
Attenzione a cosa ti fai sostituire (www.motorinews24.com)
Nel mondo dell’auto, la qualità delle parti di ricambio rappresenta un tema centrale che coinvolge sia i meccanici sia gli automobilisti.
Nel mondo dell’automobile, la qualità delle parti di ricambio rappresenta un tema centrale che coinvolge sia i meccanici sia gli automobilisti. Recentemente, durante una conversazione con un esperto meccanico, è emersa una posizione netta e professionale: “Non sostituire quell’originale”, ha affermato con decisione, riferendosi alle pasticche e ai dischi dei freni. Questo episodio ci offre lo spunto per approfondire l’importanza della qualità nelle componenti auto e il sistema di classificazione delle parti di ricambio.
La qualità delle parti originali contro quelle sostitutive
Spesso, i guidatori sono tentati di optare per parti di ricambio più economiche, pensando di risparmiare. Tuttavia, come sottolineato dal meccanico, la qualità delle componenti con cui un veicolo esce dalla fabbrica è difficile da eguagliare. Nel caso specifico dei dischi dei freni, anche un piccolo segno d’usura non giustifica necessariamente la sostituzione, se non è accompagnato da un degrado funzionale che comprometta la sicurezza. Il professionista ha spiegato che molti clienti arrivano con parti acquistate a basso costo, magari risparmiando pochi euro, ma ciò può comportare problemi come rumori anomali, usura accelerata e, peggio ancora, difficoltà nel montaggio. Questi inconvenienti causano non solo fastidi ma anche ulteriori spese per riparazioni successive.

L’esperienza maturata nel settore ha portato a una campagna di sensibilizzazione dalla forte valenza: “La qualità conta“. È significativo che produttori e fornitori, spesso concorrenti, si siano uniti attorno a questo messaggio, a evidenza della serietà con cui viene affrontato il tema.
Un aspetto meno noto ma fondamentale riguarda le omologazioni europee e le relative classificazioni delle parti di ricambio. Ogni componente deve superare un iter di certificazione che ne garantisce sicurezza e conformità, ma non necessariamente la qualità estetica o la durata nel tempo. In base al paese in cui le prove sono effettuate, si attribuisce un codice identificativo: ad esempio, E20 indica omologazione in Polonia, mentre E1 si riferisce alla Germania. Questa classificazione è consultabile sul sito della campagna “La qualità conta”.
Oltre all’omologazione esistono diverse sigle che aiutano a distinguere le parti:
- OE (Original Equipment): parti originali montate in fase di primo equipaggiamento del veicolo.
- OEM, Q, OES: componenti prodotti dallo stesso fornitore delle parti originali, destinate al primo montaggio.
- OEQ: parti di qualità comparabile agli originali, approvate dal costruttore auto.
- AM (After Market): ricambi più economici, che soddisfano standard minimi ma non sempre certificati.
Questa classificazione permette a chi acquista di valutare con più consapevolezza il prodotto, evitando acquisti a basso costo che possono tradursi in guasti prematuri o problemi di sicurezza.
Non sono molti gli automobilisti che si presentano in officina portando con sé la scatola della parte da sostituire, e ancor meno quelli che verificano attentamente le sigle e i certificati prima dell’acquisto. La maggioranza, infatti, preferisce affidarsi al meccanico e puntare al risparmio, senza considerare che una parte di qualità inferiore può provocare un ciclo continuo di interventi e spese.