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MotoGP, Stoner e Lorenzo: i regali più preziosi di Ducati a Honda

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Dopo l’annuncio dell’ingaggio di Lorenzo da parte di Honda, sembra naturale mettere in parallelo le storie dello spagnolo e di Casey Stoner

Jorge Lorenzo e Casey Stoner iniziano ad avere in comune qualcosa in più dell’oggettivo immenso talento che possiedono entrambi. Le loro storie umane e sportive sono molto diverse, ma se pensiamo all’ultimo periodo di Stoner in Ducati e lo mettiamo in parallelo con quello di Jorge Lorenzo, spuntano delle affinità tra due momenti storici così lontani fra loro. Nel caso di Casey Stoner, forse le colpe della Ducati sono anche maggiori, visto che è stato l’unico a riuscire a portare al titolo la Desmosedici nel 2007 e quando ha iniziato ad avere problemi fisici nel 2009 è stato messo cos in discussione da farlo letteralmente disamorare della Ducati. L’australiano ha vissuto un periodo molto difficile, come ha poi raccontato nella sua biografia, e solo dopo quasi dieci anni ha fatto “pace” con la Casa di Borgo Panigale ed oggi è un vero uomo Ducati. Per quanto sia finita male, la storia sportiva di Ducati e Stoner è quella di una grande scommessa vinta. Il finale della storia è stato duro, difficile e quando Casey ha vinto nel 2010 tre gare consecutive nel finale di stagione, tutti pensavano che ormai quella moto fosse la migliore del lotto, sottovalutando moltissimo il contributo di Stoner per quei risultati.

La realtà divenne palese solo quando Valentino Rossi salì sulla moto a Valencia e si beccò la bellezza di due secondi da Casey Stoner, che nel frattempo stava facendo volare la Honda HRC. L’australiano in sella alla moto giapponese era un autentico spettacolo per gli occhi, con una guida spettacolare e una rabbia agonistica incredibile. Stoner ovviamente dominò e solo un infortunio gli tolse il titolo nel 2012, anno del suo ritiro. Ducati aveva perso il suo miglior interprete e soprattutto lo aveva spedito dritto tra le braccia della sua grande rivale Honda.

Adesso la situazione si sta ripetendo, seppur con tutte le dovute differenze. Jorge Lorenzo è arrivato in Ducati per vincere e ci ha messo 24 gare per riuscirci. Poche, molte. Difficile stabilirlo, ma si potrebbe anche tenere a mente che Dovizioso ne ha impiegate quasi il triplo prima di vincere a Sepang nel 2016 ed oggi è visto come la punta di diamante per la Ducati. Jorge Lorenzo però ha vinto al Mugelloe lo ha fatto in modo semplicemente imperioso, dominando. Lo strano circolo vizioso in cui si era cacciato il mercato piloti MotoGP, lo stava quasi obbligando a rinnovare con Ducati per pochi spiccioli, dopo essere rimasto quasi a piedi viste le porte in faccia di Suzuki e la difficile situazione di Marc VDS, che avrebbe dovuto mettergli a disposizione una Yamaha M1 Factory. Quindi si è materializzato uno scenario assolutamente imprevedibile, ovvero l’arrivo di Jorge Lorenzo in Honda al fianco di Marc Marquez. Assolutamente nessuno pensava fosse possibile, ma la coppia da Dream Team si è formata e la Ducati ha fatto un altro grande regalo ad HRC. Perché lo definiamo così?

Per il semplice fatto che sia Stoner che Lorenzo sarebbero rimasti in Ducati, se solo fossero stati trattati diversamente. La Casa bolognese ha una storia sportiva incredibile, tanti successi tra SBK e MotoGP ed una sfilza di campioni che ne hanno fatto la storia. Eppure sembra sempre sbagliare qualcosa nelle gestione degli uomini. In tanti lo hanno dimenticato, ma fu sempre per una pessima gestione degli uomini, che Troy Bayliss fu letteralmente lasciato a piedi nel 2005 in MotoGP, spedendolo dritto tra le braccia di Honda. L’australiano poi accettò di tornare in Ducati in SBK nel 2006 e questo ritorno alle origini ci regalò la magnifica Valencia 2006 e altri due titoli in SBK per le bicilindriche rosse. La perfetta dimostrazione che nel 2004 il problema non era Troy, ma quella versione così sbagliata della Desmosedici.

Casey Stoner sarebbe rimasto in quel di Bologna e se la dirigenza avesse avuto maggiore lungimiranza, probabilmente adesso avrebbe sotto contratto Lorenzo anche per il 2019. Si vociferava che lo spagnolo fosse disponibile ad accettare anche una cifra molto bassa, legando la maggior parte dell’ingaggio ai premi gara. Invece adesso è stato spedito in Honda, a fare coppia con Marc Marquez. In due fanno, per il momento, 11 titoli iridati. Jorge Lorenzo ci ha messo molto ad adattarsi alla Ducati, ma non è detto che ci metta altrettanto ad adattarsi alla Honda.

Nel suo libro Asfalto, Andrea Dovizioso racconta di quando nel 2012 Del Torchio, all’epoca AD di Ducati, lo avvicinò nell’aeroporto di Monaco per parlare di un futuro assieme. C’erano stati gli sbagli dell’epoca Rossi in Ducati e la situazione appariva tutt’altro che florida. Del Torchio disse a quello che sarebbe poi diventato Desmodovi: «Abbiamo imparato dai nostri sbagli». Siete proprio sicuri?

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