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Cosa resterà di Valentino Rossi dopo Valentino Rossi?

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Valentino Rossi non è solo un pilota: è diventato il simbolo del motociclismo moderno. Ma cosa resterà dopo la fine della sua incredibile carriera?

La follia vista sui social ma anche sui tradizionali media, scatenata dall’infortunio di Valentino Rossi alla vigilia di Misano, ha davvero dell’incredibile ma è solo un normale fenomeno dovuto alla posizione che Valentino ha acquisito negli ultimi 20 anni nei confronti dell’opinione pubblica mondiale. Chi si scandalizza perché crede che il motociclismo e la MotoGP siano direttamente legate a Rossi compie un errore di valutazione dovuto al fatto che ormai Valentino è diventato un fenomeno mondiale della comunicazione integrata che va ben oltre i confini dell’ambito sportivo dal quale è nato e dove opera normalmente.

La stragrande maggioranza dei seguaci di Valentino Rossi non ha mai avuto a che fare con una moto e segue le gare solo per vedere il proprio idolo in azione senza cognizioni specifiche o cultura rispetto al motociclismo. Questo fenomeno viene studiato dai “massmediologi” al pari di altri campioni che hanno concentrato le attenzioni dei media mondiali a prescindere dallo sport da loro praticato come Spitz, Tomba e pochi altri. Nel Master alla Luiss, dove collaboro come docente di Motociclismo, ho addirittura diviso la storia di questo sport in AV – ante Valentino Rossi – e PV – post Valentino – con tanto di date e momenti chiave che ci indicano chiaramente questo percorso fondamentale per comprendere la storia di questo fenomeno mediatico e della sua incredibile influenza nella storia di questo sport.

Il primo vero segnale di questa rivoluzione avviene lunedì 6 agosto 2001 quando il quotidiano più calciofilo del mondo pubblica in prima pagina la notizia della vittoria della 8 Ore di Suzuka da parte di Valentino Rossi che da quel momento esatto inizia a varcare i confini ristretti della stampa di settore per passare in modo graduale su tutti i media mondiali occupando sempre maggiore spazio. Appena i direttori si accorgono che ogni foto o notizia inerente a questo scanzonato e geniale pilota di moto fa impennare le vendite e i contatti, inizia quel corto circuito mediatico che ci porta in breve tempo ad una folle e insensata rincorsa ad ogni notizia che coinvolga questo personaggio.

Come quando Valentino Rossi fu coinvolto nel famoso contenzioso con le tasse e con il Fisco Italiano nell’agosto 2007 con una sovraesposizione mediatica che rasentò il linciaggio se non fosse arrivato il famoso delitto di Garlasco che in qualche modo distolse l’attenzione sulla questione Rossi-Fisco. Insomma non bisogna scandalizzarci di fronte alle pazzie viste in questi giorni dove sedicenti esperti di moto hanno palesato sabotaggi o interventi marziani, nè per i colleghi improvvisatisi sfegatati fan in caccia di like e notorietà con proclami da essere espulsi dall’Ordine dei giornalisti, se solo questo facesse il suo dovere.

È anche comprensibile lo sconforto dei veri motociclisti praticanti, possessori di moto e dotati di cultura e amore per le radici di uno sport stupendo come il motociclismo che non comprendono come persone che non hanno la minima conoscenza di questo mondo possano passare ore e ore a costruire filmati, fotomontaggi e post su un argomento che nemmeno lontanamente conoscono. L’unico vero quesito fondamentale di fronte a queste manifestazioni decisamente prevedibili e ormai studiate e codificate rimane quello di cosa accadrà davvero quando la lunghissima e immensa carriera di Valentino Rossi si concluderà.

Che cosa rimarrà al Motociclismo di questa sovraesposizione mondiale di interesse da parte dei Media. Sparirà tutto con il ritiro di Valentino, rigettando le moto nel ristrettissimo ambito dei media di settore? Oppure se un minimo interesse riuscirà a rimanere anche in chi non ha mai praticato le due ruote, sulla scia di una eredità da leggenda?. Di sicuro nessuno degli attuali avversari di Valentino Rossi è in grado di raccogliere il testimone di ambasciatore mondiale del motociclismo al pari del pilota di Tavullia. L’unico che appariva come l’erede designato ha invece deliberatamente voluto tagliare ogni legame con l’eredità di Rossi quando nel 2015 ha inspiegabilmente deciso di schierarsi contro l’italiano nella lotta per il titolo dal quale lui era ormai escluso.

Non sappiamo di preciso quanto sia, ma è innegabile che manca un tempo definibile “poco” al ritiro di questo incredibile fenomeno mediatico e sportivo mondiale, soprattutto in relazione ad una carriera lunghissima e di successo. Solo allora potremo davvero valutare in modo completo e con piena coscienza la sua influenza sul nostro sport. Uno sport che Valentino Rossi ha portato per la prima volta nella storia alla ribalta globale.

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