il suo sogno e vive l’entusiasmo di una promessa che si sta realizzando.

Le sliding doors del destino furono generose con Luis Salom in quella domenica negli Stati Uniti, aprendosi per infilare gli avversari e volare verso la vittoria. Lo sono state molto meno in quella maledetta buca che a Barcellona ha ingannato la ruota posteriore della sua moto e l’ha fatto scivolare verso un destino che fa malissimo. Un incidente evitabile? Forse. Una morte inutile? Nessuna morte è utile ma speriamo che la sveglia sia suonata per tutti, costringendo colore che non hanno fatto abbastanza ad iniziare a farlo, motivando tutti a dare più del 100% per migliorare la sicurezza di questi tracciati. Porte che si aprono e porte che si chiudono. Ma nessuna di queste potrà mai strapparci l’emozione stampata sul viso di un ragazzo che per la prima volta sale sul tetto del mondo. Proprio come fece Luis Salom in quella domenica di Indianapolis.

Luis Salom (1991-2016) Tribute [VIDEO]

https://www.youtube.com/watch?v=R77JAqQmQbw

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